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sabato 27 aprile 2013

Il Presidente Enrico Letta, Con L'on. Guglielmo Vaccaro, in Visita al Banco Alimentare Campania


IL PRESIDENTE ENRICO LETTA, CON L'ON. GUGLIELMO VACCARO, IN VISITA AL BANCO ALIMENTARE CAMPANIA





E' stata una proficua occasione di dialogo, insieme con l'amico on. Guglielmo Vaccaro, sul futuro degli aiuti Agea per gli indigenti dal 2014 e sugli strumenti per la lotta alla povertà da adottare prontamente per sostenere la rete sussidiaria delle oltre 8000 strutture caritative che, grazie all'aiuto del Banco Alimentare, si prendono cura di oltre un milione e settecentomila poveri in Italia. Prendendo spunto dalla lettera aperta che la Fondazione Banco Alimentare ha rivolto a tutti i politici, abbiamo sottoposto al Presidente le nostre preoccupazioni sul fututo degli aiuti alimentari agli indigenti dal 2014. Le persone povere che si rivolgono alle strutture caritative in Italia sono sempre più numerose. Molte di queste strutture caritative segnalano difficoltà a proseguire la loro azione nel futuro. Gli stessi segnali giungono anche dagli altri paesi europei, e non solo dalla Grecia. La fine del Programme Européen d'aide Alimentaire aux plus Démunis (PEAD) nel 2014 non ci lascia assolutamente tranquilli. Per questo abbiamo chiesto al Presidente di inserire questa grave emergenza all'odg, una emergenza che rischia di trasformarsi da un problema sociale per molti a un problema di sicurezza per tutti e di dare un immediato segnale prevedendo nel 2014 alla copertura finanziaria per il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti previsto dal Decreto del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, della stessa entità erogata 2013 per l'Italia dal programma di Aiuti alimentari europeo, come altri paesi europei stanno valutando di fare. Da parte nostra vogliamo essere partner affidabili per collaborare con l’amministrazione e le istituzioni pubbliche del nostro paese al fine di contribuire al bene comune del nostro paese e dell'intera Europa. Oggi più che mai è necessario anche un concreto e urgente sostegno ai poveri, perché possano dare risposta alla mancanza di beni di prima necessità, solo così avranno la forza e la speranza di proseguire nel faticoso cammino per un futuro migliore.

In bocca al lupo, Presidente.

venerdì 26 aprile 2013

Messaggio dato dalla Madonna a Marija il 25 Aprile 2013 a Medjugorje


Ultimo Messaggio di Medjugorie, 25 aprile 2013

"Cari figli! Pregate, pregate, soltanto pregate affinché il vostro cuore si apra alla fede come il fiore si apre ai raggi caldi del sole. Questo è il tempo di grazia che Dio vi da attraverso la mia presenza e voi siete lontani dal mio cuore. Perciò vi invito alla conversione personale ed alla preghiera in famiglia. La Sacra scrittura sia sempre l’esortazione per voi. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

giovedì 25 aprile 2013

Video Femen Aggrediscono a Seno Nudo e con L’acqua Santa L’arcivescovo di Bruxelles (che si mette a pregare)


Femen Aggrediscono a Seno Nudo e con L’acqua Santa L’arcivescovo di Bruxelles 
(che si mette a pregare)

Assurda protesta durante un convegno del gruppo femminista che getta acqua santa contro l’arcivescovo, colpevole di «omofobia» e «fanatismo religioso». 

Lui non reagisce e si mette a pregare.

“Armate” di acqua santa e a seno scoperto, alcune attiviste del gruppo Femen hanno attaccato a Bruxelles l’arcivescovo Andre-Joseph Leonard, capo della Chiesa cattolica belga. Sul sito del movimento femminista nato in Ucraina e con seguaci in mezzo mondo si spiega che in questo modo le attiviste della divisione belga di Femen hanno voluto protestare contro l’omofobia nella Chiesa. Simbolico il giorno scelto. L’aggressione di protesta si è svolta ieri, quando in Francia sono stati legalizzati i matrimoni omosessuali. Il prelato stava tenendo una lezione all’Università Ulb di Bruxelles, tra le più importanti istituzioni accademiche del paese, quando alcune ragazze gli sono piombate addosso urlando slogan contro l’omofobia e accusando la Chiesa di ipocrisia. Nel loro comunicato, le Femen hanno definito la lezione dell’arcivescovo una «sessione di propaganda pubblica di odio e fanatismo religioso». Monsignor Leonard, colto di sorpresa, non ha opposto resistenza e si è messo a pregare. Prima di essere allontanate dalla sicurezza, le ragazze sono riuscite a versargli addosso diverse bottigliette di acqua santa.

Le Femen hanno, poi, ribadito di opporsi «alla propaganda religiosa di violenza e omofobia e ai tentativi della Chiesa di riprendere la sua influenza distruttiva sulle donne e la società in generale».

Qui Sotto il Video


domenica 21 aprile 2013

Pena di Morte, Amnesty: “682 Esecuzioni nel 2012. Maglia Nera va All’Iraq”


Pena di Morte, Amnesty: “682 Esecuzioni nel 2012. Maglia Nera va All’Iraq”

A Baghdad e dintorni le esecuzioni sono quasi raddoppiate rispetto al 2011 129. Il dato emerge dal rapporto annuale dell'Ong impegnata nella difesa dei diritti umani. Mancano le notizie dalla Cina che mantiene il segreto di Stato, ma “ha messo a morte più persone che il resto del mondo messo insieme”

E’ l’Iraq del dopo-Saddam Hussein la bestia nera del 2012 tra i Paesi che hanno fatto ricorso alla pena capitale: a Baghdad e dintorni, infatti, le esecuzioni sono quasi raddoppiate rispetto al 2011, balzando alla cifra di 129 persone messe a morte. A sottolinearlo è il rapporto annuale sulla pena di morte di Amnesty international, secondo il quale nel 2012 le esecuzioni nel mondo sono state 682, solo due in più rispetto all’anno precedente. Ma con una postilla di non poco conto: il dato mancante sulla Cina, che mantiene il segreto di Stato sull’uso della pena capitale e che peraltro, anche l’anno scorso, “ha messo a morte più persone che il resto del mondo messo insieme”.

Così, dando per scontato il primato della Cina, gli altri Paesi dove il boia è stato più attivo sono: Iran (314 esecuzioni), Iraq (129 rispetto alle 68 del 2011), Arabia Saudita (79), Stati Uniti (43) e Yemen (28). Globalmente sono stati 21 – uno su dieci – i Paesi in cui è stata applicata la pena capitale, numero identico a quello del 2011 ma calato di un quarto rispetto a dieci anni fa (28). Mentre in totale sono state emesse almeno 1722 condanne a morte in 58 Paesi, rispetto alle 1923 condanne inflitte nel 2011 in 63 Stati. Segno che “i deludenti passi indietro” fatti da alcuni Paesi “non hanno invertito la tendenza mondiale contro il ricorso alla pena di morte” ha sottolineato il segretario generale di Amnesty Salil Shetty nel rapporto.

Scendendo nei dettagli è il Medio Oriente l’area del pianeta più “preoccupante” con 557 condanne a morte eseguite, il 99% delle quali in Iran, Iraq, Arabia Saudita e Yemen mentre in Egitto e Siria non è stato possibile determinare l’applicazione della pena capitale. In Asia, oltre che in Cina, il boia ha colpito in Giappone (7 esecuzioni), Corea del Nord (6) e Taiwan mentre India e Pakistan sono tornate a ricorrere alla pena capitale – entrambe una volta – rispettivamente dopo otto e quattro anni.

Nell’Africa subsahariana ci sono stati ulteriori progressi. Il Benin ha fatto passi avanti sul piano legislativo per abolire la pena di morte dalla sua legislazione. Il governo del Ghana ha accolto la raccomandazione di abolire la pena di morte dalla nuova Costituzione. In Sierra Leone non ci sono più prigionieri nel braccio della morte. Tuttavia, le condanne a morte in questa regione sono cresciute notevolmente dal 2011 al 2012, a causa degli alti numeri registrati in Sudan, con 19 esecuzioni, e Gambia. In quest’ultimo paese, dopo quasi 30 anni, sono state messe a morte nove persone. A seguito delle proteste internazionali, il presidente Yahya Jammeh ha annunciato una moratoria condizionata sulle esecuzioni che sarà automaticamente rimossa se i tassi di crimine aumenteranno. In Sudan ci sono state almeno 19 esecuzioni e 199 condanne a morte.

In Europa l’unico Paese dove il boia è ancora attivo è la Bielorussia (3 esecuzioni) mentre nelle Americhe il primato resta quello degli Stati Uniti con 43 esecuzioni, stessa cifra del 2011 ma registrata in nove Stati invece dei 13 dell’anno precedente.

Preoccupano le esecuzioni in pubblico, alle quali Iran, Arabia Saudita, Sudan e Corea del Nord hanno fatto ricorso mentre tra i reati puniti con la pena capitale spiccano, in negativo, quelli legati alla droga o all’adulterio (Iran), alla blasfemia (Pakistan), allo stupro (Arabia Saudita) nonchè quelli di natura economica (Cina). Decapitazione, impiccagione, iniezione letale e fucilazione sono stati i metodi utilizzati dai boia nel mondo, spiega ancora il rapporto che mette in luce ulteriori violazioni legate alle condanne eseguite. Come nello Yemen, dove sono stati giustiziati due minorenni, in Bielorussia e Giappone, dove i prigionieri non sono stati avvisati dell’imminente esecuzione. O come in Iraq, dove è stato fatto ampio ricorso alla tortura e dove spesso le condanne sono state applicate in serie, fino a 34 in un solo giorno.

Battute d’arresto che, tuttavia, non cancellano una tendenza globale all’abolizione della pena capitale, conclude l’Ong. “I governi che usano ancora la pena di morte non hanno più scuse. Non c’è più alcuna prova che indichi che la pena di morte abbia un potere deterrente speciale contro il crimine – ha affermato Shetty – La vera ragione per l’uso della pena di morte può spesso essere trovata altrove. Nel 2012, abbiamo ancora una volta assistito con grande preoccupazione all’uso della pena di morte per quelli che sono sembrati essere scopi politici, o come misura populista o come strumento di repressione”.


venerdì 19 aprile 2013

Il Senso Dell’amore non è Quello Della Rivoluzione Sessuale


Il Senso Dell’amore non è Quello Della Rivoluzione Sessuale

La famiglia, scuola di amore e prezioso fondamento della società, oggi vive un processo di “apoteosi” e “disgregazione” insieme. Importanti trasformazioni l’hanno attraversata. Si è partiti da un iniziale modello di famiglia patriarcale, specifico della società agricola della prima metà del ‘900, in cui vivevano sotto lo stesso tetto nonni, genitori, figli, zii e nipoti, seguito poi dal modello di famiglia nucleare, formato unicamente da genitori e figli e tipico dell’età industriale e del boom economico avutosi in Italia negli anni ’60, fino ad arrivare ai nostri giorni, dove coesistono nella società post-moderna, molteplici forme di famiglia.

Dinanzi a questo scenario attuale Lucetta Scaraffia ribadisce che «la famiglia è l’istituzione preposta alla procreazione e alla generazione, che avviene solo tra due esseri umani di sesso opposto. La famiglia non può quindi essere moltiplicata attraverso situazioni che non prevedono la possibilità di generazione […]. E’ il luogo che serve a garantire una protezione e una possibilità di sopravvivenza ai bambini. E’ nata con questo scopo e non si può dire che sia un’altra cosa». Se prima il Matrimonio era considerato una solida istituzione, oltre che una vocazione, oggi sempre più persone decidono di andare a convivere a tempo indeterminato o per un periodo limitato che precede le nozze. Imponente è anche “il fenomeno dei cosiddetti single”: si tratta di persone che si ritrovano a vivere da sole per scelta personale, oppure come conseguenza di una separazione, un divorzio o per vedovanza, a volte con uno o più figli.

Inoltre, trova sempre più spazio la realtà della famiglia allargata, dove convivono insieme più nuclei familiari. In forte crescita è pure il fenomeno delle coppie omosessuali. Ancora, rispetto al passato non troviamo più un equilibrio tra i Matrimoni religiosi e quelli civili. Come si evince dall’ultimo rapporto elaborato dall’Osservatorio Laico i Matrimoni religiosi nel 1991 erano: 273.574, mentre nel 2010: 168.960, con un calo pari al 38%; nel 2011, poi, nel nord Italia le nozze civili hanno finanche superato quelle celebrate in Chiesa (51,7 contro il 48,3), i divorzi nel 1991 sono stati: 23.015, rispetto ai 254.160 del 2010, con un aumento del 135%; e infine le convivenze nel 1991: 207.000, nel 2010: 972.000, con un aumento del 369%.

Lucetta Scaraffia vede un nesso inscindibile tra la rivoluzione sessuale e le ripercussioni di queste sulla famiglia: “l’idea che si possa restare insieme finchè ci si ama e poi ci si lascia non è  una ricetta della felicità, in quanto i rapporti devono essere costruiti con pazienza, devono sopravvivere ai momenti di crisi, devono avere alle spalle un progetto stabile e serio. Se non hanno un progetto stabile e serio sono sempre fonte di dolore. La rivoluzione sessuale che ha promesso la felicità non ha quindi migliorato per nulla la condizione umana, anzi ha creato una maggiore fonte di infelicità”. In sostanza, se l’amore non costa niente non vale niente. “Ciò che non abbiamo con fatica costruito non sentiamo il bisogno che vada, con fatica, difeso e mantenuto” (E.Belotti).

«L’amore equivale a superare ininterrottamente l’egoismo individuale. O amo per sempre e totalmente o non amo, perché esso ha un’estensione nel tempo e nel vissuto esistenziale. Così come non posso dare all’altro solo gli avanzi del mio tempo o le briciole della mia quotidianità. Non ho altro che me stesso/a e voglio donare tutto me stesso/a. Dare il giusto valore ai sentimenti rimanda a non agire con superficialità e leggerezza – verso se stessi e il proprio partner – … La riuscita di un matrimonio non dipende unicamente dal fatto di aver trovato la persona “giusta”; è principalmente il risultato di un cammino fatto di molto impegno, di una volontà decisa di amare (non basta dire “io amo”, ma “io voglio amare”), di una capacità di donazione e di un grande spirito di sacrificio. E poi ci vuole coraggio, il coraggio di scalare le montagne, se necessario, e tanta determinazione. Sono tutte componenti che ci mettono costantemente in discussione. Se infatti ci si sposa non considerando minimamente la possibilità di compiere dei sacrifici, alla prima occasione in cui questi diverranno obbligatori, la prima reazione sarà di delusione, la seconda… di fuga. Quindi, la cosa basilare è tenere ben chiaro l’obiettivo che ci ha condotti un giorno a prometterci amore eterno. L’atleta che non si prefigge il traguardo non vincerà mai la corsa. Solo se abbiamo un fine, una meta condivisa e non ci arrendiamo dinanzi alle difficoltà, allora potremmo raggiungerla, salendo sul gradino più alto del podio. Gli sposi, disegnando insieme il loro presente e futuro, sono uniti da uguali progetti, perché quando c’è un ideale comune, interloquisce Antoine De Saint Exupery: “Amare non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione”. Per i fidanzati e gli sposi non esistono manuali o ricette precostituite, vi sono però alcuni suggerimenti che non si palesano mai vani. “Ricordate: giudicare l’altro e polemizzare con lui per farlo cambiare porta inevitabilmente, a lungo andare, a rancori e frustrazioni reciproche. Guardare solo le cose negative è facile e … banale. Potete pensare di cambiare partner, potete fermarvi ad analizzare sempre il comportamento dell’altro, potete continuamente lamentarvi, ma il vostro rapporto non farà un passo, non uno, verso lo stare bene. Dunque, un consiglio: accettate i vostri punti deboli, accettate quelli del vostro coniuge e il vostro rapporto comincerà ad andare bene. Aiutate l’altro, valorizzatelo, fate emergere la sua parte migliore e il vostro rapporto andrà sempre meglio. Non ho mai concordato con quanti si sentono liberi da tensioni e identificano in ciò la prova del loro amore. Le prove dell’amore si vedono nei momenti difficili, quando l’altro è in crisi, non si piace, ha perso la stima di sé, oppure quando tutto ciò capita a voi stessi”». (V. Albisetti, psicologo). [dal mio libro “L’amore e le differenze psicologiche e comportamentali tra uomo e donna"].

In effetti, «l’amore non è un vestito già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare e cucire. Non è un appartamento “chiavi in mano”, ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare» (M.Quosit). Karol Wojtyla nel libro La Bottega dell’Orefice ci regala una bellissima riflessione quando disquisisce: «L’orefice guardò la vera, la soppesò a lungo sul palmo e mi fissò negli occhi. E poi decifrò la data scritta dentro la fede. Mi guardò nuovamente negli occhi e la pose sulla bilancia… poi disse: “Questa fede non ha peso, la lancetta sta sempre sullo zero e non posso ricavarne nemmeno un milligrammo d’oro. Suo marito dev’essere vivo – in tal caso nessuna delle due fedi ha peso da sola – pesano solo tutte e due insieme. La mia bilancia d’orefice ha questa particolarità che non pesa il metallo in sé, ma tutto l’essere umano e il suo destino”. L’amore non è un’avventura. Prende sapore da un uomo intero. Ha il suo peso specifico. E’ il peso di tutto il suo destino. Non può durare un solo momento. L’eternità dell’uomo passa attraverso l’amore. Ecco perché si ritrova nella dimensione di Dio – solo Lui è l’Eternità!»

di Anna Paola Borrelli*
*teologa moralista perfezionata in bioetica

14 Aprile, 2013

lunedì 15 aprile 2013

Commovente Scoperta: "Dopo Vent'anni, il Corpo di don Puglisi era intatto"


Commovente Scoperta: "Dopo Vent'anni, il Corpo di don Puglisi era intatto"

Il racconto di monsignor Cuttitta, vescovo ausiliario, che ha assistito all'apertura della cassa del sacerdote

Ci sono cose, nella vita, di fronte alle quali la ragione si ferma. E si interrompe il giudizio. E resta solo un'emozione difficile persino da dire. Lo stupore, spesso. La fede, talvolta. La suggestione di un pensiero, di un ricordo. Tutto questo rimane oggi sotto le ceneri di una notizia che come tutte le notizie brucia in fretta, e domani sarà probabilmente già vecchia: quella della traslazione delle spoglie di don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, e il cui corpo è stato trasferito oggi nella Cattedrale di Palermo dove riposerà in attesa della beatificazione, prevista il 25 maggio.

Vent'anni sono trascorsi dalla sua morte, eppure di quei vent'anni non c'era traccia sul suo corpo: "Quando è stata aperta la sua cassa ci siamo trovati davanti un corpo in ottime condizioni, quasi mummificato - racconta monsignor Carmelo Cuttitta, vescovo ausiliare e delegato del cardinare Paolo Romeo, che ha partecipato alle fasi della traslazione - Non un teschio, ma un viso dai tratti perfettamente riconoscibili, persino il colore delle mani ci ha stupito. Sembravano quelle di una persona viva".

Insieme a una copia del Vangelo e a un'icona della Madonna, nella cassa di don Pino Puglisi era conservata anche una rosa. Un dono particolarmente prezioso, lasciato scivolare lì all'epoca della morte del sacerdote da qualcuno che gli era evidentemente molto caro e che questa mattina era presente alla traslazione. Top secret il suo nome, ma un altro particolare commovente è emerso dal racconto di monsignor Cuttitta: "Ci ha chiesto - ha detto il vescovo ausiliare - se la rosa fosse ancora lì". E si, la rosa c'era ancora. Anche questo, se vogliamo, un piccolo miracolo. Anche quel fiore così prezioso, insieme agli altri oggetti che sono stati a contatto con la salma di padre Puglisi fino ad oggi, può essere annoverato adesso tra le reliquie di colui che tra poche settimane diventerà un Beato.

Ancora pochi giorni: il 25 maggio è dietro l'angolo. Molti mesi prima di prendere l'epocale decisione di ritirarsi, Papa Ratzinger aveva assicurato la sua presenza a Palermo, per l'occasione. Attualmente però l'arrivo del suo successore, Papa Francesco, non è ancora in programma. Del resto la beatificazione del sacerdote di Brancaccio sta ancora muovendo i primi passi. Nel frattempo le spoglie di don Puglisi riposeranno in Cattedrale: nella Cappella delle reliquie, al momento, insieme ai resti di martiri e santi, in attesa che venga eretta a Brancaccio la chiesa che dovrebbe ospitare il feretro in via definitiva. La futura casa di padre Puglisi dovrebbe accogliere, in sua memoria, anche un monumento particolare: una grande spiga di marmo. Una spiga, si. Che evocherà il suo nome, la sua storia e la sua vita attraverso il ricordo di un chiccho di grano (e d'amore), così piccolo eppure capace, da solo, di fecondare la terra.

Lun, 15/04/2013

sabato 13 aprile 2013

Preghiera della Candela

 
Preghiera della Candela

Una Candela da sola non prega
ma tu Signore, fa' che
questa candela che io accendo

SIA LUCE

perché tu mi illumini nelle mie
difficoltà e nelle mie decisioni!

SIA FUOCO

perché bruci in me
tutto l'orgoglio e l'egoismo!

SIA FIAMMA

perché tu riscaldi il mio cuore
e mi insegni ad amare!

Signore,
non posso restare molto tempo in chiesa:
nel lasciar consumare questa candela
è un po' di me stesso che voglio donarti.

Aiutami a prolungare la preghiera
nelle attività di questo giorno!

Amen.

domenica 7 aprile 2013

San Pio Da Pietralcina


SAN PIO DA PIETRALCINA


PREGHIERA Per Ottenere La Sua Intercessione
O Gesù, pieno di grazia e di carità e vittima per i peccati, che, spinto dall’amore per le anime nostre, volesti morire sulla croce, io ti prego umilmente di glorificare, anche su questa terra, il servo di Dio, San Pio da Pietralcina che, nella partecipazione generosa ai tuoi patimenti, tanto ti amò e tanto si prodigò per la gloria del Padre tuo e per il bene delle anime. Ti supplico perciò di volermi concedere, per la sua intercessione, la grazia (esporre), che ardentemente desidero.

3 Gloria al Padre

venerdì 5 aprile 2013

Apparizione a Mirjana Del 2 Aprile 2013 a Medjugorje in HD


lunedì 1 aprile 2013

Papa Francesco Regina Coeli 1° Aprile 2013


Papa Francesco

Regina Coeli

Piazza San Pietro
Lunedì dell'Angelo, 1° Aprile 2013

Cari fratelli e sorelle,

buongiorno, e buona Pasqua a tutti voi! Vi ringrazio di essere venuti anche oggi numerosi, per condividere la gioia della Pasqua, mistero centrale della nostra fede. Che la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre – e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e di speranza.

Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società. Per questo mi sembra importante sottolineare quello che oggi domandiamo a Dio nella liturgia: «O Padre, che fai crescere la tua Chiesa donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede» (Oraz. Colletta del Lunedì dell’Ottava di Pasqua).

E’ vero, il Battesimo che ci fa figli di Dio, l’Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioè in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte. La grazia contenuta nei Sacramenti pasquali è un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali. Ma tutto passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. Questo è il potere della grazia! Senza la grazia non possiamo nulla. Senza la grazia non possiamo nulla! E con la grazia del Battesimo e della Comunione eucaristica posso diventare strumento della misericordia di Dio, di quella bella misericordia di Dio.

Esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano, ma direi anche la nostra gioia quotidiana! La gioia di sentirsi strumenti della grazia di Cristo, come tralci della vite che è Lui stesso, animati dalla linfa del suo Spirito!

Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia.

Dopo il Regina Coeli

Saluto con grande affetto tutti voi, cari pellegrini provenienti da vari Continenti per partecipare a questo incontro di preghiera.

A ciascuno auguro di trascorrere serenamente questo Lunedì dell’Angelo, nel quale risuona con forza l’annuncio gioioso della Pasqua: Cristo è risorto! Buona Pasqua a tutti!

Buona Pasqua a tutti, e buon pranzo!