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venerdì 27 gennaio 2012

Messaggio Della Madonna Di Medjugorje Del 25 Gennaio 2012

"Cari figli! Anche oggi vi invito con gioia ad aprire i vostri cuori e ad ascoltare la mia chiamata. Io desidero avvicinarvi di nuovo al mio cuore Immacolato dove troverete rifugio e pace. Apritevi alla preghiera affinché essa diventi gioia per voi. Attraverso la preghiera l’Altissimo vi darà l’abbondanza di grazia e voi diventerete le mie mani tese in questo mondo inquieto che anela alla pace. Figlioli, testimoniate la fede con le vostre vite e pregate affinché di giorno in giorno la fede cresca nei vostri cuori. Io sono con voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

La Veggente Marija Pavlovic Comunica a Radio Maria il Messaggio Che Ha Ricevuto Dalla Madonna il 25 Gennaio 2012

mercoledì 25 gennaio 2012

Preghiera Al Volto Santo


Signore Gesù, Crocifisso e Risorto

Signore Gesù, crocifisso e risorto, immagine della gloria del Padre, Volto Santo che ci guardi e ci scruti, misericordioso e mite, per chiamarci alla conversione e invitarci alla pienezza dell'amore, noi ti adoriamo e ti benediciamo.

Nel tuo Volto luminoso, apprendiamo come si è amati e come si ama; dove si trova la libertà e la riconciliazione; come si diviene costruttori della pace che da te si irradia e a te conduce.

Nel tuo Volto glorificato impariamo a vincere ogni forma di egoismo, a sperare contro ogni speranza, a scegliere le opere della vita contro le azioni della morte.

Donaci la grazia di porre te al centro della nostra vita; di restare fedeli, tra i rischi e i mutamenti del mondo, alla nostra vocazione cristiana; di annunciare alle genti la potenza della Croce e la Parola che salva; di essere vigili e operosi, attenti ai più piccoli dei fratelli; di cogliere i segni della vera liberazione, che in te ha avuto inizio e in te avrà compimento. Signore, concedi alla tua Chiesa di sostare, come la Vergine Madre, presso la tua Croce gloriosa e presso le croci di tutti gli uomini per recare ad essi consolazione, speranza e conforto.

Lo Spirito che ci hai donato porti a maturazione la tua opera di salvezza, perché tutte le creature, liberate dai vincoli della morte, contemplino nella gloria del Padre il tuo Volto Santo, che splende luminoso nei secoli dei secoli. Amen.

domenica 22 gennaio 2012

Testimonianza Vocazionale

Testimonianza vocazionale di un seminarista


sacerdote_all_elevazione



Le strade del Signore sono infinite
Il mistero...della mia vocazione

Non so perché sia qui neppure perché il Signore abbia scelto proprio me tra tanti ragazzi che ci sono nel mondo ma so che la strada che sto percorrendo è l'avventura più incredibile che mi potesse capitare.Per farvi meglio càpire questo mistero vi racconterò brevemente la mia vita, che ad un certo punto si è incontrata con limpensabile e incredibile chiamata di Dio.
Sono nato in una famiglia cristiana cattolica praticante e fino all'età di 14 anni la mia vita più o meno è stata come quella di tanti di voi: sport , famiglia, scuola, la Messa domenicale nella mia parrocchia dove facevo anche il chierichetto. Dai qui in poi la mia vita ha continuato ad essere più o meno come prima , certo magari gli interessi cambiavano ma ciò che realmente cambiava e poco per volta era il mio rapporto con il Signore da cui lentamente ma progressivamente me ne allontanavo.

Si è vero continuavo ad andare a messa di tanto in tanto frequentavo gruppi di preghiera, loratorio ma passo dopo passo avevo sempre più dubbi, soprattutto non riuscivo a capire perché tante cose erano sbagliate, tutto ciò mi sembrava una fastidiosa imposizione che imprigionava la mia libertà e cosi ho iniziato ad allontanarmene a cercare più me stesso e a pensare quasi esclusivamente ai divertimenti (amici, discoteche, ragazze, pub insomma le solite cose che fa un ragazzo della mia età) convinto che così sarei stato felice Beh! In questa situazione alletà di 19 anni un po per accontentare i miei genitori un po per curiosità e un po per staccare dalla scuola sono stato a Medjugorje per un pellegrinaggio, con alcuni amici e la mia ragazza. Proprio qui per caso ho incontrato un Sacerdote, che dalla prima occhiata ha subito attirato la mia attenzione e dopo una confessione e una chiacchierata ci siamo scambiati il numero di cellulare. Da quel primo incontro ne sono susseguiti molti altri, e da quel giorno ho iniziato un lento riavvicinamento al Signore.

Il rapporto con questo padre che da prima era molto discreto poco per volta si è trasformato in un rapporto di vera amicizia, di piena confidenza, lui mi aiutava sia con consigli di vita pratica che con consigli di vita spirituale, è vero i problemi cerano lo stesso ma tanti perché che ognuno di noi portiamo nel nostro cuore trovavano risposta, iniziavo ad aprire gli occhi, svolgevo molte attività nel campo del volontariato, tutte cose che richiedono un po di impegno ma allo stesso tempo ti riempiono il cuore di felicità. Si proprio la felicità che tutti cercano io iniziavo a scoprirla. Più mi avvicinavo a Dio e più ero felice; dentro di me ero sereno e questo faceva si che anche tutto ciò che era intorno a me andasse bene,famiglia, scuola,. universita intrapresa con lo studio della fisioterapia. Tra una cosa e laltra nell'estate sono stato ad un corso di discernimento per meglio capire quale fosse la volontà di Dio nella mia vita e così il 28 luglio davanti al tabernacolo ho chiesto espressamente al Signore che cosa volesse da me e il Signore con un brano del vangelo aperto a caso, ha risposto alla mia domanda. In quel momento nel mio cuore ho provato una forte felicita, che non posso descrivervi a parole ma che mi ha fatto capire che il Signore mi chiamava per servirlo più da vicino come chiamò i suoi apostoli.

Mai prima di allora avevo pensato che il Signore mi invitasse dolcemente a seguirlo in questo cammino e invece proprio io..A quel punto toccava a me dare una risposta o si o no, non potevo scappare, ne lo volevo farlo. Ed è così che con un bricciolo di fede nel Signore e un po di pazzia personale ho detto il mio primo SI.
Adesso eccomi qua, in carreggiata nella strada che porta al cielo, nella strada della volontà di Dio.
Così dice un proverbio: le strade del Signore sono infinite ed è proprio vero non smetterà mai di sorprendici ma se ognuno di noi ha il coraggio di
intraprendere la strada della volontà di Dio si troverà immerso in un mistero di amore e in un mistero di immensa felicità.

mercoledì 18 gennaio 2012

Bisogna Guardare Avanti Con Coraggio

Intervista al presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Monti


Bisogna guardare avanti con coraggio


«Il magistero del Papa e la sua personale, forte testimonianza, il contributo importante della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana sono elementi propulsivi e critici di fondamentale rilievo. Di fronte al bene comune non si può fuggire». A sottolineare con queste parole il fondamentale apporto dei cattolici alla vita sociale italiana è stato il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, nell’intervista per «L’Osservatore Romano» e la Radio Vaticana, il cui testo viene pubblicato integralmente anche sui siti del nostro giornale e dell’emittente.Benedetto XVI e Mario Monti durante l’udienza di sabato 14 La crisi etica, ancora prima che economica, che attanaglia l’Europa; la frattura tra cittadini e politica; il futuro della moneta unica e del progetto di integrazione europea; le politiche fiscali introdotte per raggiungere il pareggio di bilancio; le liberalizzazioni: sono questi alcuni dei temi toccati da presidente del Consiglio italiano.

Presidente Monti, in un mondo di profondi cambiamenti economici e politici, sia a livello nazionale che internazionale, quali sono, secondo Lei, gli aspetti più qualificanti dei rapporti tra Stato e Chiesa? Lei, in particolare, vede dei cambiamenti in prospettiva?

In uno “spazio largo”, nel mondo globalizzato, dove l’idea stessa di confine non è più rigida, il rapporto tra gli Stati e la Chiesa può essere un ponte, un varco che abbatte i muri degli egoismi nazionali e rinsalda il senso di un’appartenenza che significa rispetto, responsabilità, solidarietà. La tradizione diventa “identità arricchita”, risorsa, riscoperta della comunità come possibilità di riscatto per ogni persona, storia e prospettiva di vita.

Presidente, condivide il fatto che le difficoltà dell’Occidente siano causate da una crisi etica e di valori, prima ancora che economica? Insomma, incide su questo, a suo avviso, anche la secolarizzazione e l’indebolimento delle “radici cristiane” dell’Europa?

Nessuno è in grado oggi di stabilire quando finirà l’attuale crisi economica e finanziaria, poi diventata sempre di più crisi sociale; ma ciascuno di noi ha il dovere di scegliere come chiudere il “tempo della povertà”, interrogandosi seriamente su quale sia la ricchezza vera. La crisi è conosciuta, a volte perfino drammatica, per le conseguenze materiali. È meno conosciuta, ma non meno grave, per le “povertà nascoste” che pure ha causato: emarginazione, perdita di speranza, denatalità, disgregazione delle comunità, delle famiglie, delle realtà associative. Non sempre noi vediamo drammi e deserti interiori che affliggono anche i giovani. In passato, la fine delle crisi economiche più gravi è venuta a coincidere con fatti storici drammatici, ed oggi si è parlato — in alcuni giornali — di «guerra finanziaria», di «attacco all’Europa», di «conflitti all’interno stesso dell’Europa». Oggi più che mai, la storia e la sua memoria chiedono l’impegno ed il coraggio di tutti ad ogni livello. Nessuna parola cade nel vuoto. Nessuna parola può non essere ascoltata. Anche un apparente, iniziale insuccesso può aprire strade nuove di dialogo e di crescita civile, morale, sociale. La giustizia e la pace sono la risposta più efficace alla perdita di senso che la crisi economica ha, in modo latente, provocato nella quotidianità delle persone. La crisi, per essere superata in tutti i suoi gravi profili, richiede quindi di guardare in avanti con coraggio, con speranza, ma anche di riscoprire le proprie radici.

Presidente, la classe dirigente italiana — ma naturalmente anche quella europea — è consapevole che è in atto una frattura tra il Paese reale e il Paese legale? Cioè, che quanto pensano i politici spesso non corrisponde al sentire comune della gente?

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riconosciuto nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia una tappa fondamentale per un compiuto esame di coscienza collettivo. Il che significa innanzitutto interrogarsi sul valore della convivenza civile e sulla credibilità delle Istituzioni. I rappresentanti delle Istituzioni sono chiamati ad assolvere al proprio compito secondo quanto sancito nella nostra Costituzione: «con disciplina e onore». I cittadini hanno diritto di chiedere condotte trasparenti e credibili, ma non è convogliando i malesseri sociali su facili vie di fuga che si ristabilisce un ordine ragionevole e un rapporto corretto tra opinione pubblica e Istituzioni. Un “tecnico”, come sono stato chiamato, può liberamente affermare che l’antipolitica e l’antiparlamentarismo causano danni che nel tempo possono dimostrarsi insidiosi. Ogni soggetto, individuale e collettivo, privato e pubblico, è chiamato ad essere “migliore”, in ogni ruolo — piccolo o grande — che assuma. Essere credibili cosa significa? Io credo che significhi soprattutto anteporre il bene comune a ogni interesse di parte. Il senso dello Stato si misura sulla volontà e sulla coerenza di ciascuno di tradurre la coscienza e il sentimento per la democrazia in regola di vita, esigente per se stessi e solidale per gli altri.

Presidente, la crisi è grave. C’è qualcuno, secondo Lei, che a livello internazionale ha interesse a far saltare la moneta unica? Insomma: serve una maggiore integrazione europea, secondo Lei?

Serve una maggiore coesione europea e serve combattere un rischio grave e cioè che l’euro, punto di arrivo, perfezionamento di un processo e pinnacolo molto audacemente innalzato sulla cattedrale dell’integrazione europea, si trasformi invece in un fattore di disintegrazione, di conflitto psicologico. Già solo “psicologico”, un conflitto è molto grave in Europa: tra Stati, tra popoli, tra popoli del Nord, popoli del Sud, come se ci fossero delle “esclusive” distribuite geograficamente tra chi è parsimonioso e serio, e chi è viceversa prono all’indisciplina individuale e collettiva. Ora, pensare che la causa della crisi sia l’euro è non solo un errore economico, ma un pretesto o, peggio, un tentativo di scaricare sull’Europa problemi anche di altre realtà, che coinvolgono ulteriori responsabilità e ben altri interessi. È però responsabilità di noi europei aver lasciato consolidare la sensazione, a volte, che la moneta prevalesse sulla bandiera dell’Europa nella quale — ricordiamocelo sempre! — le stelle sono disposte in un rapporto armonioso, dando il giusto “orientamento”. Oggi, rinunciare all’euro significherebbe abbandonare all’incertezza i più deboli ed i più poveri. L’euro resta uno strumento di straordinaria incidenza nella vita delle persone, ma non è il fine dell’azione comunitaria, che resta il “bene comune”. La crisi si supera alzando la “bandiera dei valori” sopra gli stessi “interessi della moneta”, e riconoscendo come la moneta, a sua volta, non è certo solo un fatto tecnico. L’euro per nascere ha avuto bisogno infatti di essere accompagnato da una serie di vincoli per una responsabile gestione dei bilanci pubblici. Ebbene, in questo senso, l’euro ha indotto tutti i Paesi che hanno voluto abbracciarlo a rispettare meglio anche valori etici fondamentali, come quello dell’equità tra le generazioni. Non è più possibile, in modo irresponsabile, gravare le generazioni future di un pesante fardello di debito pubblico prima ancora che nascano, perché ci sono — in una visione responsabile — dei vincoli posti proprio come regola di convivenza tra i Paesi che partecipano all’euro. Ho voluto fare questa considerazione che mostra come sarebbe veramente paradossale se una punta così avanzata nella costruzione europea dal punto di vista tecnico-politico, ma anche, in fondo, civile ed etico, si trasformasse in un fattore di arretramento.

Presidente Monti, più volte Papa Benedetto XVI e anche i vescovi italiani hanno sollecitato i cattolici a partecipare al rinnovamento etico e culturale della politica nazionale. Come vede Lei questo rinnovato protagonismo dei cattolici nella vita sociale italiana, a servizio del bene comune?

Il magistero del Papa e la sua personale, forte testimonianza, il contributo importante della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana sono elementi propulsivi e critici di fondamentale rilievo. Di fronte al bene comune non si può fuggire. Poco dopo la sua elezione, Benedetto XVI usò un’espressione ancora più chiara: «Non fuggire, per paura, davanti ai lupi». Penso che anche di fronte alla tempesta così prolungata che stiamo vivendo, dobbiamo coltivare sapientemente — e anche pazientemente, direi — la speranza. Alla crisi, cittadini e Istituzioni non devono rispondere fuggendo come di fronte ai lupi, ma restando saldamente uniti. Con le parole del Santo Padre possiamo dire: «con i mezzi della nostra ragione dobbiamo trovare le strade». Il che non significa affatto relegare la fede ad una nicchia di intimistico personalismo: al contrario, significa riaffermarne l’autonomia rispetto alla politica, non renderla — sono parole di Joseph Ratzinger — un «mero corollario teorico ad una determinata visione del mondo».

Presidente, per raggiungere il pareggio di bilancio sono state aumentate le imposte. Lei ritiene che già da quest’anno possano essere gettate le basi per una sorta di quoziente familiare, per rendere più equi i sacrifici?

Il pacchetto di misure per il consolidamento dei conti pubblici, presentato dal Governo al Parlamento, che l’ha prontamente approvato in dicembre, ha chiesto contributi a tutti. In quest’anno 2012 verrà dimostrato, con risultati certi, che alcuni, molti cosiddetti “soliti ignoti” diventeranno presto “soggetti noti” dal punto di vista fiscale. Un primo segno è già contenuto nel Decreto «Salva Italia»: si è prevista una clausola di favore per l’Imu a seconda del numero di figli. In tempo di crisi, e più in generale entro la cornice dell’equità, vale quanto affermava Giuseppe Toniolo: «Chi più può, più deve; chi meno può, più riceve».

Presidente, non crede che un controllo fiscale troppo duro sui comportamenti degli italiani possa diffondere paura tra chi le tasse le paga, senza toccare la piaga dell’evasione fiscale?

Credo di no. È un’azione che non è certo ispirata a mire di vessazione o di accanimento. Non bisogna avere nessuna paura, ma la certezza che chi non rispetta la legge non resterà nell’ombra: chi oggi evade pensa di trarne vantaggio, sicuramente reca danno ai concittadini e offre ai propri figli — in definitiva — un pane avvelenato; consegnerà loro, forse, alla fine della propria vita qualche euro di più, ma li renderà cittadini di un Paese non vivibile.

Presidente, Lei ha detto che il suo Governo non sarà impegnato solo sul fronte economico-finanziario. Da più parti si chiede un cambiamento della legge per la cittadinanza ai minori stranieri. Lei pensa che sia arrivato il tempo per affrontare anche quest’aspetto, che — ricordiamo — è stato evocato anche dal Presidente della Repubblica?

Io avverto come giusta la fatica di depurare il linguaggio da troppi eccessi e forzature che hanno contaminato il dibattito pubblico. Certe espressioni pronunciate fuggono al nostro pieno controllo e non si sa bene a quale approdo possono arrivare. Questo ha spesso — purtroppo — caratterizzato in passato e ancora caratterizza il modo in cui i cittadini e le persone si rapportano ai temi dell’immigrazione e dell’integrazione. Dignità e sicurezza delle persone possono, anzi debbono stare insieme: non si tratta di contemperare valori contrastanti, ma di saldare istanze pienamente legittime che tutti avvertiamo. Non c’è sicurezza senza rispetto, ma non si può obbligare nessuno alla bontà, si deve convincerlo. Serve il “coraggio della verità” che, in molti casi, si traduce nell’esercizio intelligente del buon senso.

Presidente Monti, ci può essere una “via italiana” alle liberalizzazioni, compatibile con le tradizioni e i valori della società nazionale?

Penso proprio di sì, anzi ci può essere una via che valorizza e rende più solide e più genuine quelle tradizioni, senza addossarle ad altri nella vita sociale. Ciò che va sotto il nome di liberalizzazioni è in realtà un insieme di misure per introdurre nell’economia e nella società italiana, con una più sana concorrenza, maggiori spazi per il merito, soprattutto a beneficio dei giovani, degli esclusi. Le tradizioni qualche volta — dobbiamo riconoscerlo — sono diventate corporazioni, sono diventate chiusure corporative e non sempre sono state vissute come un bene di cui essere orgogliosi, ma da far circolare — per così dire — con altri beni in una società composita, che sempre più deve cambiare, si spera in armonia, perché il Paese abbia un ruolo significativo nella comunità internazionale, sia anche competitivo: questo è un termine economico, che denota un atteggiamento di coraggio, di desiderio — anche qui — di non fuggire di fronte ai lupi della competizione internazionale. Ebbene, per me liberalizzare significa — in questo senso che ho cercato di descrivere — offrire benefici, risparmi e benessere a un numero più elevato di cittadini, senza per questo compromettere l’esistenza di nessuno. Anche se in Italia forse è più difficile che altrove, ciascuno può contribuire all’interno del proprio settore ad una operazione di trasparenza contro privilegi eccessivi, per meglio garantire i giusti diritti. Ognuno di noi è produttore di qualche cosa, offre il suo tempo, le sue energie, il suo lavoro nell’ambito di un’impresa, di un’amministrazione, pensa alle tutele che vorrebbe sempre di più avere nel proprio ambito lavorativo, ma è contemporaneamente anche consumatore, è contemporaneamente anche risparmiatore e noi dobbiamo cercare di ricomporre in unità le tutele dei singoli aspetti per avere una società più aperta, più dinamica e — non ricuso il termine — più competitiva.

Presidente, quali sono le vie principali attraverso cui la Chiesa in Italia può contribuire maggiormente a sostenere lo Stato?

Nella formazione, nell’integrazione, nella responsabilità civile e morale, il contributo della Chiesa è davvero prezioso. Quando ho incontrato il Santo Padre ho vissuto un’esperienza profonda e indimenticabile. È stata una visita ufficiale e spero — pur emozionato — di aver rappresentato il mio Paese in modo adeguato. Le mani del Papa sono mani forti che sostengono il peso di molti; sono mani che rassicurano, perché a loro volta si lasciano sorreggere. Il Santo Padre ha chiaramente affermato che «la distinzione tra l’ambito politico e quello religioso» serve a tutelare la libertà religiosa e a riconoscere la responsabilità dello Stato verso i cittadini. Il Presidente Napolitano ha dichiarato che «il senso della laicità dello Stato abbraccia il riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso». Mi riconosco pienamente nel criterio della distinzione e della reciproca collaborazione. Certamente la fede è un valore, innanzitutto da vivere e da condividere secondo lo stile e la sensibilità propria di ciascuno, dentro un perimetro di libertà comune a tutti. Considero di estrema e immutata attualità le parole scritte da Joseph Ratzinger nel 1968: «Tanto il credente quanto l’incredulo, ognuno a suo modo, condividono dubbio e fede. Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno alla fede. E chissà mai che proprio il dubbio non divenga il luogo della comunicazione».

giovedì 12 gennaio 2012

Testimonianza Di Mirjana Del 1 Gennaio 2012

mercoledì 11 gennaio 2012

Commento di Padre Livio al Messaggio del 2 Gennaio 2012

Messaggio a Mirjana del 2 gennaio 2012

Come ogni 2 del mese verso le ore 9 di mattina
la Madonna è apparsa a Medjugorje alla veggente Mirjana e le ha dato il seguente messaggio:

"Cari figli,
mentre con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori, vedo in essi dolore e sofferenza, vedo un passato ferito e una ricerca continua, vedo i miei figli che desiderano essere felici, ma non sanno come.
Apritevi al Padre! Questa è la via alla felicità, la via per la quale io desidero guidarvi.
Dio Padre non lascia mai soli i suoi figli e soprattutto non nel dolore e nella disperazione.
Quando lo comprenderete ed accetterete, sarete felici.
La vostra ricerca si concluderà.
Amerete e non avrete timore. La vostra vita sarà la speranza e la verità che è mio Figlio. Vi ringrazio.
Vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto. Non dovete giudicare, perché tutti saranno giudicati".

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 gennaio 2012


Questo messaggio certamente è entrato in molti cuori, anche in quelli di chi forse è più lontano dalla fede e dalla pratica religiosa, perché ha un taglio esistenziale molto evidente, in quanto la sofferenza e il dolore sono i nostri compagni, sono i compagni della nostra vita. La Madonna addirittura arriva a parlare anche di disperazione. Lei vede la deriva a cui arriva una vita quando è lontana da Dio, come quando sulla terra non splende più il sole. Immaginatevi cosa sarebbe la terra! Sarebbe una lunga, insopportabile e gelida notte invernale. Così è la vita quando non si prende il sole di Dio che illumina, che riscalda, che dà gioia. Questa è la situazione esistenziale dell’umanità specialmente nel nostro tempo in cui molti vivono come se Dio non esistesse, come se Dio non ci fosse e quindi, anche se sono sazi, come diceva una volta il Cardinale Biffi disegnando un po’ la società del nostro tempo, sono sazi e disperati.
Però quello che mi ha colpito in questo messaggio è che la Madonna non punta il dito contro i sazi e i disperati, ma dice: con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori”, cioè la Madonna vede questa umanità che si è allontanata da Dio, da suo Figlio, dalla verità, dalla luce e quindi anche dalla pace. Vede questa umanità sofferente e sofferente per colpa sua, perché non è che manchi la via della salvezza, la via della gioia, anzi, possiamo dire come diceva Giovanni Paolo II: “è in atto un consapevole rifiuto di Cristo”.
Però la Madonna non rimprovera né punta il dito, è come una madre che vede i figli che soffrono, anche se soffrono per colpa propria, anche se soffrono perché hanno voluto sbagliare, nonostante le Sue raccomandazioni, però vedendoli soffrire si dà da fare. Insomma una madre che vede i figli che soffrono non sta lì a valutare se hanno colpa o non hanno colpa, se è colpa loro o colpa di chi, e dice: con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori, vedo in essi dolore e sofferenza”, indica le due componenti della vita umana, il dolore e la sofferenza, sia fisica, che psicologica, che spirituale. Questo dolore e questa sofferenza sono contrassegnati da il cumulo delle ferite, delle amarezze, delle sconfitte, il cumulo delle disillusioni, e tutto ciò ha fatto sì che il cuore sia gonfio ormai e quindi si arriva perfino alla disperazione. Questo è lo sguardo materno di Maria: vedo in essi dolore e sofferenza, vedo un passato ferito e una ricerca continua e poi la Madonna dice: perché tutto questo? Perché, come dice Sant’Agostino: “tutti cerchiamo la felicità”, non c’è uomo che non cerchi la felicità, la felicità è il motore della vita, è il motore di tutte le nostre scelte, il motore di tutte le nostre azioni, tutti desideriamo essere felici. Solo che passiamo da un’illusione all’altra e cioè la nostra vita è fatta da un concatenamento di illusioni e delusioni, finché poi il calice dell’amarezza trabocca. Questo perché non abbiamo imboccato la via della felicità, abbiamo cercato la felicità nell’effimero, nelle cose che passano. La Madonna ci aveva già messo in guardia: “tutto crolla, tutto passa, ci aveva anche detto: “cosa vagate qua e là”, soprattutto per noi credenti, noi sappiamo qual è la via della felicità.
La via per la quale la Madonna desidera guidarci, sia ben chiaro è la via stretta, non è la via larga, la via larga è una via illusoria, è quella in cui satana ci distrugge con quello che ci offre, è la via in cui le illusioni di felicità diventano delusioni. La via della felicità è una via più stretta, lo dice il Vangelo, ma come diceva Paolo VI con una felicissima espressione:il Cristianesimo non è facile ma è felice”.
Quindi la via della felicità è meno facile ovviamente di quella larga e spaziosa che satana ci propone, è la via in salita, è la via attraverso la quale noi saliamo in alto, noi sappiamo che tutti i sentieri di montagna sono molto faticosi, però dall’alto si godono dei panorami meravigliosi.
La Madonna ci dice che c’è una via della felicità. Non è vero che la felicità sia un’illusione, come diceva il Leopardi, non è vero che la felicità non esiste, non è vero che la felicità non sia possibile, la felicità esiste, è possibile, anzi potremmo definire la felicità come la pienezza dell’amore, però questo amore che rende felici, questo amore che sazia il cuore, che sazia la nostra fame di assoluto e di felicità, questo amore ce lo dona il Padre Celeste.
Ecco perché la Madonna dice: Apritevi al Padre”. Il Padre Celeste, attraverso Suo Figlio, Verbo Incarnato, e attraverso lo Spirito Santo, lo Spirito d’Amore che è stato diffuso nei nostri cuori nel Battesimo e che molte volte abbiamo perso per strada, ci dona la felicità che è questa pienezza d’Amore ed è l’Amore di Dio diffuso nei nostri cuori.
Senza questo Amore che è certo, che è sicuro, che non tradisce mai, che non passa mai, senza questo Amore non possiamo essere felici. Noi non siamo come gli animali che sono felici quando sono sazi, perché il cuore umano ha fame di amore assoluto e di amore eterno che non c’è nelle creature, ma ci viene soltanto da Dio che ce lo comunica attraverso il Cuore di Gesù Cristo e attraverso il Cuore di Maria.
Bevendo di quell’acqua, cioè di quell’amore non abbiamo più sete, mentre bevendo l’acqua delle cose effimere noi avremo ancora sete, come dice Gesù nell’incontro con la Samaritana.
La via della felicità è aprirsi al Padre. Il Padre ci dà questo Amore, perché Lui non lascia mai i suoi figli soli. Noi molte volte ci sentiamo soli, noi oggi sgomitiamo gli uni vicino agli altri, ma la nostra società è una società di solitudine di massa. La cosa che molte volte sorprende è che le persone sono sole nelle proprie famiglie, hanno la moglie, i figli, i nipoti e poi sono soli, perché dalla solitudine ci sottrae soltanto Dio, perché l’unico vero rimedio alla solitudine è Dio, perché Dio è dentro di te, è una presenza nel tuo intimo, è una presenza che non ti abbandona mai.
Le altre persone sono comunque fuori di te, non possono mai essere veramente il rimedio alla tua solitudine. Se però tu ti apri al Padre Celeste che ti dona attraverso Gesù il suo Amore, il tuo cuore trabocca di amore.
Allora tu donando questo Amore di Dio agli altri, esci dalla solitudine e recuperi il tuo rapporto con gli altri, poiché l’amore che lega è di matrice soprannaturale, è un amore che è al riparo da quelle venature di egoismo che sono nell’amore puramente umano che poi provocano molte volte dolore e sofferenza.
Allora, quando noi abbiamo incontrato l’Amore di Dio, non c’è più niente da cercare, la vostra ricerca si concluderà. Amerete e non avrete timore”. L’Amore di Dio, il sentirsi amati da Dio, sentirsi protetti da Dio, mettere la nostra vita nelle mani di Dio, sentire tutto questo, sentire che la Madonna come Madre che Dio ci ha mandato ci è accanto, ci guida e ci protegge, tutto questo fa sì che noi non cerchiamo più nulla, non c’è più niente da cercare, perché abbiamo trovato il sole della vita, la luce che illumina e il calore che riscalda.
Quando uno ha incontrato l’Amore di Dio, la sua ricerca si conclude, è felice, pur portando la croce.
In questa visione della vita dove splende il sole di Dio anche le paure si dissolvono, la paura del futuro, la paura della morte, la paura della malattia, la paura dei tracolli economici, anche perché poi, quello che dice Gesù: “guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono … eppure il Padre Celeste li nutre, .. guardate come crescono i gigli del campo, non faticano e non filano …. Neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro.. cercate prima il regno di Dio… tutto il resto vi verrà dato in sovrappiù” (Matteo 6,25), quelle parole di Gesù sono molto vere e se noi crediamo in queste cose poi sperimentiamo quanto sono vere nella nostra vita, sperimentiamo che Dio c’è, che Dio ci ama, che Dio ci aiuta e vediamo che la preghiera fatta con fede è sempre ascoltata.
Dio ci dà i segni della sua benevolenza, del suo Amore, della sua presenza, e così la vostra vita sarà la speranza e la verità che è mio Figlio”, cioè vivremo in Cristo Gesù, vivremo come Gesù nell’affidamento totale al Padre Celeste.
All’inizio dell’anno la Madonna ci invita all’abbandono totale in Dio, alla ricerca del suo Amore, a non disperare della felicità che è possibile e che ci viene donata. La felicità è un dono prima ancora che una conquista e questa è l’amore di Dio diffuso nei nostri cuori, con questo amore di Dio diffuso nei nostri cuori affrontiamo questo nuovo anno, che sia un anno pieno di opere buone, come la Madonna ha detto nel messaggio precedente. Quando noi abbiamo sperimentato l’amore di Dio, noi poi siamo le sue mani gioiosamente tese verso i fratelli. Amerete e non avrete timore! Che bello!
La Madonna, che come vedete è veramente la Madre della Chiesa, da circa due anni, è molto preoccupata per la Chiesa e non fa che richiamare tutti noi a pregare per i pastori della Chiesa, ad amare i pastori della Chiesa, a non giudicare i pastori della Chiesa. Questa volta però l’esortazione è accompagnata da un ammonimento: perché tutti saranno giudicati”, cioè tutti gli uomini saranno giudicati e vorrei aggiungere la parola che ha detto Gesù stesso: “con la misura con la quale giudicherete, sarete giudicati”.
La Madonna veramente parla da Madonna, nessuno al mondo parla come la Madonna, nessuno parla come Lei.

domenica 8 gennaio 2012

Testimonianza Di Marija Ai Pellegrini Italiani Alla Fine Di Dicembre 2011

mercoledì 4 gennaio 2012

Messaggi Che Parlano Dei 10 Segreti Di Medjugorje

http://www.medjugorjeusa.org/27thanniversary.gif

Messaggi sui 10 Segreti


Messaggio del 14 aprile 1982
Dovete sapere che Satana esiste. Egli un giorno si e' presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l'intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: Non la distruggerai!: Questo secolo in cui vivete e' sotto il potere di Satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verra' distrutto. Gia ora egli comincia a perdere il suo potere e percio' e' diventato ancora più' aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi. Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case. E riprendete l'uso dell'acqua benedetta!

Messaggio del 23 dicembre 1982
Tutti i segreti che ho confidato si realizzeranno e anche il segno visibile si manifestera' Ma non aspettate questo segno per soddisfare la vostra curiosita'. Questo, prima del segno visibile, e' un tempo di grazia per i credenti. Percio' convertitevi e approfondite la vostra fede! Quando verra' il segno visibile, per molti sara' gia' troppo tardi.

Messaggio del 7 maggio 1985
«Cara figlia mia (Ivanka), oggi è il nostro ultimo incontro. Non essere triste, perché io verrò a farti visita in occasione di tutti gli anniversari, tranne il prossimo. Figlia mia, non pensare di aver commesso qualche errore e che per questo motivo non verrò più a farti visita. Non hai fatto nulla. Tu hai accolto con tutto il cuore e realizzato i piani che mio Figlio e io avevamo. Sii felice, perché io sono tua Madre, che ti ama con tutto il cuore. Ivanka, grazie per aver risposto alla chiamata di mio Figlio e per essere stata così perseverante come Lui si aspettava. Figlia, di’ ai tuoi amici che mio Figlio e io saremo sempre con loro quando ci cercheranno e invocheranno. Quello che ti ho detto in questi anni a proposito dei segreti non rivelarlo a nessuno, fino a quando io non te lo dirò. Ivanka, la grazia che tu e i tuoi fratelli avete ricevuto non l’ha ricevuta nessuno fino a ora in terra».

Messaggio del 28 gennaio 1987
Miei cari figli! Sono venuta da voi per condurvi alla purezza dell’anima e, quindi, verso Dio. Ma come mi avete accolto? All’inizio senza credere, con paura e sfiducia verso i ragazzi che ho scelto. Poi una maggioranza di voi mi ha accolto nel suo cuore e ha incominciato a mettere in pratica le mie richieste materne. Ma purtroppo questo non è durato a lungo. In qualunque luogo io vada, e con me mio Figlio, là mi raggiunge anche Satana. Voi avete permesso, senza accorgervene, che prendesse il sopravvento in voi, che vi dominasse. Alcune volte capite che qualche vostro gesto non è permesso da Dio, ma rapidamente soffocate questo sentimento. Non cedete, figli miei! Asciugate dal mio volto le lacrime che verso osservando quello che fate. Guardatevi intorno! Trovate il tempo per accostarvi a Dio in chiesa. Venite nella casa del Padre vostro. Trovate il tempo per riunirvi in famiglia e supplicare grazia da Dio. Ricordatevi dei vostri morti, date loro gioia con la celebrazione della Messa. Non guardate con disprezzo il povero che vi supplica per una crosta di pane. Non cacciatelo dalla vostra mensa piena. Aiutatelo, ed anche Dio aiuterà voi. Forse la benedizione che il povero vi dà come ringraziamento, si realizza, forse Dio lo ascolta. Voi, figli miei, avete dimenticato tutto questo. E in ciò ha contribuito anche Satana. Non cedete! Pregate con me! Non ingannatevi pensando: “Io sono buono, ma il fratello che mi sta accanto non vale nulla”. Non sareste nel giusto. Io, come vostra madre, vi amo e perciò vi ammonisco. Qui ci sono dei segreti, figli miei! Non si sa di che si tratta, ma quando lo si verrà a sapere, sarà tardi! Ritornate alla preghiera! Nulla è più importante di essa. Vorrei che il Signore mi permettesse di chiarirvi almeno in parte i segreti; ma sono già troppe le grazie che vi offre. Pensate a quanto voi offrite a Lui. Quando avete rinunciato l’ultima volta a qualche cosa per il Signore? Non voglio rimproverarvi ulteriormente. Desidero invece invitarvi ancora una volta alla preghiera, al digiuno, alla penitenza. Se col digiuno desiderate ottenere una grazia da Dio, che nessuno sappia che digiunate. Se con un dono ad un povero, desiderate ottenere una grazia da Dio, che nessuno lo sappia all’infuori di voi e del Signore. Ascoltatemi, figli miei e riflettete in preghiera su questi miei richiami!

Messaggio del 25 agosto 1991
Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, adesso come mai prima, quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e desidera bloccare i progetti della pace e della gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte nelle sue decisioni. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e digiunare ancora più fortemente. Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l'importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Desidero salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato sia realizzato completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggio del 25 dicembre 2010
Jakov ha detto: La Madonna mi ha parlato dei segreti e alla fine ha detto: pregate, pregate,
pregate.

Apparizione Della Madonna di Medjugorje a Mirjiana Del 2 Gennaio 2012

lunedì 2 gennaio 2012

Messaggio Della Madonna di Medjugorje Dato a Mirjiana il 2 Gennaio 2012



“Cari figli, mentre con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori, vedo in essi dolore e sofferenza; vedo un passato ferito e una ricerca continua; vedo i miei figli che desiderano essere felici, ma non sanno come. Apritevi al Padre. Questa è la via alla felicità, la via per la quale io desidero guidarvi. Dio Padre non lascia mai soli i suoi figli e soprattutto non nel dolore e nella disperazione. Quando lo comprenderete ed accetterete sarete felici. La vostra ricerca si concluderà. Amerete e non avrete timore. La vostra vita sarà la speranza e la verità che è mio Figlio. Vi ringrazio".

"Vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto. Non dovete giudicare, perché tutti saranno giudicati“.