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giovedì 10 novembre 2011

La Confessione


La confessione frequente aiuta a consolidare l’esperienza della propria impotenza nell’ordine soprannaturale ed ad affidarsi pienamente alla grazia di Dio Nostro Signore.

IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
Non c’è peccato che non possa essere perdonato se ci avviciniamo alla misericordia di Dio con un cuore contrito ed umiliato. Nessun male può vincere la misericordia di Dio.

La confessione frequente, raccomandata dalla Chiesa, aumenta la coretta conoscenza di sé, fa crescere l’umilità cristiana, aiuta a sradicare le cattive abitudini, aumenta la delicatezza di coscienza, evitando di cadere nella tiepidezza o nell’indolenza, fortifica la volontà e conduce l’anima ad uno sforzo costante per perfezionare in se stessa la grazia del battesimo, verso un’identificazione più intima con Gesù Cristo. Allo stesso tempo aiuta a consolidare l’esperienza della propria impotenza nell’ordine soprannaturale ed ad affidarsi pienamente alla grazia di Dio Nostro Signore.

Consapevole della necessità permanente della conversione del cuore per la realizzazione piena della volontà di Dio nella propria vita, quindi si raccomanda di frequentare il sacramento della riconciliazione almeno una volta al mese, facendone un incontro vitale e rinnovatore con Cristo e con la Chiesa.

È necessario avvicinarsi al sacerdote –per quanto possibile, un confessore fisso- mettendo in atto la propria fede nella presenza e nell’azione santificatrice di Cristo, con semplicità ed umilità. Si espongono le mancanze brevemente, chiaramente ed integralmente. L’orientamento del confessore va ascoltato con attenzione soprannaturale e bisogna compiere la penitenza con vero spirito di riparazione, non appena sia possibile. Inoltre, secondo una saggia tradizione cristiana, si possono offrire il proprio lavoro e le proprie attività in soddisfazione dei peccati.

Come segno di gratitudine e di venerazione per il perdono ricevuto, si consiglia di formulare un proposito di correzione personale, animato dall’amore per Dio e da un rispettoso timore, impegnandosi per unva vita di maggiore fedeltà alla missione ricevuta ed ai propri compiti di cristiano.

L’ESAME DI COSCIENZA
Senza la pretesa di esaustività, né tantomeno di obbligatorietà, offriamo qui di seguito una guida all’esame per la confessione, tratta dal Rituale della penitenza. Il cristiano può servirsi di questo testo o di altri che gli sembrino più appropriati alle sue necessità personali.

PREGHIERA PER CHIEDERE AIUTO
Signore e Dio mio, che conosci i cuori di tutti gli uomini, dammi la grazia di esaminare sinceramente e conoscere veramente il mio, in modo che disveli tutti i miei peccati, affinché, confessandomi bene e ravvedendomi, meriti il tuo perdone e la tua grazia nella terra e la vita eterna nel cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

1. Mi accosto al sacramento della penitenza con il sincero desiderio di purificarmi, di rinnovare la vita e l’amicizia più profonda con Dio, o, al contrario, lo considero come un peso che si deve sopportare il più raramente possibile?

2. Mi sono dimenticato o ho omesso a proposito nelle confessioni passate qualche peccato grave?

3. Ho compiuto la penitenza che mi fu imposta? Ho riparato le ingiustizie che ho potuto commettere? Mi sono sforzato di mettere in pratica i propositi, per correggere la mia vita secondo il Vangelo?

II

1. Il mio cuore tende a Dio in modo da amarlo davvero al di sopra di tutte le cose, nel compimento fedele dei suoi comandamenti, comu un figlio ama suo padre, o, al contrario, vivo ossessionato dalle cose temporali? Agisco con retta intenzione nelle mie faccende?

2. È stabile la mia fede in Dio, che mi ha parlato per mezzo di suo Figlio? Aderisco fermamente alla dottrina della Chiesa? Mi interesso della mia formazione cristiana, ascoltando la parola di Dio, illuminando la mia fede con letture appropriate, partecipando attivamente alle attività formative ed evitando tutto ciò che possa danneggiare la mia fede? Ho professato sempre con vigore e senza timori la mia fede in Dio? Ho manifestato la mia condizione di cristiano nella vita pubblica e privata?

3. Prego nella mattina e nella sera? La mia preghiera è autentica conversazione della mente e del cuore con Dio, o un puro rito esterno? Ho offerto a Dio le mie attività, le miei gioie e i miei dolori? Ricorro a Lui nelle mie tentazioni?

4. Nutro riverenza verso il nome di Dio o lo offendo con blasfemie, falsi giuramenti, usando il suo nome in vano? Ho avuto una condotta irriverente verso la Madonna o i santi?

5. Partecipo attivamente, attentamente, e fervorosamente alla celebrazione eucaristica della domenica e dei giorni di festa della Chiesa? Ho rispettato il precetto annuale della confessione e comunione a Pasqua?

6. Ho forse altri «dèi», ovvero delle cose per le quali mi preoccupo e nelle quali spero di più che in Dio, come possono essere le ricchezze, le superstizioni, lo spiritismo o qualsiasi forma di magia?

7. Dedico all’impresa della mia santificazione cristiana e all’edificazione della mia vocazione di apostolo l’attenzione e lo sforzo che dedico ai miei affari o ad altre attività personali o sociali?

III

1. Ho un autentico amore verso il mio prossimo, o abuso dei miei fratelli usandoli per i miei fini e comportandomi con loro come non vorrei che si comportassero con me? Li ho scandalizzati gravemente con parole ed opere?

2. Ho contribuito, nel seno della mia famiglia, al bene ed all’allegria degli altri, sforzandomi di praticare la pazienza ed il vero amore?

3. Condivido i miei beni con chi è più povero? Mi preoccupo per i deboli ed i bisognosi, o, al contrario, disprezzo il prossimo?

4. Realizzo nella mia vita la missione che ho accettato il giorno della mia cresima e che ho ratificato con la mia incorporazione al Regnum Christi? Ho zelo apostolico? Collaboro nelle attività dell’équipe, sempre che mi è possibile? Ho cercato di porre rimedio, secondo le mie possibilità, alle necessità della Chiesa, del Movimento e del mondo? Ho pregato per esse, specialmente per l’unità della Chiesa, l’evangelizzazione degli uomini, l’aumento delle vocazioni alla vita sacerdotale ed alla vita consacrata, la realizzazione della pace e della giustizia?

5. Sono generoso nell’apportare i talenti che Dio mi ha dato (qualità personali, capacità di iniziativa, tempo, risorse economiche, contatti professionali, ecc.), per sostenere gli apostolati del Regnum Christi ed il bene generale della Chiesa?

6. Considero quanto vale la salvezza di una sola anima? Ho fatto ttuo ciò che è possibile per avvicinare a Dio ed alla Chiesa la mia famiglia ed i miei amici? Ho offerto ad altre persone l’opportunità di formare parte del Regnum Christi, come un mezzo per crescere nella loro vita cristiana e collaborare alla missione evangelizzatrice della Chiesa?

7. Mi preoccupo per il bene e la prosperità della comunità umana in cui vivo, o passo la vita preocuppandomi solo di me stesso? Partecipo, secondo le mie possiblità, alla promozione della giustizia, dell’onestà dei costumi, della concordia e della carità nella convivenza? Ho compiuto i miei doveri civili? Ho pagato le mie tasse?

8. Nel mio lavoro o incarico, sono giusto, laborioso, onesto, prestando con amore il mio servizio alla società? Ho dato ai miei operai, impiegati o domestici il giusto salario? Ho compiuto le promesse ed i contratti?

9. Ho prestato alle legittime autorità l’obbedienza ed il rispetto dovuti?

10. Se ho qualche incarico o esercito una qualche autorità, uso la mia posizione per utilità personale o per il bene degli altri, con spirito di servizio?

11. Ho mantenuto la verità di coscienza e la fedeltà, oppure ho pregiudicato qualche persona con parole false, calunnie, menzogne, o violando qualche segreto?

12. Ho provocato qualche danno alla vita, all’integrità fisica, alla fama, all’onore, o ai beni di altri? Ho provocato o indotto all’aborto? Ho odiato qualcuno? Mi sento separato da qualcuno per liti, ingiurie, offese, risentimenti o inicimicizie? Se ho calunniato qualcuno, ho riparato questa ingiuria? Ho parlato male di qualcuno, mettendo in evidenza i suoi difetti ed i suoi limiti? Ho pensato male del prossimo?

13. Ho rubato o desiderato igiustamente le cose di altri, o gli ho inflitto qualche danno? Ho restituito o riparato questo danno?

14. Se qualcuno mi ha ingiuriato, mi sono mostrato disposto alla pace ed a concedere, per amore a Cristo, il perdono, o mantengo desideri di odio e vendetta?

15. Ho omesso, per egoismo, qualcosa che avrei dovuto fare come segno di giustizia verso il mio prossimo?

IV

1. Qual è la direzione fondamentale della mia vita? Mi anima la sperana della vita eterna? Mi sforzo di avanzare nella vita spirituale per mezzo del compimento fedele dei miei impegni nelle pratiche di pietà: preghiera, lettura e meditazione della Parola di Dio, partecipazione ai sacramenti, ritiro mensile, mortificazione? Mi sto sforzando di domare i miei vizi, le mie inclinazioni e le mie passioni negative: l’invidia, la gola nel mangiare e nel bere, la pigrizia, l’avarizia, l’ira? Mi sono ribellato a Dio per supervia o iattanza, oppure ho disprezzato gli altri ingigantendo me stesso? Ho imposto agli altri la mia volontà, contro i loro desideri ed i loro diritti?

2. Che uso ho fatto del mio tempo, delle mie forze, dei doni che Dio mi ha dato? Li ho usati per superarmi e perfezionarmi, secondo la volontà di Dio, o solo a mio vantaggio esclusivo ed egoista? Ho vissuto in modo ozioso e pigro?

3. Ho sopportato con serenità e pazienza i dolori e le contrarietà della vita? Ho mortificao il mio corpo per aiutare a completare ciò che manca alla passione di Cristo? Ho osservato la legge del digiuno e dell’astinenza?

4. Ho mantenuto i miei sensi e tutto il mio corpo nella purezza e nella castità, nella consapevole che siamo templi dello Spirito Santo, chiamati a risuscitare nella gloria, e come segno dell’amore fedele che Dio rivolge agli uomini, segno che acquisisce tutta la sua luce nel matrimonio? Ho macchiato la mia carne con la fornicazione, l’impurezza, con parole o pensieri indegni, con azioni o desideri turpi? Mi sono intrattenuto con conversazioni, letture, spettacoli o divertimenti contrari all’onestà umana e cristiana? Ho incitato altri al peccato con la mia mancanza di decenza?

5. Ho agito qualche volta contro la mia coscienza, per timore o ipocrisia?

6. Ho cercato di agire dentro la vera libertà dei figli di Dio, secondo la legge dello spirito, o sono servo delle mie passioni?

V. DOMANDE PARTICOLARI
Per i figli:
Sono stato obbediente con i miei genitori, manifestandogli rispetto e prestandogli aiuto nelle loro necessità spirtuali e temporali?

Per i genitori:
Mi preoccupo di dare un’educazione cristiana ai miei figli, aiutandoli con il mio esempio ed esercitando la mia autorità con giustizia e carità? Sono fedele al mio coniuge nel cuore e nella vita? Ho osservato la legge morale nell’uso del matrimonio?

ATTO DI CONTRIZIONE
Signore mio Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, mio Creatore e Redentore: per essere tu chi sei e perché ti amo sopra tutte le cose, mi pento con tutto cuore di tuttto il male che ho fatto e di tutto il bene che non ho compiuto, perché peccando ho offeso te, che sei il sommo bene e sei degno de essere amato sopra ogni cosa. Offro la mia vita, le mie opere e le mie fatiche in riparazione dei miei peccati. Mi propongo fermamente, con l’aiuto della tua grazia, di fare penitenza, di non peccare nuovamente e di fuggire dalle occasioni di peccato. Signore, per i meriti della tua passione e morte, abbi pietà di me, e dammi la tua grazia perché io non ti offenda mai più. Amen.

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