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venerdì 31 agosto 2012

Cardinale Carlo Maria Martini 1927-2012


"Anche a noi capita spesso di pregare e di non sapere esprimere al Signore i desideri del nostro cuore. È vero che le parole non sono sempre necessarie per pregare, ci sono dei silenzi carichi di amore che possiedono una intensità ancora più grande delle parole, che sono soltanto il supporto dei nostri sentimenti verso Dio. Ci sono però dei giorni in cui abbiamo bisogno di sentirci aiutati e sostenuti dalla preghiera.
Le preghiere comuni, inserendosi nella tradizione semplice e viva di generazioni che le hanno pregate, e tuttora le pregano con fede, aiutano la nostra povertà e suggeriscono motivi di preghiera che vanno al di là delle nostre fragili e interessate richieste al Signore".

Cardinale Carlo Maria Martini
(Torino, 15 Febbraio 1927 – Gallarate, 31 Agosto 2012)

mercoledì 29 agosto 2012

La Più Grande e Alta Preghiera è la Santa Messa


La Santa Messa è la Preghiera più Potente Perché è il Sacrificio Eucaristico di Gesù.

"La Più Grande e Alta Preghiera è la Santa Messa"

È un mistero infinito la Santa Messa Su tutti gli altari del mondo si ripete in forma non cruenta il sacrificio di Gesù Cristo che si offre al Padre per noi, per il perdono dei nostri peccati, per la nostra santificazione e per i nostri bisogni spirituali e materiali. Pertanto la Santa Messa è la preghiera più alta e gradita a Dio. Nel momento della transustanziazione, cioè quando il pane e il vino sono trasformati nel corpo e sangue di nostro Signore Gesù Cristo è Lui che attraverso il sacerdote ripete le sue parole pronunciate nell'ultima cena:
"Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me".

Salve Maria


venerdì 24 agosto 2012

Apparizione a Ivan Del 24 Agosto 2012 Alla Croce Blu, Ore 22:00


Apparizione a Ivan Del 24 Agosto 2012 Alla Croce Blu, Ore 22:00

Ivan ha detto:

«Anche oggi, come ogni giorno dopo l’incontro con la Madonna, desidero trasmettere anche a voi ciò che è stato più importante dell’incontro di stasera. Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice ed all’inizio, come sempre, ha salutato tutti noi col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”. Poi la Madonna ha steso le mani ed ha pregato per lungo tempo qui su tutti noi e poi ha pregato particolarmente su voi malati presenti. Poi ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ed ha benedetto anche tutto ciò che voi avete portato perché venisse benedetto. Poi ho raccomandato tutti voi, i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed, in particolare, i malati. Poi la Madonna ha pregato un tempo prolungato stasera particolarmente per i sacerdoti, i Vescovi ed in modo particolare per il Santo Padre. Poi la Madonna ha conversato brevemente solo con me e questo rimane solo tra noi. Dopo questa conversazione, se n’è andata in preghiera nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”.

Vorrei evidenziare ancora una volta ciò che è più importante, cioè che la Madonna stasera ha veramente pregato un lungo tempo particolarmente per i sacerdoti, i Vescovi ed in modo particolare per il Santo Padre. Ha anche pregato un tempo lungo su tutti noi ed in particolare sui malati.

Voi stessi sapete che domani è il 25 e che ogni 25 del mese la Madonna si rivolge a tutto il mondo col suo messaggio. Domani attendiamo questo messaggio e vedremo cosa vorrà la Madonna».

Preghiera A Gesù Crocifisso


Preghiera A Gesù Crocifisso

Eccomi, o mio amato e buon Gesù,
che alla tua santissima presenza prostrato,
Ti prego col fervore più vivo
ad imprimere nel mio cuore,
sentimenti di fede, di speranza, di carità,
di dolore dei miei peccati
e di proponimento di non più offenderti;
Con tutto l'amore e con tutta la compassione del mio cuore
contemplo le tue cinque piaghe,
cominciando da ciò che disse di Te, o buon Gesù,
il santo profeta Davide:
"Hanno forato le mie mani e i miei piedi,
hanno contato tutte le mie ossa". Amen.

Padre Nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

A colui che recita questa preghiera dopo la Santa Comunione, dinanzi l'immagine di Gesù Crocifisso, è concessa l'indulgenza plenaria nei singoli Venerdì del tempo quaresimale e nel Venerdì Santo; e l'indulgenza parziale in tutti gli altri giorni dell'anno.

(Pio IX)

giovedì 23 agosto 2012

Preghiera, Di Mosè, Uomo Di Dio


Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore;
passano presto e noi ci dileguiamo.
Signore insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.

sabato 18 agosto 2012

Apparizione a Ivan Del 17 Agosto 2012 Alla Croce Blu, Ore 22:00


Apparizione a Ivan Del 17 Agosto 2012 Alla Croce Blu, Ore 22:00

Ivan Ha Riferito:

«Come ogni giorno dopo l’incontro con la Madonna, stasera desidero avvicinare e descrivere anche a voi ciò che è stato più importante dell’incontro di stasera con la Madonna.

Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all’inizio, come sempre, ha salutato tutti noi col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei.”

Poi la Madonna ha pregato un tempo con le mani distese qui su tutti noi. Ha pregato in particolare su voi malati presenti, poi ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché venisse benedetto. Poi la Madonna ha detto:

“Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per i miei sacerdoti, per i miei diletti, a pregare per i Vescovi e per il Santo Padre. Pregate, cari figli, per i miei pastori, pregate più che mai. La Madre prega insieme con voi ed è con voi. Perciò perseverate nella preghiera e pregate insieme con me per le mie intenzioni. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata.”

Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, tutte le vostre intenzioni, tutte le vostre famiglie e in modo particolare tutti gli ammalati. Poi la Madonna ha continuato a pregare un tempo con le mani distese qui su tutti voi, in particolare ha pregato un tempo, Lei sola, per i sacerdoti qui presenti e per i sacerdoti in genere e poi se n’è andata in preghiera, se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei.”

lunedì 13 agosto 2012

Beati i Misericordiosi...Beati i Puri di Cuore

Beati i misericordiosi...Beati i puri di cuore.

"Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro"...



“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.


“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36). Ecco ciò che ci dice Gesù a proposito di questa beatitudine, ecco come essere misericordiosi, proprio come il Padre nostro che è nei cieli. Ma come si manifesta la misericordia di Dio? Essa si manifesta principalmente in due modi: perdona i peccati e soccorre e protegge i bisognosi.


Per questo chi agisce in questo modo verso il prossimo, e cioè perdonando i torti ricevuti e impegnandosi a soccorrere generosamente gli indigenti, mette in pratica la stessa misericordia di Dio e anche il Padre avrà misericordia di lui.


Anche nel Padre nostro troviamo scritto:”… Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”, quindi nella misura in cui saremo disposti a perdonare agli altri, ad essere misericordiosi, pazienti e caritatevoli, così il Signore perdonerà noi.




“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.


Dio è l’unico che può dar senso all’esistenza, che può purificare il cuore degli uomini rendendoli giusti, liberi e pieni di umanità e rispetto reciproco, basi necessarie per creare rapporti di solidarietà e vie di pace.


Tutto deve nascere dall’intimo, dal cuore, il segreto è un rinnovamento del cuore, che dobbiamo chiedere a Dio, che dobbiamo ricercare con impegno. Perchè puro è colui che accoglie la purezza di Dio e che guarda il mondo con gli occhi di Dio, senza lasciarsi oscurare lo sguardo da tabù e impurità. Puro il cuore di chi loda Dio per la sua grandezza e la sua bontà.


Il puro di cuore si lascia trasformare da Dio…Il puro di cuore non è mai doppio nei rapporti con gli altri.
Il puro di cuore non strumentalizza i fratelli per conseguire i propri obiettivi, o realizzare i suoi progetti egoistici.
Il puro di cuore non nasconde i suoi fini dietro le belle parole.
Il puro di cuore non cerca il suo piacere, ma ciò che è buono.
Il puro di cuore cammina nella via della verità e della trasparenza, per questo crescerà nella comunione con Dio fino a vedere il Suo volto.


La beatitudine del cuore puro esclude ogni doppiezza e falsità nei rapporti con gli altri.

Omelia Del Santo Padre Benedetto XVI In Occasione Della Beatificazione Del Servo Di Dio Giovanni Paolo II


"Omelia Del Santo Padre Benedetto XVI In Occasione Della Beatificazione Del Servo Di Dio
Giovanni Paolo II"

(Sagrato Della Basilica Vaticana Domenica, 1° Maggio 2011)

Cari fratelli e sorelle!

Sei anni or sono ci trovavamo in questa Piazza per celebrare i funerali del Papa Giovanni Paolo II. Profondo era il dolore per la perdita, ma più grande ancora era il senso di una immensa grazia che avvolgeva Roma e il mondo intero: la grazia che era come il frutto dell’intera vita del mio amato Predecessore, e specialmente della sua testimonianza nella sofferenza. Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità. Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!

Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a tutti voi che, per questa felice circostanza, siete convenuti così numerosi a Roma da ogni parte del mondo, Signori Cardinali, Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, Confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, Delegazioni Ufficiali, Ambasciatori e Autorità, persone consacrate e fedeli laici, e lo estendo a quanti sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

Questa Domenica è la Seconda di Pasqua, che il beato Giovanni Paolo II ha intitolato alla Divina Misericordia. Perciò è stata scelta questa data per l’odierna Celebrazione, perché, per un disegno provvidenziale, il mio Predecessore rese lo spirito a Dio proprio la sera della vigilia di questa ricorrenza. Oggi, inoltre, è il primo giorno del mese di maggio, il mese di Maria; ed è anche la memoria di san Giuseppe lavoratore. Questi elementi concorrono ad arricchire la nostra preghiera, aiutano noi che siamo ancora pellegrini nel tempo e nello spazio; mentre in Cielo, ben diversa è la festa tra gli Angeli e i Santi! Eppure, uno solo è Dio, e uno è Cristo Signore, che come un ponte congiunge la terra e il Cielo, e noi in questo momento ci sentiamo più che mai vicini, quasi partecipi della Liturgia celeste.

“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Nel Vangelo di oggi Gesù pronuncia questa beatitudine: la beatitudine della fede. Essa ci colpisce in modo particolare, perché siamo riuniti proprio per celebrare una Beatificazione, e ancora di più perché oggi è stato proclamato Beato un Papa, un Successore di Pietro, chiamato a confermare i fratelli nella fede. Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e generosa, apostolica. E subito ricordiamo quell’altra beatitudine: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt 16,17). Che cosa ha rivelato il Padre celeste a Simone? Che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Per questa fede Simone diventa “Pietro”, la roccia su cui Gesù può edificare la sua Chiesa. La beatitudine eterna di Giovanni Paolo II, che oggi la Chiesa ha la gioia di proclamare, sta tutta dentro queste parole di Cristo: “Beato sei tu, Simone” e “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. La beatitudine della fede, che anche Giovanni Paolo II ha ricevuto in dono da Dio Padre, per l’edificazione della Chiesa di Cristo.

Ma il nostro pensiero va ad un’altra beatitudine, che nel Vangelo precede tutte le altre. E’ quella della Vergine Maria, la Madre del Redentore. A Lei, che ha appena concepito Gesù nel suo grembo, santa Elisabetta dice: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,45). La beatitudine della fede ha il suo modello in Maria, e tutti siamo lieti che la beatificazione di Giovanni Paolo II avvenga nel primo giorno del mese mariano, sotto lo sguardo materno di Colei che, con la sua fede, sostenne la fede degli Apostoli, e continuamente sostiene la fede dei loro successori, specialmente di quelli che sono chiamati a sedere sulla cattedra di Pietro. Maria non compare nei racconti della risurrezione di Cristo, ma la sua presenza è come nascosta ovunque: lei è la Madre, a cui Gesù ha affidato ciascuno dei discepoli e l’intera comunità. In particolare, notiamo che la presenza effettiva e materna di Maria viene registrata da san Giovanni e da san Luca nei contesti che precedono quelli del Vangelo odierno e della prima Lettura: nel racconto della morte di Gesù, dove Maria compare ai piedi della croce (cfr Gv 19,25); e all’inizio degli Atti degli Apostoli, che la presentano in mezzo ai discepoli riuniti in preghiera nel cenacolo (cfr At 1,14).

Anche la seconda Lettura odierna ci parla della fede, ed è proprio san Pietro che scrive, pieno di entusiasmo spirituale, indicando ai neo-battezzati le ragioni della loro speranza e della loro gioia. Mi piace osservare che in questo passo, all’inizio della sua Prima Lettera, Pietro non si esprime in modo esortativo, ma indicativo; scrive, infatti: “Siete ricolmi di gioia” – e aggiunge: “Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede: la salvezza delle anime” (1Pt 1,6.8-9). Tutto è all’indicativo, perché c’è una nuova realtà, generata dalla risurrezione di Cristo, una realtà accessibile alla fede. “Questo è stato fatto dal Signore - dice il Salmo (118,23) - una meraviglia ai nostri occhi”, gli occhi della fede.

Cari fratelli e sorelle, oggi risplende ai nostri occhi, nella piena luce spirituale del Cristo risorto, la figura amata e venerata di Giovanni Paolo II. Oggi il suo nome si aggiunge alla schiera di Santi e Beati che egli ha proclamato durante i quasi 27 anni di pontificato, ricordando con forza la vocazione universale alla misura alta della vita cristiana, alla santità, come afferma la Costituzione conciliare Lumen gentium sulla Chiesa. Tutti i membri del Popolo di Dio – Vescovi, sacerdoti, diaconi, fedeli laici, religiosi, religiose – siamo in cammino verso la patria celeste, dove ci ha preceduto la Vergine Maria, associata in modo singolare e perfetto al mistero di Cristo e della Chiesa. Karol Wojtyla, prima come Vescovo Ausiliare e poi come Arcivescovo di Cracovia, ha partecipato al Concilio Vaticano II e sapeva bene che dedicare a Maria l’ultimo capitolo del Documento sulla Chiesa significava porre la Madre del Redentore quale immagine e modello di santità per ogni cristiano e per la Chiesa intera. Questa visione teologica è quella che il beato Giovanni Paolo II ha scoperto da giovane e ha poi conservato e approfondito per tutta la vita. Una visione che si riassume nell’icona biblica di Cristo sulla croce con accanto Maria, sua madre. Un’icona che si trova nel Vangelo di Giovanni (19,25-27) ed è riassunta nello stemma episcopale e poi papale di Karol Wojtyla: una croce d’oro, una “emme” in basso a destra, e il motto “Totus tuus”, che corrisponde alla celebre espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort, nella quale Karol Wojtyla ha trovato un principio fondamentale per la sua vita: “Totus tutus ego sum et omnia mea tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor tuum, Maria – Sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. Ti prendo per ogni mio bene. Dammi il tuo cuore, o Maria” (Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, n. 266).

Nel suo Testamento il nuovo Beato scrisse: “Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia card. Stefan Wyszynski mi disse: «Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio»”. E aggiungeva: “Desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l’intera Chiesa – e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato”. E qual è questa “causa”? E’ la stessa che Giovanni Paolo II ha enunciato nella sua prima Messa solenne in Piazza San Pietro, con le memorabili parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile.

Swoim swiadectwem wiary, milosci i odwagi apostolskiej, pelnym ludzkiej wrazliwosci, ten znakomity syn Narodu polskiego pomógl chrzescijanom na calym swiecie, by nie lekali sie byc chrzescijanami, nalezec do Kosciola, glosic Ewangelie. Jednym slowem: pomógl nam nie lekac sie prawdy, gdyz prawda jest gwarancja wolnosci.

[Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia della libertà.]

Ancora più in sintesi: ci ha ridato la forza di credere in Cristo, perché Cristo è Redemptor hominis, Redentore dell’uomo: il tema della sua prima Enciclica e il filo conduttore di tutte le altre.

Karol Wojtyla salì al soglio di Pietro portando con sé la sua profonda riflessione sul confronto tra il marxismo e il cristianesimo, incentrato sull’uomo. Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo “timoniere” il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio, che proprio grazie a Cristo egli ha potuto chiamare “soglia della speranza”. Sì, attraverso il lungo cammino di preparazione al Grande Giubileo, egli ha dato al Cristianesimo un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio, trascendente rispetto alla storia, ma che pure incide sulla storia. Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di “avvento”, in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace.

Vorrei infine rendere grazie a Dio anche per la personale esperienza che mi ha concesso, di collaborare a lungo con il beato Papa Giovanni Paolo II. Già prima avevo avuto modo di conoscerlo e di stimarlo, ma dal 1982, quando mi chiamò a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona. Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero. E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”, come Cristo lo ha voluto. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno. Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nella Chiesa.

Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. Tante volte ci hai benedetto in questa Piazza dal Palazzo! Oggi, ti preghiamo: Santo Padre ci benedica! Amen.

martedì 7 agosto 2012

Apparizione a Mirjana 2 Agosto 2012 a Medjugorje

venerdì 3 agosto 2012

Messaggio Della Madonna Di Medjugorje Dato a Mirjana il 2 Agosto 2012


«Cari figli, sono con voi e non mi arrendo. Desidero farvi conoscere mio Figlio. Desidero i miei figli con me nella vita eterna. Desidero che proviate la gioia della pace e che abbiate la salvezza eterna. Prego affinché superiate le debolezze umane. Prego mio Figlio affinché vi doni cuori puri. Cari miei figli, solo cuori puri sanno come portare la croce e sanno come sacrificarsi per tutti quei peccatori che hanno offeso il Padre Celeste e che anche oggi lo offendono ma non l'hanno conosciuto. Prego affinché conosciate la luce della vera fede che viene solo dalla preghiera di cuori puri. Allora tutti coloro che vi sono vicini proveranno l'amore di mio Figlio. Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto perché vi guidino sulla via verso la salvezza. Che le vostre labbra siano chiuse ad ogni giudizio. Vi ringrazio».