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domenica 31 luglio 2011

Non Dimenticare Gli Altri

Domenica 31 Luglio 2011

BENEDETTO XVI

Non dimenticare gli altri

Oggi all’Angelus ancora un richiamo alla tragedia del Corno d’Africa



Un pensiero alle popolazioni che nel Corno d’Africa stanno vivendo il dramma della carestia. Lo ha rivolto, stamattina, Benedetto XVI, quando si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

La missione apostolica. “Il Vangelo di questa domenica – ha ricordato il Papa - descrive il miracolo della moltiplicazione dei pani, che Gesù compie per una moltitudine di persone che lo hanno seguito per ascoltarlo ed essere guariti da varie malattie”. Sul far della sera, “i discepoli suggeriscono a Gesù di congedare la folla, perché possa andare a rifocillarsi”. Ma il Signore ha in mente qualcos’altro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Essi, però, non hanno “altro che cinque pani e due pesci”. Gesù allora, ha affermato il Pontefice, “compie un gesto che fa pensare al sacramento dell’Eucaristia: ‘Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla’. Il miracolo consiste nella condivisione fraterna di pochi pani che, affidati alla potenza di Dio, non solo bastano per tutti, ma addirittura avanzano, fino a riempire dodici ceste”. “Il Signore – ha evidenziato il Santo Padre - sollecita i discepoli affinché siano loro a distribuire il pane per la moltitudine; in questo modo li istruisce e li prepara alla futura missione apostolica: dovranno infatti portare a tutti il nutrimento della Parola di vita e dei sacramenti”.

Un pensiero al Corno d’Africa. Nel “segno prodigioso” della moltiplicazione dei pani e dei pesci, secondo Benedetto XVI, “si intrecciano l’incarnazione di Dio e l’opera della redenzione. Gesù, infatti, ‘scende’ dalla barca per incontrare gli uomini. San Massimo il Confessore afferma che il Verbo di Dio ‘si degnò, per amore nostro, di farsi presente nella carne, derivata da noi e conforme a noi tranne che nel peccato, e di esporci l’insegnamento con parole ed esempi a noi convenienti’”. Il Signore, ha sostenuto il Papa, “ci offre qui un esempio eloquente della sua compassione verso la gente”. Perciò, “viene da pensare ai tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d’Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”. Ma non solo: “Cristo è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre ‘affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più’. Nel pane di Cristo è presente l’amore di Dio; nell’incontro con Lui ‘ci nutriamo, per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il pane dal cielo’”.

Servizio di carità. “Nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo”, ha dichiarato il Pontefice richiamando l’esortazione apostolica postsinodale “Sacramentum caritatis”. E questo “ce lo testimonia anche Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui oggi la Chiesa fa memoria. Ignazio scelse, infatti, di vivere ‘ricercando Dio in tutte le cose, amando Lui in tutte le creature’”. “Affidiamo alla Vergine Maria – è stata l’invocazione del Santo Padre - la nostra preghiera, perché apra il nostro cuore alla compassione verso il prossimo e alla condivisione fraterna”.

Aprire i cuori agli altri. Nei saluti in varie lingue Benedetto XVI ha ribadito l’importanza di essere generosi verso chi non ha. In francese ha sottolineato come “la Parola di Dio ci ricorda come l’acqua e il pane siano il bene necessario ad ogni essere umano e quindi Gesù ci richiama alle nostre responsabilità: di fare in modo, con tutto quello che abbiamo in nostro potere, di venire in aiuto a quelli che soffrono la fame e la sete. Ed è questo uno sforzo immerso”. “In questo tempo di ferie estive – ha continuato – non dobbiamo dimenticare gli altri, di aprire i nostri cuori per venire in aiuto di tutti quelli che sono nel bisogno”. Ricordando anche in inglese il miracolo dei pani e dei pesci, il Papa ha pregato affinché “i cristiani siano uniti nell’offrire l’unico pane e l’unico vino, che così diventino il corpo e lo spirito di Cristo”. “Ciò che veramente ci nutre e ciò che veramente desideriamo nel profondo del nostro cuore – ha detto il Pontefice in tedesco – sono l’amore e la pace. Tutti noi, quindi, dobbiamo maturare nei nostri cuori la volontà interiore di dare a chi è nel bisogno e nella difficoltà”. In questo senso, “lo Spirito Santo ci deve guidare a aiutare a fare del bene e a rivolgerci sempre verso il prossimo”. “Vi invito in questa domenica ad aprire il cuore alla parola di Dio, nella quale Gesù ci appare come il vero alimento che nutre e sazia i desideri che si annidano nella nostra interiorità”, così in spagnolo. Poi ha espresso l’auspicio che seguendo “l’esempio di Maria Santissima rispettiamo la volontà del suo Figlio divino e così raggiungeremo quella luce che non conosce tramonto, quell’amore che non ci defrauda e la speranza che alimenta e consola”. “Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato il miracolo della moltiplicazione dei pani, con i quali il Signore Gesù nutre una folla affamata – ha aggiunto in polacco -. Non ci dà per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo, né a risolvere il dramma della fame. Ci ricorda che è vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati! Ci incoraggia a dare loro da mangiare, e a dividere il pane con i bisognosi. Seguendo il Cristo dobbiamo essere sensibili alla povertà dei popoli”. Poi ha salutato le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti da varie regioni d’Italia e ha formulato “fervidi auguri per il loro 25° anniversario di vita religiosa”. Infine in italiano, ha ricordato che “oggi si svolge qui a Castel Gandolfo la ‘Sagra delle Pesche’” e augurato “ogni migliore successo a questa tradizionale iniziativa che vede la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, della parrocchia e dell’intera cittadinanza”.

sabato 30 luglio 2011

Sant'Ignazio di Loyola 31 Luglio


Ignazio di Loyola, in basco Íñigo López Loiola (Loyola, 24 dicembre 1491 – Roma, 31 luglio 1556), fu il fondatore della Compagnia di Gesù (Gesuiti): nel 1622 è stato proclamato Santo da Papa Gregorio XV.


Le origini:
Ignazio nacque nel castello di Loyola, vicino Azpeitia, p. Il più giovane di 13 fratelli, Ignazio aveva solo sette anni quando morì sua madre. Nel 1506 divenne paggio al servizio di un parente, Juan Velázquez de Cuéllar, tesoriere (contador mayor) del regno di Castiglia. Come cortigiano, Ignazio ebbe in quel periodo uno stile di vita piuttosto dissoluto.

Nel 1517, Ignazio prese servizio nell'esercito di Antonio Manrique de Lara, viceré di Navarra. Venne ferito gravemente durante la Battaglia di Pamplona (20 maggio 1521) e per colpa della ferita fu costretto per lungo tempo a letto nel castello di suo padre con il medico che veniva a visitarlo tre volte al giorno per tre mesi.

Aspirazioni religiose:
Durante la lunga degenza, ebbe l'occasione di leggere numerosi testi religiosi dedicati, in particolare, alla vita di Gesù e dei santi. Venne travolto dal desiderio di cambiare la sua vita e trascorrere un'esistenza basata sul proprio lavoro ed ispirata a Francesco d'Assisi e altre grandi figure spirituali. Decise, quindi, di convertirsi e per farlo si recò in Terra santa. Sua intenzione era rimanere come mendicante nella città dove visse Cristo, ma fu costretto a rientrare in Spagna.

In quel periodo elaborò, sperimentandolo in prima persona, il suo metodo di preghiera e contemplazione, basato sul "discernimento". Queste esperienze sfociarono nei celebri Esercizi spirituali (Ejercicios espirituales), ed hanno in realtà origine da un passaggio della Seconda lettera ai Corinzi di Paolo di Tarso ("esaminate voi stessi, fate la prova su voi stessi", XIII, 5). Essi descrivono una serie di meditazioni a cui, poi, dovranno attenersi i futuri gesuiti. Quest'opera ha influenzato profondamente i successivi "metodi di propaganda" della Chiesa cattolica.

Durante il suo ricovero, ebbe anche l'occasione di visitare il Monastero benedettino di Montserrat (25 marzo 1522), dove appese i suoi paramenti militari davanti a un'immagine della Vergine Maria, in una vera e propria veglia militare dedicata alla Madonna. Entrò immediatamente nel monastero di Manresa, in Catalogna, dove praticò un severissimo ascetismo. Ebbe varie visioni, come raccontò più tardi nella sua Autobiografia. La Vergine divenne l'oggetto della sua devozione cavalleresca: l'immaginario militare giocò sempre una parte importante nella sua vita e nelle sue contemplazioni religiose.

Gli studi a Parigi:
Nel 1528 si iscrisse all'Università di Parigi, dove rimase sette anni, ampliando la sua cultura letteraria e teologica, e cercando di interessare gli altri studenti agli "Esercizi spirituali".

Entro il 1534 ebbe sei "seguaci" - Pierre Favre (francese), Francesco Saverio, Diego Laínez, Alfonso Salmerón, Nicolás Bobadilla (spagnoli), e Simão Rodrigues (portoghese).

La fondazione della Compagnia di Gesù:
Il 15 agosto del 1534, Ignazio e gli altri sei studenti si incontrarono a Montmartre, vicino Parigi, legandosi reciprocamente con un voto di povertà e castità e fondando la Società di Gesù, allo scopo di eseguire lavoro missionario e di ospitalità a Gerusalemme o andare incondizionatamente in qualsiasi luogo il Papa avesse ordinato loro.

Nel 1537 essi si recarono in Italia in cerca dell'approvazione papale per il loro ordine religioso. Papa Paolo III li lodò e consentì loro di essere ordinati sacerdoti. Essi vennero ordinati a Venezia dal vescovo di Arbe (ora Rab, in Croazia) il 24 giugno. Si dedicarono alla preghiera ed ai lavori di carità in Italia, anche perché il nuovo conflitto tra l'imperatore, Venezia, il Papa e l'Impero Ottomano rendevano impossibile qualsiasi viaggio a Gerusalemme.
Con Faber e Lainez, Ignazio si diresse a Roma nell'ottobre del 1538, per far approvare al papa la costituzione del nuovo ordine. Una congregazione di cardinali si dimostrò favorevole al testo preparato da Ignazio e papa Paolo III confermò l'ordine con la bolla papale Regimini militantis ecclesiae (27 settembre 1540), ma limitò il numero dei suoi membri a sessanta. Questa limitazione venne rimossa tramite una successiva bolla, la Iniunctum nobis, del 14 marzo 1543. L'ultima e definitiva approvazione della Compagnia di Gesù è stata data nel 1550 con la bolla Exposcit debitum di Giulio III.

Superiore Generale dei Gesuiti:
Ignazio venne scelto come primo preposito generale della Compagnia di Gesù. Inviò i suoi compagni come missionari in giro per tutto il mondo per creare scuole, istituti, collegi e seminari.

Nel 1548 vennero stampati per la prima volta gli Esercizi spirituali, per i quali venne condotto davanti al tribunale dell'Inquisizione, per poi essere rilasciato.
Sempre nel 1548, Ignazio fondò a Messina il primo Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso Primum ac Prototypum Collegium ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis, primo e, quindi, prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento che i gesuiti fonderanno con successo nel mondo facendo dell'insegnamento la marca distintiva dell'ordine.
Ignazio scrisse le Costituzioni gesuite, adottate nel 1554, che creavano un'organizzazione monarchica e spingevano per un'abnegazione ed un'obbedienza assoluta al Papa ed ai superiori (perinde ac cadaver, "[ben disciplinati] come un cadavere" scrisse Ignazio). La regola di Ignazio diventò il motto non ufficiale dei gesuiti: Ad Maiorem Dei Gloriam.

I gesuiti hanno dato un apporto determinante al successo della Controriforma.

Tra il 1553 ed il 1555, Ignazio dettò al suo segretario, padre Gonçalves da Câmara, la storia della sua vita. Questa autobiografia, essenziale per la comprensione dei suoi Esercizi spirituali, rimase però segreta per oltre 150 anni negli archivi dell'ordine, fino a che il testo non venne pubblicato negli Acta Sanctorum.

Morì a Roma nel 1556 e venne canonizzato il 12 marzo 1622. Il 23 luglio 1637 il suo corpo fu collocato in un'urna di bronzo dorato, nella Cappella di sant'Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma. La statua del Santo, in argento, è opera di Pierre Legros. La festa religiosa viene celebrata il 31 luglio, giorno della sua morte.

Gli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola:
Gli Esercizi spirituali non sono «un libro scritto per essere letto» - scrive Federico Rossi di Marignano nella sua biografia di Carlo Borromeo (Oscar Mondadori 2010), ma appartengono a quel genere di cose che si possono capire solo sperimentandole. Per questo non si possono prendere gli Esercizi a casa propria. Non è infatti possibile ritrovare se stessi senza allontanarsi da tutto e da tutti per un adeguato periodo di tempo. Nei primi giorni di distacco gli Esercizi invitano l’esercitante a cercare di capire per quale fine abbia ricevuto esistenza e vita dal Creatore, in altri termini che cosa Dio si aspetta ch’egli faccia di buono nella vita. Una volta presa coscienza del perché della sua nascita, all’esercitante verrà spontaneo mettersi «avanti agli occhi stesa e spiegata la sua vita [...] scorrendola tutta pensatamente». Scoprirà allora tutte le deviazioni che aderendo consapevolmente o inconsapevolmente ai moti ingannevoli dell’anima, egli stesso avrà fatto subire anno dopo anno al proprio destino. A quel punto dovrà superare l’ostacolo più difficile tra quelli che una persona è chiamata a superare durante la vita: cambiare, mutare, rinnovarsi. Nessun uomo tuttavia può riuscire a conquistare la pace interiore e affrontare il difficile cammino della vita inventandosi ogni cosa da solo. Ogni uomo solitamente progredisce o regredisce imitando l’esempio positivo o negativo di altri uomini. In un solo uomo, tuttavia – secondo Ignazio di Loyola – la natura umana ha trovato la sua espressione più alta: nell’uomo-Dio, Gesù di Nazareth. È quindi Gesù che, conclusivamente, Ignazio propone come esempio da imitare fino a poter dire con san Paolo «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». (p.160-61).

Siccità e Carestia Nel Corno D'Africa, Strage di Bambini

A rischio 12 milioni di persone,

Onu chiede 1,6 mld Usd di aiuti

Siccità e carestia in Corno d'Africa, strage di bambini

Roma, 28 lug. (TMNews) - Carestia in Somalia e siccità in tutto il Corno d'Africa minacciano oggi quasi 12 milioni di persone, di cui oltre due milioni sono bambini. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per raccogliere 1,6 miliardi di dollari (1,1 miliardi di euro) per "salvare vite umane".

Gran parte delle persone colpite dalla siccità in Somalia, Etiopia e Kenya sono pastori e nomadi, che hanno visto morire il bestiame, loro unica fonte di sopravvivenza. Migliaia di loro si sono riversati nei campi profughi di Dadaab, in Kenya, dove in media arrivano ogni giorno circa 1.300 somali, e di Dollo Ado, in Etiopia. Molti altri sono morti durante la traversata, la maggior parte bambini.

Da settimane si moltiplicano gli appelli per far arrivare in fretta gli aiuti, soprattutto per strappare alla morte i bambini. "La nostra preoccupazione principale sono i bambini - ha detto nei giorni scorsi il Direttore generale del Programma alimentare mondiale (Pam), Josette Sheeran - abbiamo visto arrivare bambini talmente deboli e malnutriti che hanno davvero poche possibilità di cavarsela, neppure il 40% delle probabilità. È la peggiore catastrofe che abbia mai visto".

Ad allarmare è soprattutto la Somalia, dove la situazione è aggravata dall'assenza di un governo centrale, da 20 anni di guerra e dalla presenza dei miliziani islamici Shabab che non facilitano l'assistenza umanitaria. Al momento la carestia interessa solo due regioni del sud della Somalia, ma se non si interviene subito, ha ammonito l'Onu, potrebbe colpire tutte e otto le province meridionali del Paese nell'arco di soli due mesi.

Oggi circa la metà della popolazione somala, pari a 3,7 milioni di persone, ha bisogno di assistenza: la metà di loro sono bambini sotto i 18 anni, di cui uno su cinque ha meno di 5 anni. Dall'inizio dell'anno sono già morti più di 400 bambini, per una media di 90 bambini deceduti ogni mese. E a Mogadiscio, denunciano le ong locali, ogni giorno sei o sette bimbi non riescono a sopravvivere.

Grazie Gesù

giovedì 28 luglio 2011

Devozione al Sacro Cuore di Gesù

O Sacro Cuore,
ti prendo per l'unico oggetto del mio amore,
per protettore della mia vita,
come sicurezza della mia salvezza,
rimedio alla mia fragilità e incostanza,
riparatore di tutte le colpe della mia vita
e asilo sicuro nell'ora della mia morte.

Santa Margherita Maria Alacoque


Benedirò quei luoghi dove sarà esposta e onorata
l'immagine del mio Cuore...




Santa Margherita Maria Alacoque ha ricevuto da Gesù un messaggio di amore e Misericordia per la Chiesa e tutti gli uomini.
Gesù con il culto al Suo Cuore vuole rinnovare la sua redenzione ad una condizione : che tutti gli uomini si decidano ad amarLo.


A coloro che accoglieranno questo invito (di amarLo e di essere amati da Lui),Gesù fa queste promesse, la più sorprendente delle quali prende il nome di Grande Promessa:

1) darò tutte le grazie necessarie al loro stato;

2) porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò pace nelle famiglie divise;

3) li consolerò nelle loro afflizioni;

4) sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in morte;

5) spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere;

6) i peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l'oceano della Misericordia;

7) riporterò le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore;

8) le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione;

9) benedirò i luoghi dove l'immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta e onorata;

10) a tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti;

11) il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato.

12) Ed ecco la Grande Promessa:

Io ti prometto, nell'eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale.

Essi non moriranno in mia disgrazia ne senza ricevere sacramenti e il mio Cuore sarà loro asilo sicuro in quell'ora estrema.

Condizioni:

1) confessarsi entro gli 8 giorni precedenti il primo venerdì del mese (questo vale per tutti i nove mesi consecutivi);

2) durante la confessione si deve esprimere l'intenzione di fare la pratica dei primi nove venerdì per amare, conoscere e onorare il Sacro Cuore di Gesù;

3) comunicarsi il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi, partecipando alla messa;

4) le comunioni devono essere ricevute nel primo venerdì del mese e non in un altro giorno della settimana, devono essere nove, precedute dalla confessione, e devono essere fatte con le intenzioni del Cuore di Gesù che vuole che gli uomini lo amino, lo conoscano e lo onorino. Chi non abbia espresso questa intenzione non ha diritto alla Grande Promessa.



Preghiere al Sacro Cuore di Gesù



Offerta della giornata al Sacro Cuore di Gesù

Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen


Atto di Consacrazione al Sacro Cuore

Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace, il soave rifugio nelle prove della vita, il pegno sicuro della mia salvezza. A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre. Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore, della mia mente, del mio corpo, dell'anima mia, di tutto me stesso. I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi. Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a te. Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore. Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola, ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore; che l'ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per te.


Santa Margarita María Alacoque


Consacrazione al Sacro Cuore

Io........ , dono e consacro al Cuore adorabile di Gesù
la mia persona e la mia vita, le mie azioni, pene e sofferenze
per non più servirmi di alcuna parte del mio essere,
se non per onorarlo, amarlo e glorificarlo.

E' questa la mia irrevocabile volontà:
essere tutto Suo e fare ogni cosa per Suo amore,
rinunciando a tutto ciò che può dispiacerGli.

Ti scelgo, Sacro Cuore di Gesù,
come unico oggetto del mio amore,
custode della mia vita, pegno della mia salvezza,
rimedio della mia fragilità e incostanza,
riparatore di tutte le colpe della mia vita
e rifugio sicuro nell'ora della mia morte.

Sii, o Cuore di bontà e di misericordia,
la mia giustificazione presso Dio Padre
e allontana da me la sua giusta indignazione.
Cuore amoroso di Gesù, pongo in te la mia fiducia,
perchè temo tutto dalla mia malizia e debolezza,
ma spero tutto dalla tua bontà.

Distruggi in me quanto può dispiacerti.
Il tuo puro amore s'imprima profondamente nel mio cuore
in modo che non ti possa più dimenticare o essere separato da te.

Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te,
poichè voglio vivere e morire come tuo vero devoto.
Sacro Cuore di Gesù, confido in te !

( S. Margherita Maria Alacoque)


Atto di consacrazione al Sacro Cuore

Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace,
il soave rifugio nelle prove della vita,
il pegno sicuro della mia salvezza.
A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre.
Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore, della mia mente,
del mio corpo, dell'anima mia, di tutto me stesso.
I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi.
Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a te.
Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore.
Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola,
ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore;
che l'ultimo respiro sia un atto
di ardentissimo e purissimo amore per te.


CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESU'

Tanto cara a Padre Pio


1. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico,
"chiedete ed otterrete","cercate e troverete", "picchiate e vi sarà aperto!",
ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia ....
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

2. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico,
qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome, Egli ve la concederà!",
ecco che al Padre Tuo, nel Tuo nome, io chiedo la grazia...
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

3. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico,
passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai!"
ecco che appoggiato all'infallibilità delle Tue sante parole io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non avere compassione degli infelici,
abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo
per mezzo dell' Immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera Madre,
S. Giuseppe, Padre Putativo del S. Cuore di Gesù, prega per noi.
Salve Regina.


Novena di fiducia al Sacro Cuore di Gesù

La Santa Chiesa ha stabilito la Solennità del Sacro Cuore di Gesù,
il venerdì dopo il Corpus Domini, per onorare il Cuore trafitto di Cristo,
simbolo del suo grande amore per gli uomini.
Gesù, al tuo Cuore affido....
(quest'anima... questa intenzione... questa pena... questa preoccupazione..).
Guarda...
Lascio fare al tuo Cuore, Gesù, conto su di Te.
Ho fiducia in Te. Mi abbandono a Te. Sono sicuro di Te.
Cuore di Gesù, ho fiducia in Te.
Cuore di Gesù, credo al Tuo Amore per me.
Cuore di Gesù, venga il Tuo regno.




Il Cuore di Gesù vuole che con il suo Cuore
sia venerato il Cuore Immacolato di Maria.

" Ti ho affidato alle cure della Madre mia
affinchè ti formi Lei secondo i miei disegni".


(Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque - sposa del Sacro Cuore)



mercoledì 27 luglio 2011

Dio Padre


Foto Scattata a Medjugorje, Il 3 Maggio 2010, Durante La Benedizione Eucaristica, All'esterno Della Chiesa con un Cellulare, da un Pellegrino Incredulo.

martedì 26 luglio 2011

Santi Gioacchino e Anna 26 Luglio

Commento di Padre Livio al Messaggio del 25 Luglio 2011 da Medjugorje

Marija Pavlovic Legge il Messaggio del 25 Luglio 2011



La Veggente Marija Pavlovic Legge su Radio Maria il Messaggio del 25 Luglio 2011 da Medjugorje.

Messaggio Della Regina Della Pace Del 25/07/2011

Cari figli, questo tempo sia per voi tempo di preghiera e di silenzio. Riposate il vostro corpo e il vostro spirito, che siano nell’amore di Dio. Permettetemi figlioli di guidarvi, aprite i vostri cuori allo Spirito Santo perché tutto il bene che è in voi fiorisca e fruttifichi il centuplo. Iniziate e terminate la giornata con la preghiera del cuore. Grazie per aver risposto alla mia Chiamata.

lunedì 25 luglio 2011

San Giacomo

San Giacomo 25 Luglio

Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore, san Jacopo o Iacopo (Giudea, 43 o 44), fu uno dei dodici apostoli di Gesù. Figlio di Zebedeo e di Salomè, era il fratello di Giovanni apostolo. È detto "Maggiore" per distinguerlo dall'apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo detto "Minore". Secondo i vangeli sinottici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago quando Gesù li chiamò per seguirlo. Stando al Vangelo secondo Marco, Giacomo e Giovanni furono soprannominati da Gesù Boanerghes ("figli del tuono") per sottolineare l'inesauribile zelo di cui erano dotati questi apostoli, ma anche il loro temperamento impetuoso. Giacomo fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa I.

È venerato da tutte le chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi.

Giacomo e suo fratello Giovanni, figli di Zebedeo e Salomè, nati a Betsaida, erano pescatori insieme al padre sul lago di Tiberiade.

Giovanni e Andrea furono, secondo il quarto vangelo (scritto, secondo la tradizionale identificazione cristiana, dallo stesso Giovanni), i primi discepoli di Gesù, che essi seguirono dopo che Giovanni Battista lo aveva indicato loro come il Messia. Il loro incontro avvenne subito dopo il battesimo di Gesù, probabilmente nell'anno 28 (o nel 31 secondo alcuni). Ai due si unirono quasi subito i rispettivi fratelli, Giacomo e Simone (Pietro).

Nasce poi il collegio apostolico; Gesù ne costituì Dodici che stessero con lui: Simone, al quale impose il nome di Pietro, e, subito al secondo posto dopo di lui, Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo. Insieme agli altri apostoli, essi accompagnarono Gesù durante la sua vita pubblica, e alcuni episodi mostrano come Giacomo facesse parte della cerchia dei tre più fidati.

Con Pietro fu testimone della trasfigurazione, della resurrezione della figlia di Giairo e dell'ultima notte di Gesù al Getsemani. Come appare evidente, sono tre situazioni molto diverse: in un caso, Giacomo e gli altri due apostoli sperimentano in modo diretto la gloria del Signore, vedendolo a colloquio con Mosè ed Elia; in occasione della resurrezione della figlia di Giairo, assistette ad uno dei miracoli più toccanti compiuti dal Maestro e ancora, al Getsemani, si trovò di fronte alla sofferenza e all'umiliazione di Gesù, al suo aspetto più umano. Vide come il Figlio dell'Uomo si umiliò, facendosi obbediente fino alla morte.

Dopo la morte e la resurrezione di Cristo, Giacomo assunse un ruolo di spicco nella comunità cristiana di Gerusalemme.

Una tradizione risalente almeno a Isidoro di Siviglia narra che Giacomo andò in Spagna per diffondere il Vangelo. Se questo improbabile viaggio avvenne, fu seguito da un ritorno dell'apostolo in Giudea, dove, agli inizi degli anni quaranta del I secolo il re Erode Agrippa I «cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa, e fece uccidere di spada Giacomo fratello di Giovanni». Giacomo fu il primo apostolo martire.

Nella chiesa cattolica San Giacomo il Maggiore è festeggiato il 25 luglio.

sabato 23 luglio 2011

Santa Brigida

Santa Brigida 23 Luglio

Fondatrice dell'Ordine Brigidino di San Salvatore. Nata, nell'anno 1303 nel castello di Finsta in Uplandia (Svezia) e morta a Roma il 23 luglio 1373. Brigida vantava un'ascendenza aristocratica essendo figlia di una delle più eminenti personalità del suo tempo: il potente governatore di Uplandia Birger Persson e di lngeborg Bengtsdotter, della vecchia stirpe reale dei Folkunghi. La famiglia della madre era molto conosciuta per la profonda religiosità ed il castello di Finsta, dove Brigida visse con i genitori fino all'età di 12 anni, quando le morì la madre, era un centro di alta cultura pia e religiosa, con forti tendenze in misticismi, che non mancò di esercitare sulla formazione del suo carattere, una decisiva influenza. A soli 10 anni Brigida ebbe la sua prima conversazione con Cristo e già da giovane mostrava un vibrante entusiasmo per l'ascetismo. Nel 1378 sposò per ragioni politiche il diciottenne Ulf Gudmarsson divenuto in seguito governatore di Ostrogotia e la giovane coppia prese dimora al castello di Ulvasà. Il marito, anch'egli di parentela reale aveva un carattere mite piuttosto debole. Dal matrimonio , nacquero quattro figli e quattro figlie; mentre il carattere di S.Brigida ebbe modo di svilupparsi e risaltò la sua ferrea volontà, la sua pratica energia, la sua indomabile tenacia. La sua vita fu divisa tra l'amministrazione dei suoi considerevolissimi beni, un'alta carica di corte (nel 1335 venne chiamata quale prima dama di corte dalla regina Bianca di Namur, sposa del re Magnus) e i suoi doveri di sposa e di madre. La vita di corte la mise in diretto contatto con la travagliata vita politica del tempo e generò in lei un vivo interesse per la politica europea, interesse che mantenne per sempre. Al centro della sua vita, però, rimase indiscutibilmente la religione. Chiamò a Ulvasa il primo teologo svedese del suo tempo, il canonico di Linkoping , Magister Matthias, quale confessore e consigliere personale in materia di religione. Attraverso il suo insegnamento prese conoscenza della letteratura religiosa mistica ed apocalittica contemporanea che ebbe gran parte nella sua formazione spirituale. Accanto a tale studio, la lettura della S. Scrittura e delle opere di S. Bernardo di Chiaravale, contribuì a perfezionare la sua educazione religiosa. Intorno all'anno 1340 Brigida lasciò il suo ufficio di corte per ragioni politiche. Al ritorno in Svezia, il marito si ammalò gravemente e morì poco dopo il rimpatrio, nel 1344. Quest'anno rappresenta nella vita di Santa Brigida una data assai significativa. Lasciò Ulvasa e prese dimora vicino al monastero cistercense di Alvastra dove ricevette la prima di una lunga serie di rivelazioni religiose. Tali rivelazioni le giungevano generalmente in uno stato di estasi e dopo il suo risveglio le scriveva ella stessa o le dettava in svedese al suo confessore, il quale ne curava la traduzione in latino. Secondo il contenuto della prima rivelazione, Cristo l'aveva chiamata sua sposa e l'aveva scelta quale strumento per avviare gli uomini sulla strada di una cristiana rettitudine. Nelle rivelazioni successive si indirizzava violentemente contro il malcostume del tempo e specialmente contro la vita di corte di Magnus, cercava anche di ristabilire la pace tra Francia ed Inghilterra mediante messaggi divini e di indurre il Papa a far ritorno a Roma. Fu in questi anni che S. Brigida concepì l'idea di fondare un nuovo Ordine religioso chiamato di S. Salvatore, la regola del quale le fu dettata in una delle rivelazioni. Per ricevere la sanzione del Papa alla sua regola, si recò a Roma nel 1349 ove giunse con grande seguito nell'anno santo 1350. Prese probabilmente dimora nella casa di Francesca Papazura al Campo Marzio, in seguito lasciata al convento di Vadstena quale "Hospitale S.Brigittae de Regno Sueciae" per pellegrini svedesi, ed ultimamente passata in possesso delle nuove suore di S. Brigida, una rifondazione modificata dell'Ordine originale (1911). La casa con relativa Chiesa e Cappella si trova in Piazza Farnese 96, dove le celle di S. Brigida e di sua figlia Caterina si possono ancora visitare. Nel 1370 ricevette da Papa Urbano V la sanzione della sua regola con qualche riserva. La regola fu confermata da Urbano VI nel 1378, e l'ordine, durante il suo più fecondo e rigoglioso periodo sembra aver avuto una settantina di monasteri sparsi in tutta Europa. Raggiunta la meta tanto agognata, S. Brigida si recò in pellegrinaggio in Terra Santa all'inizio del 1372. Tornata a Roma l'anno successivo, rovinata nella salute, vi morì il 23 luglio 1373. Le sue spoglie mortali furono trasportate alla sua Vadstena. Già nel 1379 incominciava, con il favore di Gregorio XI e. Urbano VI, il processo per la sua canonizzazione, finito positivamente il 7 ottobre 1391. A Santa Brigida desiderosa da molto tempo di sapere il numero dei colpi che N.S. Gesù Cristo aveva ricevuto durante la sua Passione, apparve Gesù che le disse :"Figlia mia, ho ricevuto sul mio corpo 5480 colpi. Se tu vorrai onorarli, dirai ogni giorno l5 Pater, e Ave con le orazioni seguenti che ti do, durante un anno. Trascorso un anno tu avrai salutato ognuna delle mie Piaghe". Santa Brigida scrisse: "Mio amatissimo fratello, io ero immersa nelle più grandi amarezze della vita. Il dolore la malattia, la povertà, l'abbandono, mi affliggevano. Con amore, ogni sera ha letto queste Orazioni, e la mia vita si è miracolosamente trasformata, e il Signore fedele alle sue promesse mi ha colmata di gioia, di benessere, di ricchezza e di consolazioni. Quello che Gesù ha fatto per me, miserabile peccatrice, lo farà per te, mio amato fratello. Leggi ogni giorno queste orazioni" La Chiesa la ricorda il 23 Luglio.

ORAZIONI DI SANTA BRIGIDA SOPRA LA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO

(Da recitare ogni giorno per un anno intero senza interruzione)

Santa Brigida, desiderosa da molto tempo di sapere il numero dei colpi che Nostro Signore Gesù Cristo aveva ricevuto durante la sua Passione, apparve Gesu’ che le disse: “ figlia mia, ho ricevuto sul mio corpo 5480 colpi. Se tu vorrai onorarli, dirai ogni giorno 15 pater e ave con le orazioni seguenti che ti do, durante un anno. Trascorso un anno tu avrai salutato ognuna delle mie piaghe”

Promesse di Gesù
1. Libertà dal purgatorio di 15 anime della sua stirpe;
2. E 15 giusti della sua stirpe saranno confermati e conservati in grazia;
3. E 15 peccatori della sua stirpe si convertiranno;
4. La persona che le dirà avrà il primo grado di perfezione;
5. E 15 giorni prima di morire riceverà il mio prezioso corpo, di modo che sarà liberata dalla fame eterna e berrà il mio Prezioso Sangue perché non abbia sete eternamente;
6. E 15 giorni prima di morire avrà una amara contrizione di tutti i suoi peccati e una perfetta conoscenza di essi;
7. Metterò il segno della mia croce Vittoriosa davanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici;
8. Prima della sua morte io verrò a lei con la mia amatissima e dilettissima Madre; 9. E riceverò benignamente la sua anima e la condurrò alle gioie eterne;
10. E conducendola fino là, le darò con singolare tratto a bere alla fonte della mia Deità, ciò che non farò con quelli che non hanno recitato queste orazioni;
11. Perdonerò tutti i peccati a chiunque è vissuto per 30 anni in peccato mortale se dirà devotamente queste orazioni;
12. E lo difenderò dalle tentazioni;
13. E gli conserverò i suoi cinque sensi;
14. E lo preserverò dalla morte improvvisa;
15. E salverò la sua anima dalle pene eterne;
16. E la persona otterrà tutto quello che domanderà a Dio e alla Vergine Maria;
17. E se è vissuto, sempre secondo la sua volontà e se è dovuto morire l’indomani, la sua vita si prolungherà;
18. Tutte le volte che reciterà queste orazioni guadagnerà indulgenze:
19. E sarà sicura di essere aggiunta al coro degli Angeli;
20. E chi insegnerà queste orazioni ad un altro, avrà gioia e merito senza fine che saranno stabili in terra e dureranno eternamente in Cielo;
21. Dove sono e saranno dette queste orazioni, Dio è presente con la sua Grazia.

Prima orazione.
O Signore Gesù Cristo, eterna dolcezza di coloro che ti amano, giubilo che trapassa ogni gioia ed ogni desiderio, salute ed amore di coloro che si pentono, ai quali dicesti: “Le mie delizie sono con i figlioli degli uomini“, essendoti fatto uomo per loro salvezza ricordati di quelle cose che ti mossero a prendere la carne umana e di quello che sopportasti dal principio della tua incarnazione fino al salutifero tempo del tuo patire, ab aeterno ordinato nel Dio Uno e Trino. Ricordati del dolore che, come affermi tu stesso, ebbe l’anima tua, quando dicesti: “Mesta è l’anima mia fino alla morte“ quando nell’ultima cena che tu facesti coi tuoi discepoli, dando loro per vivanda il corpo e sangue tuoi, lavando i loro piedi e amorevolmente consolandoli predicesti la tua imminente Passione. Ricordati del tremito, dell’angustia e dolore che sopportasti nel santissimo corpo, prima di andare sul patibolo della Croce, quando dopo l’avere tu fatto tre volte orazione al Padre, pieno di sudor di sangue, ti vedesti tradito da uno dei tuoi discepoli, preso dal tuo popolo eletto, accusato da falsi testimoni, iniquamente da tre giudici condannato a morte, nel più solenne tempo della Pasqua, tradito, burlato, spogliato dei tuoi vestiti, percosso nella faccia (con gli occhi bendati), legato alla colonna, flagellato e coronato di spine. Concedimi adunque, ti prego dolcissimo Gesù, per le memorie che serbo di queste pene, prima della mia morte, sentimenti di vera contrizione, una sincera confessione e remissione di tutti i miei peccati. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore! Amen. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Seconda orazione.
O Gesù, vera letizia degli Angeli e Paradiso di delizie, ricordati degli orribili tormenti che provasti, quando i nemici tuoi, come ferocissimi leoni, avendoti circondato con schiaffi, sputi, graffi ed altri inauditi supplizi, ti lacerarono; e per le ingiuriose parole, per le aspre percosse e durissimi tormenti, con i quali i nemici tuoi t’afflissero, io ti supplico che voglia liberarmi dai miei nemici così visibili come invisibili, e concedi che sotto l’ombra delle ali tue io ritrovi la protezione dell’eterna salute. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Terza orazione
O Verbo incarnato. Onnipotente creatore del mondo, che sei immenso, incomprensibile e puoi racchiudere l’universo nello spazio di un palmo, ricordati dell’amarissimo dolore che sopportasti quando le santissime tue mani e piedi furono confitti con chiodi acuminati sul legno della croce. Oh! Qual dolore provasti, o Gesù, allorché i perfidi crocifissori dilaniarono le tue membra e sciolsero le congiunture delle tue ossa, tirarono il tuo corpo per ogni verso, a loro piacere. Ti prego per la memoria di questi dolori sopportati da te sopra la croce, che tu mi voglia concedere ch’io ti ami e tema quanto si conviene. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Quarta orazione
O Signore Gesù Cristo Celeste Medico, ricordati delle sofferenze e dei dolori che sentisti nelle tue già lacerate membra, mentre si levava in alto la croce. Dai piedi alla testa eri tutto un cumulo di dolori; e nondimeno ti scordasti di tanta pena, e porgesti pietosamente preghiere al Padre per i nemici tuoi dicendo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno“. Per questa smisurata carità e misericordia e per la memoria di questi dolori concedimi di ricordarmi della tua amatissima Passione, affinché essa mi giovi per una piena remissione di tutti i miei peccati. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater. Ave.

Quinta orazione
Rammentati, o Signore Gesù Cristo, specchio di eterna chiarezza, dell’afflizione che avesti quando, veduta la predestinazione di quelli eletti che, mediante la tua Passione, dovevano salvarsi, prevedesti ancora che molti non ne avrebbero profittato. Pertanto ti chiedo per la profondità della misericordia che mostrasti non solo nell’aver dolore dei perduti e disperati, ma nell’adoperarla verso il ladrone quando gli dicesti: “Oggi sarai meco in paradiso“, che tu voglia pietoso Gesù, adoperarla sopra di me al punto della mia morte. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, ragnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Sesta orazione
O Gesù Re amabile, ricordati del dolore che provasti, quando nudo e disprezzato pendesti in Croce, senza avere, fra tanti amici e conoscenti che t’erano d’intorno, chi ti consolasse, eccetto la tua diletta Madre, alla quale raccomandasti il discepolo prediletto, dicendo: “Donna, ecco il tuo figlio; ed al discepolo: ecco la tua Madre“. Fiducioso ti prego, pietosissimo Gesù, per il coltello del dolore che allora le trapassò l’anima, che tu abbia compassione di me nelle afflizioni e tribolazioni mie così del corpo come dello spirito, e mi consoli, porgendomi aiuto e gaudio in ogni prova ed avversità. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Settima orazione
O Signore, Gesù Cristo, fonte di dolcezza inestinguibile che mosso da intimo affetto di amore, dicesti in Croce: “Io ho sete, cioè desidero sommamente la salute del genere umano”, accendi, ti preghiamo, in noi il desiderio di operare perfettamente, spegnendo del tutto la sete delle concupiscenze peccaminose e il fervore dei piaceri mondani. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Ottava orazione
O Signore Gesù Cristo, dolcezza dei cuori e soavità grandissima delle menti, concedi a noi miseri peccatori, per l’amarezza dell’aceto e del fiele che per noi gustasti nell’ora della tua morte, che in ogni tempo, specialmente nell’ora del morire nostro, noi ci possiamo cibare del Corpo e Sangue tuo non indegnamente, ma in rimedio e consolazione delle anime nostre. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Nona orazione
O Signore Gesù Cristo, giubilo della mente, ricordati dell’angustia e dolore che patisti quando per l’amarezza della morte e l’insulto dei giudei gridasti al Padre tuo: “Eloi, Eloi, lamma sabactani; cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Per questo ti chiedo che nell’ora della mia morte tu non mi abbandoni. Signor mio e Dio mio. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Decima orazione
O Signore Gesù Cristo, principio e termine ultimo del nostro amore, che dalla pianta dei piedi alla cima del capo ti sommergesti nel mare dei patimenti ti prego, per le larghe e profondissime tue piaghe, che mi voglia insegnare ad operare perfettamente con vera carità nella legge e nei precetti tuoi. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Undicesima orazione
O Signore Gesù Cristo, profondo abisso di pietà e di misericordia io ti domando, per la profondità delle piaghe che trapassarono non solo la carne tua e le midolla delle ossa, ma anche le più intime viscere, che ti piaccia sollevare me, sommerso nei peccati e nascondermi nelle aperture delle tue ferite. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Dodicesima orazione
O Signore Gesù Cristo, specchio di verità, segno d’unità e legame di carità, abbi in mente le innumerevoli ferite di cui fu ricoperto il tuo Corpo, lacerato dagli empi Giudei e imporporato del tuo stesso preziosissimo Sangue. Scrivi, ti prego, con quello stesso Sangue nel cuore mio le tue ferite, affinché, nella meditazione del tuo dolore e del tuo amore, si rinnovi in me ogni giorno il dolore del tuo patire, si accresca l’amore, ed io perseveri continuamente nel renderti grazie sino alla fine della mia vita, cioè fino a quando io non verrò da te, pieno di tutti i beni e di tutti i meriti che ti degnasti donarmi dal tesoro della tua Passione. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Tredicesima orazione
O Signore Gesù Cristo, Re invittissimo ed immortale, rammentati del dolore che sentisti quando, essendo tutte le forze del Corpo e del Cuore tuo venute meno, inchinando il capo dicesti: “Tutto è compiuto“. Perciò ti prego per tale angustia e dolore, che tu abbia misericordia di me nell’ultima ora della mia vita, quando sarà l’anima mia turbata dall’ansia dell’agonia. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Quattordicesima orazione
O Signore Gesù Cristo, Unigenito dell’altissimo Padre, splendore e figura della sostanza sua, ricordati dell’umile preghiera con la quale raccomandasti lo spirito tuo dicendo: “Padre, raccomando nelle tue mani lo spirito mio” . E dopo piegato il capo e aperte le viscere per riscattare, esclamando mandasti fuori l’ultimo respiro. Per questa preziosissima morte ti prego, Re dei Santi, che mi faccia forte nel resistere al diavolo, al mondo ed alla carne, affinché morto al mondo, io viva a te solo, e tu riceva nell’ultima ora della mia vita lo spirito mio, che dopo lungo esilio e pellegrinaggio desidera di ritornare alla sua patria. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

Quindicesima orazione
O Signore Gesù Cristo, vera e feconda vita, ricordati dell’abbondante effusione del sangue tuo, allorché piegato il capo sulla Croce, il soldato Longino ti squarciò il costato da cui uscirono le ultime gocce di sangue ed acqua. Per questa amarissima Passione ferisci, ti prego, dolcissimo Gesù, il cuor mio, affinché, giorno e notte io versi lacrime di penitenza e di amore: convertimi totalmente a te perché il mio cuore sia perpetua abitazione di te e la conversione mia ti piaccia e ti sia accetta, ed il termine della mia vita sia lodevole, per lodarti insieme con tutti i Santi in eterno. Amen. O Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la salute degli uomini crocifisso, regnante ora in cielo, abbi di noi pietà. Pater, Ave.

O Signore mio Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, accetta questa preghiera con lo stesso immenso amore, col quale sopportasti tutte le piaghe del tuo Santissimo Corpo; abbi di noi misericordia, ed a tutti i fedeli, vivi e defunti, concedi la tua misericordia, la tua grazia, la remissione di tutte le colpe e pene, e la vita eterna. Amen.


ORAZIONI DI SANTA BRIGIDA

da recitarsi per 12 anni, senza interruzioni.

Promesse di Gesù per coloro che reciteranno questa preghiera per 12 anni:

1. L’anima che le recita non andrà in purgatorio.
2. L’anima che le recita sarà accettato tra i martiri come se avesse versato il suo sangue per la fede.
3. L’anima che le recita può scegliere altre tre persone che Gesù manterrà in uno stato di grazia sufficiente per diventare sante.
4. Nessuno delle quattro generazioni successive all’anima che le recita si dannerà.
5. L’anima che le recita sarà resa edotta della propria morte un mese prima. Se si dovesse morire prima dei 12 anni, Gesù riterrà valide le preghiere, come se fossero state completate. Se si salta uno o due giorni per particolari motivi, si possono recuperare in seguito. Coloro che si assumono questo impegno, non devono pensare che queste preghiere siano il lasciapassare automatico per il Paradiso e di poter quindi continuare a vivere secondo i propri desideri. Sappiamo che dobbiamo vivere con Dio in tutta coerenza e sincerità non solo quando si recitano queste preghiere, ma durante tutta la vita.

1. LA CIRCONCISIONE. Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le prime ferite, i primi dolori e il primo sangue che Egli ha versato in espiazione di tutti i giovani, quale protezione contro il primo peccato mortale, in particolare dei miei consanguinei. Pater, Ave.

2. LE SOFFERENZE DI GESU’ SUL MONTE DEGLI ULIVI. Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le terribili sofferenze del Cuore Divino di Gesù sul Monte degli Ulivi e Ti offro ogni goccia del suo sangue in espiazione di tutti i miei peccati del cuore e di tutti quelli dell’umanità, quale protezione contro tali peccati e per la diffusione dell’Amore divino e fraterno. Pater, Ave.

3. LA FLAGELLAZIONE DI GESU’. Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro i mille e mille colpi, dolori atroci e il Prezioso Sangue della Flagellazione in espiazione di tutti i miei peccati della carne e di tutti quelli dell’umanità, quale protezione contro di essi e per la salvaguardia dell’innocenza, in particolare tra i miei consanguinei. Pater, Ave.

4. LA CORONAZIONE DI SPINE DI GESU’. Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, ti offro le ferite, i dolori e il Preziosissimo Sangue sceso dal Capo di Gesù quando fu coronato di spine, in espiazione dei miei peccati dello spirito e quelli di tutta l’umanità, quale protezione contro di essi e per la costruzione del Regno di Dio su questa terra. Pater, Ave.

5. LA SALITA DI GESU CARICO DELLA CROCE AL CALVARIO. Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, ti offro le sofferenze patite da Gesù lungo la salita del monte Calvario e, in particolare, la Santa Piaga della Spalla e il Prezioso Sangue che da essa uscì, in espiazione dei miei e altrui peccati di ribellione alla croce, di rifiuto dei tuoi santi disegni e di ogni altro peccato della lingua, quale protezione contro di essi e per un amore autentico alla santa Croce. Pater, Ave.

6. LA CROCIFISSIONE DI GESU’. Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro tuo Figlio inchiodato sulla Croce e innalzato su essa, le sue ferite alle mani e ai piedi e il Prezioso Sangue che da essa uscì per noi, i suoi terribili tormenti del Corpo e dello Spirito, la sua preziosa Morte e l’incruento suo rinnovarsi in tutte le Sante Messe celebrate sulla terra. Ti offro tutto questo in espiazione di tutte le mancanze fatte ai voti e alle regole negli ordini religiosi, in riparazione di tutti i miei e altrui peccati, per i malati e i moribondi, per i sacerdoti e per i laici, per le intenzioni del Santo Padre riguardanti la costruzione della famiglia cristiana, il rafforzamento della Fede, il nostro Paese, l’unità in Cristo fra le nazioni e all’interno della sua Chiesa, e per la Diaspora. Pater, Ave.

7. LA FERITA DEL COSTATO DI GESU’. Eterno Padre, accetta, per le necessità della Santa Chiesa e in espiazione dei peccati di tutta l’umanità, l’Acqua e il Sangue Preziosissimi usciti dalla ferita inflitta al Cuore Divino di Gesù e gli infiniti meriti che essi effondono. Ti supplichiamo, sii buono e misericordioso verso di noi! Sangue di Cristo, ultimo prezioso contenuto del Sacro Cuore di Gesù, purificami e purifica tutti i fratelli da ogni colpa! Acqua di Cristo, liberami da ogni pena meritata per i miei peccati e spegni le fiamme del Purgatorio per me e per tutte le anime purganti. Amen.

Pater, Ave, Gloria, Angelo di Dio.

venerdì 22 luglio 2011

Paolo Brosio sul Podbrdo, 13 Maggio 2009



Primo pellegrinaggio a Medjugorje organizzato da Paolo Brosio. Mattinata sul Podbrdo in compagnia dell' anziana madre che viene trasportata su una barella di alluminio, portata a braccia dai ragazzi della comunità Nuovi Orizzonti.
Dopo la salita sulla collina delle apparizioni il gruppo si è spostato nella sede della Comunità, dove c'è stato un vivace incontro con Mirjana, al posto di Vicka che non stava bene, e la fondatrice Chiara Amirante.

giovedì 21 luglio 2011

La Regina Della Pace

Fate Novene di preghiere e di digiuno ! La Regina della Pace Pregate! Pregate! Pregate!
a Medjugorje


Cari  figli,  ricordate   che  io  vi  amo  teneramente                  e  intercedo  per  ogniuno  di  voi !

Descrizione della Madonna
fatta dai veggenti di Medjugorje

La Madonna è alta circa 165 cm, slanciata, pesa circa 60 kg.
Dimostra da 18 a 20 anni; anche quando è insieme al bambino Gesù.
Si trova su una piccola nube biancastra.
La voce della "Gospa" è gradevole, dolce e armoniosa,
si direbbe che canti e la lingua in cui si esprime è il croato.
Il viso normale, bianco e roseo sulle gote.
Le labbra sono rosate, belle e piuttosto sottili.
Sul suo viso si nota una beatitudine indescrivibile.
Gli occhi della Madonna sono meravigliosi ! Spiccatamente azzurri.
Le ciglia sono delicate e regolari.
Le sopracciglia sono delicate e nere.
Il naso è normale, proporzionato al viso.
La Madonna indossa un semplice abito da donna grigio-azzurro,
che cade liberamente fino alla nuvola su cui si trova.
Si vede il collo della Madonna, ma non si vede nulla del suo busto.
Le maniche arrivano fino alle mani.
La Vergine ha un velo bianco, che le copre il capo,
le spalle e tutto il corpo, la schiena ed i fianchi,
e arriva fino alla nuvola, come l'abito.
La Madonna non indossa nessun gioiello, ad eccezione del capo;
dove appare una corona di dodici stelle dorate.
I capelli, neri, della Vergine si intravedono un po' sopra la fronte, sotto il velo.
Le orecchie non si vedono mai, in quanto coperte dal velo.
La Vergine tiene le mani solitamente coi palmi rivolti verso l'alto,
le dita distese e non gesticola a meno che non indichi qualcosa.
I piedi non si vedono, sono coperti dall'abito.
La bellezza della Madonna è indescrivibile.
Non è una bellezza come la nostra, è qualcosa di paradisiaco,
qualcosa di celeste, qualcosa che vedremo solo in Paradiso
e questa è una descrizione molto limitata.

Regina della famiglia, prega per noi !

Giovanni Paolo II:
«Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje a confessare».

mercoledì 20 luglio 2011

Brosio Incontro con Sr. Cornelia, 13 Maggio 2009



Paolo Brosio Incontro con Sr. Cornelia a Medjugorje.

Santa Margherita D'Antiochia di Pisidia Vergine e Martire


20 Luglio

Margherita di Antiochia, o anche Marina (Antiochia di Pisidia, 275 – 290), è stata un fanciulla cristiana che, secondo la tradizione agiografica, subì il martirio sotto Massimiano; è venerata come Santa dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa che la considerano patrona delle partorienti.

Margherita (Marina nella "passio" greca attribuita ad un certo Timoteo che è la fonte principale per la biografia) nasce nel 275 ad Antiochia di Pisidia, all'epoca una delle città più fiorenti dell'Asia Minore, (oggi vicino le rovine della città è situata la borgata turca di Yalovaè del distretto di Iconio); Paolo e Barnaba in uno dei loro viaggi vi si fermarono per predicare Gesù Messia e Figlio di Dio ottenendo molte conversioni. Il padre Edesimo o Edesio era sacerdote pagano, per questo ruolo la famiglia di Margherita spiccava per agiatezza e nella vita sociale e religiosa della città. Nessuna notizia si ha della madre. Margherita presumibilmente rimane orfana di madre dai primi giorni di vita, tanto che il padre la affida ad una balia che abita nella campagna vicina. La balia segretamente cristiana, educa Margherita a questa fede e quando ritenne che fosse matura la presentò per ricevere il battesimo. Tutto ciò avvenne, ovviamente, ad insaputa del padre. Siamo durante il periodo delle persecuzioni scatenate da Massimiano e Diocleziano, Margherita crescendo apprendeva la storia di eroismi dei fratelli di fede, irrobustiva il suo spirito ispirandosi al Vangelo, si sentiva decisa ad emulare il coraggio dimostrato dai cristiani davanti alla crudeltà delle persecuzioni e nelle sue preghiere chiedeva di essere degna di testimoniare la sua fedeltà a Cristo. Il padre ignaro di tutto ciò decide di riprendere la figlia ormai quindicenne presso la sua casa di Antiochia. Margherita fu subito a disagio sia per il distacco dalla nutrice, che per lo stile di vita che teneva presso la casa paterna colma di agi. Una sera chiese al padre cosa rappresentassero quelle statuette e le lampade che erano in casa, il padre spiegò che quelli erano gli idoli che adorava ed invitò Margherita a bruciare incenso per loro. Ella ascoltava quasi indifferente quello che il padre le diceva, il padre credette che Margherita mancava di una educazione religiosa adeguata al proprio rango sociale, la affidò così ad un maestro di sua conoscenza che dirigeva una scuola dove si insegnava un po' di tutto. Margherita non gradiva gli insegnamenti pagani e dopo poco tempo rivelò al padre di essere cristiana. Per tale motivo, il padre non esitò a mandarla via di casa, quindi Margherita ritornò dalla sua balia che l'accolse come reduce vittorioso di un'aspra battaglia. In campagna Margherita si rese utile pascolando il gregge e per le altre necessità che si presentavano; essa dedicava molto tempo alla preghiera, in particolare pregava per il padre e per i fratelli nella fede che venivano sempre più spesso perseguitati. Un giorno mentre conduceva le pecore al pascolo, Margherita, venne notata da Oliario, nuovo governatore della provincia; appena la vide rimase colpito dalla sua bellezza e ordinò che gli fosse condotta dinnanzi. Dopo un lungo colloquio il governatore non riuscì nell'intento di convincere Margherita a diventare sua sposa, essa si dichiarò subito cristiana e fu irremovibile nel professare la sua fede. Il governatore, dopo un lungo interrogatorio, alle risposte di Margherita, controbatte con la flagellazione e l'incarcerazione. Secondo la tradizione, in carcere a Margherita appare il demonio sotto forma di un terribile drago, che la inghiotte, ma lei armata da una croce che teneva tra le mani, squarcia il ventre del mostro sconfiggendolo. Da questo fantastico episodio, nacque nella devozione popolare quella virtù riconosciuta a Margherita, di ottenere, per la sua intercessione, un parto facile alle donne che la invocano prima dell'inizio delle doglie. Dopo un breve periodo di carcere, Margherita è sottoposta ad un nuovo martellante interrogatorio davanti a tutta la cittadinanza, anche in quest'occasione, essa non esita a proclamare a tutti la sua fede e l'aver dedicato a Cristo la sua verginità. Ancora una volta viene invitata ad adorare ed offrire incenso agli dei pagani, ma lei si rifiuta e menziona il brano del vangelo di Matteo dicendo "quando sarete dinnanzi a magistrati e ai presidi, non vi preoccupate come o che cosa dovete rispondere, perché lo Spirito del Padre vostro, che sta nei cieli, parlerà per voi". Mentre tutti osservavano quanto stava succedendo, una forte scossa di terremoto fece sussultare la terra e apparve una colomba con una corona che andò a deporre sul capo di Margherita. Questo fatto prodigioso, le affermazioni di Margherita, il suo rifiuto delle pratiche pagane e le molte conversioni che avvennero, mandarono su tutte le furie il governatore che emise la sentenza di condanna per Margherita: "Venga decapitata fuori della città". Margherita fu decapitata il 20 luglio 290 all'età di quindici anni. Il corpo venne raccolto e portato in luogo sicuro dai fedeli dove fu fatto oggetto di grande venerazione. Secondo la tradizione un pellegrino di nome Agostino da Pavia, nel secolo decimo, riuscì a trafugare, dopo varie peripezie, il corpo di S. Margherita e trasportarlo in Italia, a Roma per proseguire verso Pavia. Durante il viaggio, si fermò a Montefiascone, dove fu accolto dai benedettini del monastero di Santo Pietro ai quali raccontò le vicende del suo viaggio. Dopo qualche giorno il pellegrino si ammalò e morì, raccomandando ai monaci di conservare e venerare la preziosa reliquia. Da qui cominciò a diffondersi il culto di S. Margherita per tutta l'Italia ed in altri paesi dell'Europa, molte città si pregiarono erigere chiese in suo onore. La fama di S. Margherita è così importante da essere inserita tra i "quattordici Santi Ausiliatori", con questo nome vengono designati un gruppo di 14 santi alla cui intercessione il popolo cristiano suole far ricorso in momenti difficili. Essi sono: Acacio, Egidio, Barbara, Biagio, Cristoforo, Ciriaco, Dionigi, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Caterina, Margherita, Pantaleone e Vito.

martedì 19 luglio 2011

Preghiera Per i Caduti


Signore Gesù,

ti preghiamo per i nostri Militari,

caduti nell’adempimento del loro dovere

nei cieli, in terra, sui mari.

Per il loro supremo sacrificio,

per la fede, la speranza e l’amore,

che li animarono nel servire la Patria,

dona a loro la vita eterna,

a noi il conforto,

all’Italia a al mondo la prosperità e la pace.

Fa’, o Signore della vita,

che il nostro Popolo accolga il loro esempio,

e sia sempre degno del loro sacrificio,

nella fedeltà delle nobili tradizioni,

e nell’amore ai valori umani e cristiani

della nostra storia.

Amen.

lunedì 18 luglio 2011

Mirjana: Ciò Che Chiede La Madonna


Mirjana: ciò che chiede la Madonna (3/8/97 eco di Medjugorje n.136)

Così ha detto Mirjana, con tanta semplicità nella sua testimonianza ai giovani del Festival: Il mio giorno preferito è il 2 del mese dal 1987. Il 2 di ogni mese prego con la Madonna per i non-credenti ma Lei non dice mai "i non credenti"; dice sempre "quelli che non conoscono l'amore di Dio". E Lei chiede il nostro aiuto, e questo non lo dice solo a noi sei veggenti, ma a tutti quelli che sentono la Madonna come la loro madre.
La Madonna dice che noi non possiamo salvare i non credenti se non con la nostra preghiera e il nostro esempio. E Lei ci chiede di mettere la preghiera per loro al primo posto, perché Lei dice che le cose più cattive, le guerre, i divorzi, gli aborti arrivano dalle persone che non credono: "Quando voi pregate per loro, pregate per voi stessi, per le vostre famiglie e per il bene del mondo intero".
Lei non vuole che noi predichiamo a destra e a sinistra, ma che parliamo attraverso la nostra vita. Vuole che i non credenti possano vedere, attraverso di noi, Dio e l'amore di Dio. Ci chiede di prendere questo sul serio. "Se una sola volta voi vedeste le lacrime sul viso della Madonna a causa dei non credenti, sono sicura che mettereste tutto il vostro impegno e amore verso di loro". Ella dice che questo è un tempo di decisione, che noi, che ci consideriamo figli di Dio, abbiamo una grande responsabilità.
Ognuno di noi sei veggenti ha una missione particolare. La mia è quella di pregare per i non credenti, per quelli che non conoscono ancora l'amore di Dio; Vicka e Jakov pregano per i malati; Ivan per i giovani e i sacerdoti; Marija per le anime del purgatorio; Ivanka prega per le famiglie. Il messaggio più importante della Madonna è la Santa Messa: "la Messa non soltanto la domenica -ci ha detto-. Se c'è da scegliere tra varie forme di preghiera, dovete sempre scegliere la Santa Messa, perché è la più completa e nella Messa mio Figlio stesso è con voi".
La Madonna ci chiede di digiunare il mercoledì e il venerdì a pane e acqua. Ci dice di dire il Rosario in famiglia e che niente in questo mondo può unire la famiglia più della preghiera fatta insieme. Ci chiede di confessarci almeno una volta al mese. Ci dice che non c'è nessuna persona al mondo che non abbia bisogno di una confessione mensile. Ci chiede di leggere la Bibbia in famiglia: non parla della quantità da leggere, ma soltanto che si deve ascoltare la Parola di Dio in famiglia.
Vorrei chiedervi di pregare per i non credenti perché la preghiera per i non credenti asciuga le lacrime sul viso della Madonna. Lei è nostra madre e come ogni madre di questo mondo, ama i suoi figli. Lei è triste per uno solo dei suoi figli che si smarrisce. Lei dice che dobbiamo anzitutto amare i non credenti, prima ancora di pregare per loro, e considerarli come nostri fratelli e sorelle, che non hanno avuto la stessa nostra fortuna di conoscere Dio e il suo amore. Quando avremo sentito questo amore per loro, allora potremo cominciare a pregare per loro, ma non dovremo giudicarli mai: è solo Dio che giudica: così dice la Gospa. (3 agosto 1997)

domenica 17 luglio 2011

L'Italia Invasa Dalle Sette

Più di 8 mila sette e 240 mila italiani nella loro rete. Ecco i più recenti rapporti su un fenomeno sempre più inquietante.

La copertina del libro "La trappola delle sette" di don Aldo Buonaiuto.

La copertina del libro "La trappola delle sette" di don Aldo Buonaiuto.

L’ultimo rapporto sul fenomeno delle sette in Italia arriva dall’osservatorio della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che per aiutare le vittime di guru e santoni ha aperto da quasi dieci anni un numero verde: 800.228.866 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30) e che collabora con tutte le forze dell’ordine, in particolare con la Squadra Antisette della Polizia di Stato. È diretto da don Aldo Buonaiuto che da poco ha pubblicato La trappola delle sette - Conoscere per capire e reagire (Editore Sempre, pp. 245, €. 10).

I numeri Nel 2010 a finire nella trappola delle ottomila sette presenti nel nostro Paese sono stati circa 240 mila italiani, in prevalenza uomini (54%) rispetto alle donne (46). I più a rischio sono giovani (36%) e adulti (44), meno gli anziani (20). A smentire l’erronea credenza che a finire nella rete sono prevalentemente le persone povere e disperate, le sette fanno proseliti soprattutto tra il ceto medio (42%) e alto (38). Nella geografia del fenomeno la maggiore presenza di movimenti è al Nord, con Lombardia (16%) ed Emilia Romagna (15) in pole, seguiti, al Centro, dal Lazio (13) e, al Sud, dalla Puglia (11).



L’identikit Il fenomeno è molto variegato e complesso. Internet è un formidabile strumento per adescare nuovi adepti, soprattutto tra adolescenti e giovanissimi, e molti guru utilizzano un linguaggio che ammicca al sacro e a quello delle religioni promettendo benefici spirituali.
Ci sono i culti distruttivi come spiritismo, vampirismo e satanismo che si rivolgono per lo più a giovani di 14-16 anni promettendogli l’illusione di avere tutto grazie al male e al contatto soprannaturale con entità malefiche (stregoni, spiriti, diavoli…). Le psicosette invece puntano ai beni dei loro seguaci attraverso tecniche di manipolazione mentale molto raffinate. A questa categoria, ad esempio, appartiene Scientology, l’Ontopsicologia e l’associazione degli Ergoniani. Le sette pseudo-religiose invece fanno proseliti tra le persone in difficoltà e con problemi di salute, principalmente 30-50enni, utilizzando un linguaggio sacrale. Poi ci sono le sette magico-esoteriche. Il loro bacino d’utenza è costituito da persone colte e benestanti alla ricerca di riti misterici. Spesso però i loro cerimoniali si rivelano vere e proprie truffe o si risolvono in atti criminali. Ci sono le sette acido-giovanili che attraverso il web reclutano giovani che quando entrano a far parte finiscono con l’abusare di alcol, droga, messe nere, sesso e musica estrema. Un aspetto accomuna tutti questi gruppi: la promessa a chi si avvicina della felicità immediata, pronto cassa. Che spesso si rivela la più terribile delle trappole.

sabato 16 luglio 2011

Storia Della Devozione Alla Madonna Del Carmine


Il Monte Carmelo, in Palestina, fin dal tempo dei Fenici (chiamati Filistei nella Sacra Bibbia) fu meta di anacoreti; lassù si ritirarono, dopo la morte di Gesù, alcuni cristiani aspiranti alla perfezione dei consigli evangelici e sul Carmelo dedicarono il primo Tempio alla Vergine che perciò si chiamò Madonna del Carmelo o del Carmine.


Ma il Carmelo divenne insufficiente a contenere tutti quelli che si raccoglievano intorno ai primi Carmelitani e si ebbero così molti eremiti devoti alla Vergine sparsi in Palestina prima, e poi in Egitto ed in tutto l’Oriente. Verso il 1150 finalmente si organizzarono a vita comune e si ebbero dei monasteri carmelitani che, col ritorno dei Crociati, si moltiplicarono anche in occidente e precisamente in Sicilia ed in Inghilterra. L’approvazione dell’Ordine fu concessa dal Papa Onorio III nel 1226 ed una conferma più solenne veniva data nel 1273 con Concilio di Lione che aboliva tutte le nuove Congregazioni, facendo però rimanere in vita solo Domenicani, Francescani, Carmelitani e Agostiniani.

A questo punto giova ricordare due fatti prodigiosi. Il 16 Luglio 1251 appariva la Vergine Santa a San Simone Stock d’origine inglese, che da qualche anno reggeva le sorti dell’Ordine inglese e, porgendogli lo Scapolare, gli diceva: “Prendi, o figlio dilettissimo, questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita. Ecco un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza e di pace con voi in sempiterno. Chi morrà vestito di questo abito, non soffrirà il fuoco eterno.”

Queste parole della Madonna non ci dispensano dal vivere secondo la legge di Dio; ci promettono soltanto l’intercessione della Vergine per una santa morte.

Un secolo dopo l’apparizione a S.Simone Stock, la Vergine SS. del Carmine appariva al Pontefice Giovanni XXII e, dopo avergli raccomandato l’Ordine del Carmelo, gli prometteva di liberare i suoi confratelli dalle fiamme del Purgatorio il sabato successivo alla loro morte.
Questa seconda promessa della Vergine porta il nome di Privilegio Sabatino che ha origine dalla Bolla Sabatina dello stesso Pontefice Giovanni XXII e datata in Avignone il 3 marzo 1322.

Sua Santità Pio X con decreto della S. Congregazione del S. Ufficio del 16 dicembre 1910 concesse che lo Scapolare si potesse sostituire con una medaglia che portasse da una parte la effige del S.Cuore e dall’altra quella della Madonna (preferibilmente del Carmine).
Per usufruire della Grande Promessa (fatta a S.Simone Stock), bisogna ricevere lo Scapolare da un sacerdote autorizzato, portarlo sempre addosso devotamente e iscriversi nei registri della Confraternita.
Per usufruire del Privilegio Sabatino bisogna inoltre osservare la castità del proprio stato e recitare alcune preghiere che il sacerdote determina nell’atto di consegnare lo Scapolare.