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martedì 28 giugno 2011

I Santi Apostoli Pietro e Paolo


Pietro, scelto da Cristo come pietra viva dell'edificio ecclesiale, clavigero insieme con gli altri apostoli del Regno dei cieli (Mt 16,13-19), pastore del gregge santo (Gv 21,15-17). L’apostolo Pietro sigillò la sua testimonianza al Maestro con il martirio a Roma, verso l'anno 67, durante la persecuzione anticristiana di Nerone. Pietro, pietra della chiesa, pescatore in Betania. «Ti farò pescatore di uomini», gli disse Gesù e Pietro lo seguì. Umile, fedele – fedele nonostante il tradimento durante la passione. Fu il primo a predicare dopo la discesa dello Spirito Santo. Nato a Betsaida in Galilea, Pietro, il cui nome originale era Simone, era pescatore a Capernaum. Fratello di Andrea e figlio di Giona, divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea, dove assistette alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù, fu l'unico, insieme al cosiddetto «discepolo prediletto», cioè l’apostolo Giovanni, a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa. Fu costretto anch'egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro, come questi aveva già predetto. Ma Pietro ricevette dallo stesso Risorto il mandato di fare parte di nuovo del collegio degli apostoli, di cui, insieme con l’apostolo Paolo, è principe.

Paolo, l’evangelizzatore dei pagani. Il suo nome originale era Saulo, fiero di essere cittadino romano. Saulo perseguitò i cristiani e approvò l’uccisione di Stefano, il primo martire per Cristo, tanto da conservare i vestiti dei lapidatori. Poi, folgorato dalla verità sulla via tra Gerusalemme e Damasco, trasformato nel profondo dall’amore di Gesù e dalla sua buona notizia, cambiò il nome in Paolo e predicò e insegnò per lui. Cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso, strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli, Paolo è il più grande missionario di tutti i tempi, l'avvocato dei pagani, l'apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro fa risuonare il messaggio evangelico nel Mediterraneo. L’apostolo sigillò con il martirio a Roma, verso l'anno 67, la sua testimonianza al Maestro.

Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo, così come per la costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana. Entrambi morirono a Roma nello stesso periodo: Pietro, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano, presso la via Trionfale; Paolo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense.

Il 29 di giugno la Chiesa commemora la solennità liturgica degli Apostoli Pietro e Paolo. La festa è antichissima. Fu inserita nel calendario subito dopo l’istituzione della festa del Natale di Cristo a Roma (poco prima della metà del III secolo). I loro nomi vengono associati il ventinove (29) di giugno perché era il giorno in cui la memoria di entrambi veniva celebrata nel santuario sulla via Appia in Roma.

domenica 26 giugno 2011

Video Apparizione a Ivan oggi 26 Giugno 2011 ore 18:40



Video della Apparizione della Regina della Pace a Ivan stasera 26 giugno 2011 alle ore 18:40 nella Cappella privata della sua casa a Bjacovici

Miracolo Eucaristico di Bolsena

MIRACOLO EUCARISTICO DI BOLSENA
Anno 1263, miracolo del corporale insanguinato
(da tale avvenimento ha avuto origine la festa cattolica del Corpus Domini)


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Presente nel Duomo di Orvieto. Indirizzo: CHIESA CATTEDRALE S. MARIA ASSUNTA Piazza del Duomo-05018 ORVIETO

Nel Lazio, in provincia di Viterbo, di fronte al lago omonimo, è posizionata Bolsena, cittadina medievale. Entro la cerchia delle sue mura, nella chiesa santuario di S. Cristina avvenne il Miracolo Eucaristico del Corporale insanguinato che, a plebiscitario giudizio degli storici, va fissato all'anno 1263.
Per la conoscenza della storia del Miracolo di Bolsena, restano fondamentali le due epigrafi su tavole di marmo rosso attribuite ad Ippolito Scalza: l'una risalente al 1573-74 (quella di Bolsena) l'altra datata al 1601 (quella di Orvieto).
Nella meravigliosa città di Orvieto, nel «giglio d'oro delle cattedrali», che è il suo splendido Duomo, si custodisce la Reliquia del miracolo eucaristico di Bolsena.
Riportiamo, in primo luogo, il testo della lapide di Bolsena in una traduzione italiana di Giovanni Battista Scotti del 1863 limitatamente a quella parte che illustra la natura e le circostanze del miracolo: «Nel tempo in cui Papa Urbano IV, di celebre memoria, con i suoi fratelli cardinali e con la sua Curia risiedeva in Orvieto, vi fu un sacerdote alemanno, di singolare discrezione e d'insigne bontà di costumi, e che in tutte le cose si mostrava a Dio fedele, solo che nella fede di questo Sacramento (l'Eucaristia) dubitava assai; cioè come mai potesse essere che al proferire il Sacerdote quelle parole: questo è il mio Corpo, il pane si mutasse nel vero e santissimo Corpo di Cristo, e al proferire quelle altre: questo è il mio Sangue,il vino si cambiasse in sangue. Tuttavia, ogni giorno supplicava Iddio nelle sue orazioni che si degnasse di mostrargli un qualche segno che gli avesse rimosso dall'anima ogni dubbio. Quando, venuto il tempo, l'onnipotente e misericordioso Iddio, il quale non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva, e nessuno che in lui speri abbandona, affinché il detto sacerdote desistesse da quell'errore e la fede avesse maggiore fermezza, dispose che quel sacerdote proponesse, per impetrare il perdonò dei suoi peccati, di visitare il sepolcro degli apostoli Pietro e Paolo ed altri pii luoghi.
Perciò s'incamminò verso Roma, ed arrivato al castello di Bolsena, della diocesi di Orvieto, stabilì di celebrare la messa in questa presente chiesa di S. Cristina vergine ed in questo stesso luogo, detto volgarmente delle Pedate, dove si vedono mirabilmente, come scolpite, le orme de' piedi della suddetta vergine.

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Mentre costui celebrava qui la messa e teneva l'Ostia nelle mani sopra il calice, si mostra una cosa meravigliosa, da far stupire, per il miracolo, sia gli antichi tempi, che i nuovi. Improvvisamente quell'ostia apparve, in modo visibile, vera carne e aspersa di rosso sangue, eccetto quella sola particella, che era tenuta dalle dita di lui; il che non si crede accadesse senza mistero; ma piuttosto perché fosse noto a tutti quella essere stata veramente l'ostia che era dalle mani dello stesso sacerdote celebrante portata sopra il calice. Di più una benda, che si teneva per purificazione del calice, restò bagnata da quella effusione di sangue. Alla vista del miracolo, colui che prima dubitava, confermato nella fede, stupì, e procurò di nasconderlo con il corporale; ma quanto più si sforzava di nascondere tanto più ampiamente e perfettamente, per virtù divina, si divulgava il miracolo.
Infatti ciascuna goccia di sangue, che da quella scaturiva, tingendo il sacro corporale, vi lasciò impresse altrettante figure a somiglianza di uomo. Vedendo ciò quel sacerdote, atterrito, cessò dal celebrare e non osò andare avanti. Anzi, preso da intimo dolore e spinto dal pentimento, collocato prima con la pia dovuta devozione nel sacrario della detta chiesa quel venerabile sacramento, corse in fretta dallo stesso Sommo Pontefice, e genuflesso innanzi a lui, gli narrò tutto l'accaduto e della propria durezza di cuore e dell'errore chiese perdono e misericordia.
Udite queste cose, il Papa restò pieno di grandissima ammirazione, e siccome era in terra Vicario di colui, che un cuore contrito ed umiliato non disprezza, lo assolse e gli impose una salutare penitenza. Ed affinché la lucerna posta sul candelabro risplendesse maggiormente per quelli che sono nella casa del Signore, decretò che il venerabile Corpo di Cristo fosse portato nella chiesa orvietana, che era stata insignita col nome della Madre sua, ed espressamente comandò al vescovo di Orvieto di recarsi alla detta chiesa della beata Cristina, e lo portasse in questa città.
Obbedendo ai suoi comandi, questi si recò al luogo del miracolo, e riverentemente prendendo il Corpo di Cristo, accompagnato da chierici e da molti altri, lo portò sin presso alla città, al ponte di un certo torrente, detto volgarmente Riochiaro, dove gli venne incontro lo stesso Romano Pontefice con i suoi cardinali, con i chierici e religiosi e con una numerosa moltitudine di Orvietani, con immensa devozione e spargimento di lacrime.
E come nel giorno delle Palme i fanciulli degli Ebrei, così anche i fanciulli e i giovani orvietani cantando vennero incontro con rami d'ulivo. Ed il Pontefice avendo preso nelle sue mani, genuflesso a terra, quel venerabile Sacramento, lo portò alla chiesa di Orvieto con inni e cantici, con gaudio ed allegrezza, ed onorevolmente lo depose nel sacrario della stessa chiesa... L'anno della Natività del nostro Signore Gesù Cristo 1263».
L'epigrafe di Orvieto sostanzialmente si rifà e ripete il contenuto della narrazione di Bolsena, per cui ci dispensiamo dal riportarla. Certamente il nucleo originario del racconto era più sobrio, il dato della tradizione iniziale più modesto, quasi un lapidario appunto di cronaca.
Fu il Papa Nicolo IV a mettere la prima pietra della Cattedrale di Orvieto, il 3 novembre 1290. La Cappella del Corporale fu costruita nel 1356 ed è affrescata con la storia del miracolo e con i prodigi dell'Eucaristia. Al tabernacolo lavorò Andrea Orcagna; al reliquiario contribuì l'arte figurativa senese con gli smalti di singolare bellezza di Ugolino di Vieri (1338). Questo fiorire dell'arte è una testimonianza che sottolinea chiaramente il crescente interesse e il vivo culto prestato alla Reliquia.
Nel 1506 il Pontefice Giulio II visitò il famoso Corporale, dando poi l'incarico a Raffaello Sanzio di affrescare l'avvenimento.

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L'artista eseguì la commissione e l'opera si trova nella «stanza di Eliodoro» in Vaticano (1512). Del XVI secolo è un affresco della Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, che in un'unica scena ripropone gli episodi salienti del prodigio. A Chiusi, nella chiesa di S. Francesco, vi è una tela, di un anonimo del XVII secolo, che raffigura il sacerdote stupefatto, mentre mostra ai presenti il corporale intriso di sangue. Della fine del XIX secolo è l'affresco che raffigura la Messa del Prodigio, nella chiesa del Corpus Domini in via Nomentana a Roma, entro lo spazio del presbiterio.
Sul frontone della elegante balaustra cinquecentesca in pietra della chiesa di S. Cristina, è incisa questa scritta: «Profani state lontani e ben lontani, perché qui è il Sangue di Cristo, il quale è la nostra salvezza», con chiaro riferimento alle Lapidi macchiate del Sangue prodigioso, venerate entro quel sacro recinto. Bolsena custodisce quattro dei cinque marmi che si macchiarono di sangue al momento del miracolo. Tre (Lapidi) sono custodite sull'altare della nuova chiesa del Miracolo, incastonate nella parete in tre ciborietti con sportelli in metallo dorato. La quarta (Lapide) e esposta nel suo reliquiario sull'altare maggiore della Cappella sistemazione realizzata nel 1987, in occasione della festa del Corpus Domini. La quinta (Lapide) nel 1602 fu donata alla parrocchia di Porchiano del Monte.

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Le Reliquie vere e proprie del Miracolo, riposte nel sacrario della Cattedrale da Urbano IV, nel 1338 ebbero la loro splendida custodia: il reliquiario di Ugolino di Vieri. Esso si presenta perfetto nell'elegante disegno, slanciato nella sua linea gotica, splendente per i metalli preziosi e le vibrazioni vitree degli smalti.
Il reliquiario, capolavoro gotico in miniatura, è stato ultimamente restaurato e, per impedirne il disfacimento dovuto all'inquinamento atmosferico, verrà posto sotto una speciale cupola microclimatizzata. «Quanto all'intervento di restauro, stralciamo da una pagina de L'Osservatore Romano, in data 16 luglio 1992, esso si è limitato a rimuovere i residui dei prodotti dati m passato come fissativi e ravvivanti, ad asportare i prodotti ai corrosione dell'argento e a creare dei punti di adesione ai bordi delle lacune fra lamina d'argento e smalto. Nell’ ambito della Cappella del Corporale il reliquiario di mastro Ugolino sarà collocato lungo la parete sinistra consentendo di mantenere un rapporto dialettico fra la Reliquia e il suo storico contenitore, pur mantenendo disgiunti gli elementi sacri da quelli profani».

Messaggio Della Madonna a Marija del 25 Giugno 2011

"Cari figli, ringraziate con me l’Altissimo per la mia presenza con voi. Gioioso è il mio cuore guardando l’amore e la gioia che avete nel vivere i miei messaggi. In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati affinché si sveglino dal sonno dell’incredulità. Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio cuore Immacolato perchè possa guidarvi tutti verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Marija Pavlovic Legge il Messaggio del 25 Giugno 2011



Marija Pavlovic legge il Messaggio del 25 Giugno 2011 a Radio Maria e parla di questi 30 anni di Apparizioni a Medjugorje

Commento di Padre Livio al Messaggio del 25 Giugno 2011

sabato 25 giugno 2011

Il Purgatorio Secondo La Veggente Vicka


La Madonna ha portato due dei veggenti di Medjugorje (Vicka e Jakov) a visitare il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Ecco come Vicka lo descrive.

Il Purgatorio:

"dopo [aver visitato il Paradiso] siamo andati in Purgatorio…Anche il Purgatorio è un grande spazio. In Purgatorio, però, non si vedono le persone, ma solo si vede una grande nebbia e si sente…che le persone soffrono. Sai, si sentono dei rumori....Non si può dire che si sentono dei colpi e neppure che si sentono dei pianti. Lì non si vedono le persone. Non è come il Paradiso…Si sente che soffrono. Si sentono delle voci e anche dei rumori, come uno che si picchia...E’ difficile spiegare una cosa che tu non vedi…In Paradiso tu vedi che camminano, cantano, pregano, e quindi lo puoi riferire con esattezza. In Purgatorio si vede solo una grande nebbia…La Madonna ha detto che le persone che si trovano in Purgatorio aspettano le nostre preghiere per poter andare quanto prima in Paradiso…Per me, la nebbia è sicuramente un segno di speranza. Loro stanno soffrendo, ma hanno la certa speranza che andranno in Paradiso…Se noi preghiamo di più, loro vanno prima in Paradiso".

Apparizione a Ivan 24 Giugno 2011

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Carissimi, ecco quanto Krizan ci ha riferito sull’apparizione avuta da Ivan stasera, 24 Giugno 2011, sul Podbrdo alle ore 23:00. Ecco le parole di Ivan:

Questo è davvero stato un giorno importante sia per me che per la mia vita. Davvero questo è stato un incontro particolare con la Madonna. Oggi sono 30 anni da quando la Madonna è con me e da quando io sono nella sua scuola: nella scuola della pace, dell’amore, nella scuola della preghiera. Per questo davvero questo incontro ha un grande significato per me e per la mia vita ed è particolare.

Anche stasera la Madonna è venuta a noi davvero molto molto gioiosa e felice, è venuta come vestita con un vestito dorato ed è venuta con tre angeli. All’inizio ha salutato tutti noi col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”. Poi la Madonna ha detto:

“Cari figli, anche oggi mi rallegro con voi, anche oggi nella gioia vi invito: accogliete i miei messaggi e vivete i miei messaggi. Che i miei messaggi diventino vita! Incastonateli nelle vostre vite, che questo sia il nutrimento nel vostro cammino di vita. Sappiate, cari figli, che sono con voi quando attraversate i momenti più difficili, che vi incoraggio e consolo, che intercedo presso mio Figlio per tutti voi. Perciò, cari figli, perseverate nella preghiera e non temete! Seguitemi senza paura. Grazie, cari figli, anche oggi per avermi nuovamente accolto e aver accolto i miei messaggi e perché vivrete i miei messaggi”.

Poi la Madonna ha pregato un tempo prolungato su tutti noi qui con le mani distese, ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna e ha benedetto tutto quello che avete portato perché fosse benedetto. Poi ha pregato su voi malati presenti con le mani distese. Ho raccomandato anche tutti voi: tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed in modo particolare ho raccomandato i malati e tutto ciò che voi portate nei vostri cuori. Sicuramente la Madonna conosce nel modo migliore i nostri cuori , cosa vogliamo dirle. Poi è seguita una conversazione tra a me e la Madonna che resta solo tra di noi. Dopo questa conversazione, la Madonna ha continuato a pregare su tutti noi qui ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei, figlioli miei!”.

Desidero ripetere e sottolineare che domani è il 25 ed ogni 25 del mese la Madonna si rivolge a noi con un suo messaggio che rivolge al mondo. Domani vedremo cosa la Madonna desidera da noi, cosa ci chiede.

giovedì 23 giugno 2011

Padre Livio...i 10 Segreti di Medjugorje - Intervista Recente

martedì 21 giugno 2011

Papa Benedetto XVI

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Intervista a Ivan (Riccardo Caniato)

Intervista a Ivan (Riccardo Caniato)

pubblicata a Radio Maria il giorno venerdì 17 giugno 2011 alle ore 14.54


Da trent’anni a tu per tu con la Regina della Pace


Il veggente Ivan ci spiega l’evento Medjugorje


Intervista di Riccardo Caniato


«Madre, com’è possibile che tu sia così bella?». Era tanto tempo che Ivan Dragigevic, veggente di Medjugorje, teneva in serbo la domanda, finché, durante un’apparizione, abbagliato dall’estasi, non poté più resistere dal formularla. E la Madonna rispose: «Sono bella perché amo. Se ami, vedrai che diventi bello; amate e sarete belli anche voi».


Ricordando l’episodio Ivan prova ancora meraviglia: «Non so come abbia trovato il coraggio di rivolgermi a Lei così, perché all’epoca ero timoroso di tutto». Da ragazzo, infatti, era talmente timido che, quando la Vergine cominciò a manifestarsi, il 24 giugno 1981, scappò a capofitto giù dal Podbrdo, il Colle delle Apparizioni, con seri rischi di rompersi le ossa. E, tre giorni più tardi, non si sa se più per paura della folla che già affluiva da tutta l’Erzegovina o della polizia comunista, pronta a reprimere qualsiasi forma di culto pubblico, neppure si presentò all’appuntamento con gli altri cinque compagni d’avventura. Così avvenne che, quel sabato 27, la Gospa – «Madonna», in croato – apparve pure a lui, da solo, inaugurando le visite personali, divenute in seguito caratteristiche di questa sua imponente mariofania; ancora oggi, infatti, si mostra ai veggenti, ormai adulti, sposati e con figli, a tu per tu nelle loro case o là dove si trovano. «Lei ha un’attenzione particolare per ciascuno e per le famiglie: ovunque si prega, anche se non lo vediamo, si fa presente Gesù, come è scritto nel Vangelo», ci spiega il nostro accreditato interlocutore, a cui la Madonna, così come a Marija e a Vicka, appare ogni giorno.


Trent’anni sono passati e Ivan è totalmente diverso: non più l’adolescente scarno, ma un uomo di robusta costituzione: con le mani grandi, tipiche della sua gente, che da generazioni le impasta nella terra; e gli occhi scuri, che ti scrutano senza le ritrosie di un tempo. Nel 1993 ha sposato Laureen Murphy, Miss Massacchussets 1990, una ragazza statunitense, gioiosa – oltre che bella, anche lei –, da cui ha avuto tre femmine e un maschio; e da dopo le nozze si divide tra Boston e Medjugorje, dove lo si può incontrare da maggio a settembre, «quando non sono in giro per testimoniare». Sì, perché, nonostante la timidezza, la Madonna gli ha dato questo preciso mandato e, per la sua disponibilità e la conoscenza delle lingue il veggente viaggia molto, specialmente nei Paesi anglofoni; e la sua presenza è segnalata perfino in Australia e in Nuova Zelanda: si direbbe sia diventato una sorta di ambasciatore di Medjugorje. La persona giusta, ci siamo detti a Oggi, per approfondire i trent’anni dell’evento.


Ivan, le tue emozioni sono sempre le stesse dal 1981? E la Madonna è cambiata?


La Gospa è sempre sé stessa: una ragazza nel cuore degli anni, ma di una profondità di sguardo che la rende ai miei occhi una donna di grande maturità. Ha il manto grigio e il velo bianco e, nelle feste, come Natale e Pasqua, porta vesti d’oro; gli occhi sono azzurri e le gote appena tinte di rosa; in testa ha una corona di dodici stelle e i piedi poggiano su una nuvola che la sospende da terra, a ricordo che è creatura del Cielo e immacolata. Detto questo, non posso trasmettervi la sua essenza, rendere quanto sia bella, quanto sia viva. E così è per le mie emozioni: ogni giorno davanti a me si manifesta qualcosa che non ha pari sulla terra. La Vergine per sé stessa è il Paradiso: la sua presenza ti dona una tale gioia, ti trapassa di una tale luce! Ma anche il contesto è sublime: a volte mi mostra delle persone felici sullo sfondo, o degli angeli splendenti in un luogo ineffabile, pieno di fiori. Quando l’apparizione finisce per me è difficile riadattarmi, perché nulla cosa al mondo, nell’arte o in natura, ha quei colori, quei profumi e raggiunge tale perfezione d’armonia.


La Madonna è per te un’amica, una sorella…? Che cosa provi quando ti parla?


Anche se la vedo giovanissima, la sento come Madre. La mia mamma terrena si è presa cura di me fino a quel giorno sul Podbrdo, poi è toccato alla Gospa, per sua iniziativa. Entrambe sono ottime madri, perché mi hanno educato con passione a ciò che è vero. Ma da quando ho sperimentato l’amore della Madonna, vivo ogni momento della giornata nell’attesa che Lei venga, perché le sue benedizioni, le sue preghiere, i suoi consigli sono nutrimento e cardini per la vita mia e della mia famiglia. Non c’è niente di più dolce e sconvolgente di quando si rivolge a me dicendo: «Caro figlio!». È il primo messaggio: siamo figli di Dio, amati – lo capisci? – siamo figli della Regina della Pace, che colma la strada dal Cielo alla terra perché ci ama; e, amandoci, desidera guidarci, perché sa ciò di cui abbiamo veramente bisogno.


Con che animo ti prepari all’anniversario? C’è un regalo che vorresti fare a Maria?


Ho l’occasione per rivivere ciò che di straordinario la Madonna ha fatto con me: sarei scappato via, tanto mi sentivo indegno e inadeguato; invece, godo ancora della sua presenza. Ogni sera si scomoda per me: ma se lo fa è per tutti, perché tutti credano che Dio è un Padre buono. E noi dovremmo solo ricambiare, dire di sì al suo amore. Questo sarebbe il regalo più bello per i trent’anni di Medjugorje.


Che cosa fa e dice la Madonna durante i vostri incontri?


Soprattutto prega, mostrandoci la via per comunicare con Dio. E la preghiera può essere di intercessione, anche per le intenzioni che le presento, o di ringraziamento o di lode. Talvolta il colloquio si fa personale e Lei mi mostra con delicatezza dove ho sbagliato; e, così facendo, porta avanti la mia crescita spirituale. Se all’apparizione assistono altre persone, prega su di loro, con particolare attenzione ai malati, sacerdoti e consacrati.


Ma perché appare da così tanto tempo?


Perfino dei vescovi mi hanno fatto questa domanda; c’è chi osserva che i messaggi sono ripetitivi e chi obbietta che il credente non ha bisogno delle apparizioni, perché le verità di fede e quanto serve per la salvezza sono già contenuti nella Bibbia, nei Sacramenti e nella Chiesa. Ma la Gospa ha risposto loro con un’altra domanda: «È vero: tutto è già dato; ma voi vivete veramente le Sacre Scritture, vivete l’incontro con Gesù vivo nell’Eucaristia?». Certamente i suoi messaggi sono evangelici; il problema è che non viviamo il Vangelo. Lei parla un linguaggio semplice, accessibile, e si ripete con sconfinato amore, perché sia chiaro che è tutti che vuole raggiungere, nel desiderio che tutti, poi, si sentano cercati e suoi. Non fa differenze di razza o di ceto; si comporta, piuttosto, come una mamma quando i figli non studiano o li vede perdersi dietro a cattive compagnie… «Voi parlate tanto, ma non vivete»: la fede non è un bel discorso, ma vita incarnata, e la Madonna ci suggerisce: «Siate un segno vivo; pregate, perché si realizzino i progetti di Dio, per il bene vostro e di chi vi è caro, per il mondo intero». Ci vuole tutti santi.


C’è un incontro con Lei che ricordi in modo particolare?


Quando è Natale e la Vergine fa visita alla mia famiglia con la sua: mostrandosi con san Giuseppe e il piccolo Gesù in braccio. E poi non dimenticherò che cosa è accaduto il 2 aprile 2005. Il Santo Padre Giovanni Paolo II era da poco spirato ed è sopraggiunto raggiante, durante l’apparizione, in vesti candide e d’oro: una grazia indimenticabile, segno di vita eterna.


Per i tuoi famigliari, che non vedono, questi appuntamenti quotidiani non risultano talvolta un bell’impegno?


Non sentiamo la fatica né contiamo il tempo quando facciamo le cose con amore. Se avessimo amore per Dio non ci staccheremmo più da Lui. Quando sono a casa la mia famiglia partecipa sempre alle apparizioni: aspettiamo la Madre celeste recitando il Rosario o meditando le Scritture o con la preghiera spontanea. E dopo l’apparizione ringraziamo insieme; e io condivido ciò che la Madonna ha fatto e ha detto.


Di fronte alla tragedia del Giappone, alle morti innocenti, come si può riconoscere l’amore di Dio?


La sofferenza esiste perché il mondo è soggetto al Male; ma Gesù lo ha sconfitto con la Risurrezione, annientando la morte. Tuttavia Lui stesso è dovuto passare misteriosamente da questa esperienza, mostrandoci che è mediante la Croce che si glorifica Dio. Nella misura in cui offriamo al Signore il nostro patire possiamo comprendere la verità di questa affermazione.


Il mondo intero è sconvolto da guerre, omicidi, lotte di potere... La Madonna denuncia le colpe dell’uomo contemporaneo?


I conflitti oggi nascono, innanzitutto, in seno alle famiglie; e la Madonna soffre per i bambini non nati e per le gravi crisi coniugali: gli uni e le altre sottendono che l’uomo rifiuta la vita, dono del Padre dei Cieli, e si oppone alla fedeltà del suo amore per noi. E ciò si ripercuote anche nei rapporti fra gli Stati: anche qui l’assenza di Dio provoca il deserto dei cuori. Quanti potenti, presidenti perfino, spendono parole grandi sulla pace; ma poi la pace non c’è e sottobanco si vendono armi e si favoriscono guerre. Il Vangelo parla chiaro: «La pace che dà il mondo è effimera»; purtroppo i governanti non riconoscono più che ogni potere è concesso da Dio a servizio del bene comune.


È giunto, dunque, il tempo dei 10 segreti? Dobbiamo aspettarci un castigo?


I segni dei tempi mostrano che il mondo è tribolato e i segreti di Medjugorje contengono certamente anche profezie di eventi dolorosi. Tuttavia il settimo segreto è stato mitigato dalle preghiere e ogni volta che Lei mi appare riconosco la speranza e la luce del Paradiso che albergano nei suoi occhi. La Madonna non viene per castigarci, per giudicarci, ma perché facciamo buon uso della libertà e riprendiamo la via della pace e della verità, riallacciando il dialogo e il rapporto filiale con il Creatore di tutto. Non a caso si è presentata a Medjugorje come Regina della Pace e le sue prime parole sono state: «Cari figli, sia pace tra l’uomo e Dio e tra gli uomini».


Riccardo Caniato

Papa Benedetto XVI

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lunedì 20 giugno 2011

Giovanni Paolo II - Il Suo Pontificato


Ave Maria

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Atto di Affidamento e Consacrazione a Maria di Benedetto XVI



Il Santo Padre, a chiusura dell'Anno Sacerdotale, ha fatto un bellissimo Atto di affidamento e consacrazione a Maria... principalmente per i SACERDOTI, ma possiamo dire che vale anche per noi nella misura in cui viviamo il nostro specifico sacerdozio di Battezzati....Ascoltiamo il Papa Benedetto XVI e facciamo nostra questa Supplica, affidiamoci a Maria.

sabato 18 giugno 2011

Medjugorje Messaggio a Ivan del 17 Giugno 2011 sul Podbrdo alle ore 22:00

(**) Ecco le parole di Ivan:


“Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all’inizio, come sempre, ci ha salutato tutti col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi la Madonna ha stesso le mani ed ha pregato su tutti noi qui ed in modo particolare ha pregato su di voi malati presenti.


Poi la Madonna ha detto:


“Cari figli, anche oggi la Madre con amore vi invita: decidetevi per mio Figlio, incamminatevi insieme a Lui. Seguite i miei messaggi, specialmente in questi giorni che verranno, rinnovate i miei messaggi nelle vostre famiglie. Pregate, cari figli, affinché mio Figlio nasca nei vostri cuori, nelle vostre famiglie. Sappiate, cari figli, che la Madre prega per voi e che vi ama con amore materno. Perciò perseverate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata”.


Poi la Madonna ci ha benedetti tutti con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché fosse benedetto. Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed in modo particolare ho raccomandato tutti voi malati presenti. Poi è seguita una mia conversazione con la Madonna e della Madonna con me, che resta solo tra noi. Dopo questa conversazione, la Madonna ha continuato a pregare ed ha pregato in particolare per la pace: per la pace nei nostri cuori e per la pace nelle famiglie. Poi se n'è andata in preghiera nel segno della luce e della croce col saluto: "Andate in pace, cari figli miei".

UNA LEZIONE DI VITA


Kirk Kilgour, nacque a Los Angeles (Usa), il 28 Dicembre 1947 e fu un grande atleta, militando nella Squadra Nazionale di Pallavolo degli Stati Uniti.

Venne a giocare in Italia nel Team Romano della Pallavolo di Ariccia.
Con questa società, nel 1973-1974 arrivò secondo nel Campionato Nazionale e nel 1975 vinse lo scudetto.

L’8 Gennaio 1976, a Roma, seguendo la Nazionale Italiana di Pallavolo come assistente dell’allenatore, in un banale incidente, mentre effettuava un riscaldamento muscolare, subì una lussazione alla quinta vertebra cervicale, con la conseguente lesione al midollo spinale, rimanendo paralizzato ai quattro arti, che lo costrinsero sulla sedia a rotelle per tutta la vita.

Morì il 10 Luglio del 2002, a seguito di una brutta polmonite, conseguente alle sue ormai deficitarie difese immunitarie, indebolite dalla lunga immobilità.

Lo spirito sofferente di Kirk ha trovato, nonostante tutto, il tempo e il modo per esprimere la seguente preghiera, da lui stesso scritta, a testimonianza di quel sentimento che lo ha fatto “campione” anche nella Fede in Dio.

Questa infelice realtà, ma pur bella nell’accettazione da parte di questo grande sportivo, deve insegnarci che il valore della nostra vita, qualunque essa sia, è sempre un dono di Dio e Lui i suoi doni li offre per la giusta circostanza della nostra esistenza terrena.

Che il coraggio e la Fede di Kirk sia di monito a tutti coloro che promuovono, sostengono e attuano l’Eutanasia, in quanto la sofferenza va affrontata non solo con la Fede nel Signore, ma anche con la nostra dignità di Figli di Dio.


Ecco la bella preghiera che Kirk ha voluto lasciare ai posteri a testimonianza della sua Fede:

Chiesi a Dio di essere forte, per eseguire progetti grandiosi…
ed Egli mi rese debole, per conservarmi nell’umiltà.

Domandai a Dio che mi desse la salute e realizzare grandi imprese…
ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.

Gli domandai la ricchezza, per possedere tutto…
e mi ha lasciato povero, per non essere egoista.

Gli domandai il potere, perché gli uomini avessero bisogno di me…
ed Egli mi ha dato l’umiliazione, perché io avessi bisogno di loro.

Domandai a Dio tutto, per godere la vita…
e mi ha lasciato la vita, perché io potessi essere contento di tutto.

Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite.

Sii lodato, o mio Signore:
fra tutti gli uomini,
nessuno possiede più di quello che ho io!

Kirk KILGOUR

giovedì 9 giugno 2011

Testimoni Del Risorto Anche su Internet

«TESTIMONI DEL RISORTO.

ANCHE SU INTERNET»

“Il web non come uno spazio virtuale da occupare ma un ambito in cui offrire la nostra testimonianza, e dove riportare senso, dialogo e relazioni”.

Questo, in una frase, quanto è scaturito dal Convegno nazionale “Testimoni Digitali” organizzato dalla CEI a Roma nei giorni 22-23-24 aprile.

Difficile descrivere in così poche righe quanto detto dai numerosi e prestigiosi relatori che si sono alternati durante i lavori. Essi hanno di volta in volta indicato le linee guida che la Chiesa del nuovo millennio deve seguire per poter affrontare le sfide missionarie, educative ed etiche della Rete internet. “Bisogna rompere il silenzio su temi come vita, famiglia, solidarietà per essere sale di sapienza senza conformismi” – ha dichiarato il Card. Bagnasco –, che ha definito Internet “luogo per annunciare Cristo e l’uomo”.

La rete è infatti sempre più un “luogo” da frequentare per stare in contatto con gli altri, e poiché la Chiesa ha nell’annuncio di un messaggio e nelle relazioni di comunione due pilastri fondanti del suo essere, Rete e Chiesa sono destinate ad incontrarsi.

Sentir dire che “è urgente annunciare Cristo anche su internet”, da cristiano che da anni vi opera – seppur in maniera amatoriale ma allo stesso tempo appassionato –, mi ha reso molto felice.

Il Convegno ha sicuramente fornito una iniezione di fiducia che adesso va trasferita nelle diocesi.

È indispensabile che ognuno di noi – presbiteri e laici, uomini e donne, giovani ed adulti, insegnanti e catechisti, operatori della comunicazione e scettici del mondo digitale – rifletta sul grande potenziale costituito dalle tecnologie digitali e su come esse stiano modificando non soltanto il nostro modo di informarci e di comunicare, ma anche e più in profondità le stesse relazioni tra persone. In sinergia con quanto proposto dall’attuale Piano Pastorale della Chiesa di Mazara del Vallo “Comunicazione e Missione”, impegniamoci, quindi, a lasciare sul web tracce visibili di Cristo.

Ma occorre essere preparati e soprattutto attenti a puntare l’attenzione sull’uomo.

“Non ci si può accontentare – come ha detto Mons. Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali – di dare una verniciatura digitale alla testimonianza cristiana illudendosi che sia sufficiente adottare qualche nuovo strumento di comunicazione per rendere l’azione più accattivante e accettata”. La questione è ben più profonda. Siamo chiamati a dare un’anima alla rete.

mercoledì 8 giugno 2011

Apparizione Della Madonna Di Medjugorje a Mirjana Del 2 Giugno 2011

martedì 7 giugno 2011

Preghiera Del Volontario


"Preghiera Del Volontario"

O Signore,
tu ci hai insegnato che l’amore più grande
è dare la vita per i propri amici.

Aiutaci a scoprire nel volontariato l’opportunità
di incontrare non solo la sofferenza umana,
ma di vivere l’amore.

Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni povero
il tuo volto e la tua presenza.
Apri le nostre menti a valorizzare
l’unicità di ogni persona,
con la sua storia e cultura.

Apri i nostri orecchi
ad accogliere con gentilezza
le voci che chiedono ascolto.

Apri i nostri cuori
ad offrire speranza dove c’è paura,
solidarietà dove c’è solitudine,
conforto dove c’è tristezza.

Aiutaci, o Signore, a testimoniare il vangelo
con un sorriso, una parola, un gesto di affetto.

Donaci l’umiltà di riconoscere che noi non siamo la luce,
ma strumenti della Tua luce,
non siamo l’amore,
ma espressioni del Tuo amore.

Amen

sabato 4 giugno 2011

Medjugorje Apparizione ad Ivan del 3 Giugno 2011, Ore 22:00


Carissimi,

ecco quanto Krizan ci ha comunicato sull’apparizione avuta da Ivan stasera, Venerdì 3 Giugno 2011, sul Podbrdo alle ore 22:00.

Stasera la Madonna è venuta molto gioiosa e felice. All’inizio, come sempre, ci ha salutati col suo materno saluto “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”. Poi ha pregato un tempo su tutti noi con le mani distese ed in particolare sui malati presenti. Poi la Madonna ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutti gli oggetti sacri che abbiamo portato per la benedizione. Poi ha pregato un tempo più lungo per la pace nel mondo e nelle famiglie.

Poi Ivan ha raccomandato tutti noi, i nostri bisogni, le nostre intenzioni, le nostre famiglie ed in particolare i malati. Poi la Madonna ha continuato a pregare su di noi ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”.

Ivan ha poi sottolineato nuovamente che la Madonna stasera ha pregato per la maggior parte del tempo per la pace nel mondo e nelle famiglie.

venerdì 3 giugno 2011

Medjugorje Messaggio a Mirjana del 2 Giugno 2011

«Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!».

Commento di P. Livio al Messaggio del 2 Giugno 2011 da Medjugorje



Commento di P. Livio al Messaggio del 2 Giugno 2011 da Medjugorje Dato Dalla Regina Della Pace Alla Veggente Mirijana.

IL Tuo Più Grande Amico

Volto di Gesù

Il tuo più grande amico, un amico che forse tu ancora non conosci, ti è stato mandato da Dio. È nato da una semplice donna. La stessa nascita è un fatto che confonde la ragione dei savi e di cui nessun scienziato sulla terra ha mai penetrato il segreto. Ha rivestito la natura umana al fine di potere riscattare la razza umana. È divenuto Figlio dell'uomo affinché noi potessimo divenire figli di Dio. È vissuto in povertà, è cresciuto nell'oscurità. Una volta sola, in gioventù, ha oltrepassato la frontiera della sua provincia. Egli non ha avuto i vantaggi di un'alta istruzione e di un'educazione distinta, essendo la sua famiglia senza beni di fortuna e senza influenza. Eppure, ancora ragazzo, è stato motivo di terrore per un re. Ancora ragazzo Egli ha stupito e messo in imbarazzo i dottori della legge. In età matura ha comandato alla natura stessa, ha camminato sulle onde del mare, ha ordinato alle tempeste di calmarsi, ha reso la salute del corpo a delle moltitudini, ha risuscitato dei morti col solo potere della Sua Parola.
Egli non ha mai scritto un solo libro, tuttavia nessuna biblioteca potrebbe contenere i libri che sono stati scritti al Suo riguardo.
Egli non ha mai composto un inno, tuttavia il numero delle melodie che celebrano le Sue lodi è tale che tutti i compositori riuniti non potrebbero eguagliarlo.
Egli non ha mai studiato né esercitato la medicina, ma chi potrebbe mai dire quanti cuori spezzati dalla sofferenza hanno, in ben diciannove secoli, trovata presso di Lui la loro guarigione?
Egli non ha mai comandato un esercito, né arruolato un solo soldato, né maneggiato una sola arma, eppure nessun capo ha mai avuto al suo seguito tanti volontari.
Anzi, nel mondo intero, dei ribelli hanno deposto le armi della rivolta e sottomessa la loro volontà alla Sua senza un gesto di violenza, con la sola opera della dolcezza.
Egli ha cambiato la Sua veste in porpora con l'umile abito dell'artigiano. Egli era ricco e si è fatto povero per amore di noi, e quanto povero! Domandatelo a Maria, domandatelo ai pastori ed ai magi…Egli ha dormito nella mangiatoia che apparteneva ad un altro. Egli ha attraversato il lago di Genezaret nella barca di un altro. Egli ha fatto il suo ingresso a Gerusalemme, il giorno delle Palme, sull'asino di un altro. Egli è stato sepolto nella tomba di un altro.
Dei grandi uomini sono nati e sono stati dimenticati. Lui solo non passa e non passerà giammai. Erode non ha potuto ucciderlo e Satana non ha potuto ostacolare l'opera Sua. La morte non è stata capace di distruggerlo, né la tomba di trattenerlo sotto il Suo potere, Egli è il Cristo incomparabile, l'Ammirabile annunciato dalla voce del profeta dei tempi antichi. La sua persona è il grande miracolo della storia della razza umana; sul suo viso d'uomo s'irradia la gloria eterna dell'altissimo. Sopra una croce da schiavi e criminali Egli è morto, o peccatore, per la tua anima perduta. Egli vi è morto di morte orribile, schiacciato sotto il peso del peccato NOSTRO, del peccato TUO.
Pazientemente, anno dopo anno, lungo i sentieri del dubbio ove tu fuggivi i Suoi passi, il SUO CUORE FEDELE ha cercato TE e tu non lo sapevi. Ora la Sua voce parla a TE. Apri il cuore TUO.
Non tardar più.
Egli ha sofferto la morte per darti la vita.
Oggi, proprio oggi, Egli vuole sentire che anche TU lo chiami e lo chiamerai sempre: "MIO SALVATORE".

mercoledì 1 giugno 2011

Medjugorje Messaggio a Ivan del 27 Maggio 2011 alla Croce Blu alle ore 22:00

Carissimi, ecco quanto Krizan ci ha comunicato sull'apparizione avuta da Ivan il Venerdì 27 Maggio 2011 alla Croce blu alle ore 22:00. Ecco le parole di Ivan:

«Stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice ed all'inizio, come sempre, ci ha salutato col suo materno saluto: "Sia lodato Gesù, cari figli miei!". Poi la Madonna ha steso le mani e ha pregato qui su tutti voi un tempo più lungo. Poi ha pregato in modo particolare su di voi malati presenti ed in modo particolare ha benedetto tutti noi e tutto ciò che abbiamo portato per la benedizione, ci ha benedetti con la sua benedizione materna. Dopo questo la Madonna ha detto:

"Cari figli, oggi desidero invitarvi: vivete i messaggi che vi sto dando, affinché possa darvi nuovi messaggi. Grazie, cari figli, per aver risposto alla mia chiamata".

Poi la Madonna ha pregato un tempo particolarmente per la conversione dei peccatori. Poi ho raccomandato in modo particolare tutti noi, tutti i nostri bisogni, le nostre intenzioni, le nostre famiglie ed in modo particolare tutti voi malati presenti. Poi la Madonna ha continuato a pregare qui su tutti noi e più tardi se n'è andata in questa preghiera nel segno della luce e della croce col saluto: "Andate in pace, cari figli miei!".

Ancora una volta desidero sottolineare ciò che è più importante dell'incontro di stasera: la Madre ci invita a vivere i suoi messaggi, affinché possa darci nuovi messaggi e guidarci attraverso di essi».