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venerdì 28 ottobre 2011

Papa Benedetto XVI ad Assisi Per La Preghiera Della Pace 2011

Assisi 27 Ottobre 2011 “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”

Papa Benedetto Assisi

Papa Benedetto XVI, Giornata di Preghiera per la Pace, Assisi 27 Ottobre 2011

Benedetto XVI pellegrino ad Assisi insieme ai leaders religiosi del mondo, giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo.

Ritorna la preghiera della Pace, venticinque anni dopo la prima, convocata ad Assisi nel 1986 da Papa Wojtyła. In un momento culminante della discussione mondiale sul riarmo, Giovanni Paolo II aveva messo l’accento sulla responsabilità delle religioni per la pace mondiale. In quell’occasione i leader delle grandi religioni del mondo testimoniarono come la religione sia un fattore di unione e di pace, e non di divisione e di conflitto. Il ricordo di quell’esperienza è un motivo di speranza per un futuro in cui tutti i credenti si sentano e si rendano autenticamente operatori di giustizia e di pace. Papa Giovanni Paolo II, il 24 gennaio del 2002, rinnovò l’invitò una seconda volta ad Assisi, un anno dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e Washington e alla guerra in Afghanistan, e fu di nuovo presente come promotore della giornata mondiale di preghiera per la pace che vide di nuovo coinvolti tutti i rappresentanti delle principali religioni del mondo. Le differenze religiose apparvero in quell’occasione più forti. Nessuna violenza in nome di Dio, questo era il messaggio di papa Wojtyla allora. Questo messaggio è ancora fortemente attuale nel 2011. Mentre purtroppo continuiamo a vivere in un mondo lacerato da tante guerre, dal terrorismo, dall’ingiustizia sociale, dalla fame e da catastrofi naturali di dimensioni quasi apocalittiche, Papa Benedetto XVI, nel primo giorno del 2011, ha annunciato la sua visita ad Assisi e lo ha fatto proprio nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra il giorno della pace nel mondo. E come se ci fosse stato bisogno di un evento a riprova della fondatezza della richiesta del papa: la sera prima c’era stato un attacco suicida ad Alessandria contro una comunità copta. L’invito di papa Benedetto XVI ad Assisi è giunto a sorpresa. Si mormorava che l’allora cardinale di curia Joseph Ratzinger avesse un atteggiamento critico nei confronti dell’incontro religioso di Assisi. In incontri di quel tipo anche altri vedevano il pericolo di favorire un modo di pensare sincretico. Anche il prossimo incontro di Assisi non è fino ad oggi così incontrastato all’interno della Chiesa, come può apparire a prima vista. I nuovi tradizionalisti vedono in quell’invito nientemeno che uno“scandalo”. Per loro tale invito significa la prosecuzione di una linea di Giovanni Paolo II che hanno profondamente respinto. In poche settimane, è la seconda volta che Benedetto XVI rappresenta una chiara linea conciliare, con grande disappunto dei nuovi tradizionalisti. Nel suo intervento nel giorno della pace nel mondo, il papa argomentava sul tema della libertà religiosa come scelta di principio. Ai tradizionalisti, facenti parte ad esempio del movimento di Lefebvre, non si poteva far capire in modo più chiaro che stanno camminando su una strada sbagliata rispetto a temi fondamentali del Concilio Vaticano II. Benedetto XVI si recherà quindi nuovamente ad Assisi in occasione del venticinquesimo anniversario della “Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace”, che fu il primo incontro fra le religioni del mondo, voluto dal Servo di Dio Giovanni Paolo II per il dialogo interreligioso per la pace. Per fare memoria di quel “gesto storico”, ma soprattutto per “rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”. Perché “chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”. La visita del Santo Padre alimenterà di nuova luce lo “Spirito di Assisi”, un evento di grande importanza per tutto il mondo che rinnoverà l’impegno del compianto Papa Giovanni Paolo II ai valori della pace e della tolleranza fra i popoli del mondo. Le autorità amministrative ritengono che i 25 anni dal primo incontro fra le religioni del mondo sia un’occasione per dare vita, ad Assisi, ad un centro documentale ed espositivo permanente dedicato al “Dialogo per la Pace nello Spirito di Assisi” che potrebbe trovare posto a Palazzo Bernabei dove, unitamente all’università di Perugia, è in atto la costituzione di un centro studi sulle origini ebraico cristiane d’Europa, sostenuto anche da papa Benedetto XVI. Sicuramente la visita del Santo Padre segnerà una nuova pagina gloriosa della già ricca storia della città di Assisi. Le autorità e la cittadinanza si stanno preparando ad accogliere degnamente Sua Santità Benedetto XVI, al quale non faranno mancare la loro calorosa presenza agli incontri, né il segno dell’affetto alla sua persona ed al suo magistero. Viva gratitudine è stata espressa dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino mons. Domenico Sorrentino per questa decisione, tanto attesa, invocata congiuntamente in una petizione al Papa Joseph Ratzinger dal Vescovo stesso e dai Ministri Generali delle diverse famiglie francescane. Determinazione che viene a sottolineare per Assisi il carisma di città di pace che la vita di Francesco le ha impresso e che ne fa un luogo privilegiato per imparare lo “spirito della pace”, nella preghiera, nell’umiltà, nella fraternità. Da quando, venticinque anni fa, Giovanni Paolo II convocò in Assisi i leaders delle varie religioni, la città è diventata un’icona della pace. Si parla in questo senso di “Spirito di Assisi”. Nella lettera a suo tempo inviata al Vescovo di Assisi in occasione del ventesimo dell’evento, Benedetto XVI spiegò il senso di tale icona, distinguendolo da ogni concezione di tipo relativistico o sincretistico e illustrandone il significato profetico. Ne ha fatto ancora menzione nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, all’interno della problematica di grande attualità della libertà religiosa come via per la pace. La commemorazione dell’evento assisano del 1986 con la presenza stessa ad Assisi del Successore di Pietro costituirà un’altra grande occasione per rilanciare l’impegno di tutti i credenti del mondo per la costruzione della pace, sempre invocata dalle parole di San Francesco di Assisi: “Il Signore vi dia pace”.

Programma:

Le delegazioni partiranno da Roma, in treno, la mattina stessa del 27 ottobre, insieme con il Santo Padre. All’arrivo in Assisi, ci si recherà presso la Basilica di S. Maria degli Angeli, dove avrà luogo un momento di commemorazione dei precedenti incontri e di approfondimento del tema della Giornata. Interverranno esponenti di alcune delle delegazioni presenti e anche il Santo Padre prenderà la parola. Seguirà un pranzo frugale, condiviso dai delegati: un pasto all’insegna della sobrietà, che intende esprimere il ritrovarsi insieme in fraternità e, al tempo stesso, la partecipazione alle sofferenze di tanti uomini e donne che non conoscono la pace. Sarà poi lasciato un tempo di silenzio, per la riflessione di ciascuno e per la preghiera. Nel pomeriggio, tutti i presenti in Assisi parteciperanno ad un cammino che si snoderà verso la Basilica di San Francesco. Sarà un pellegrinaggio, a cui prenderanno parte nell’ultimo tratto anche i membri delle delegazioni; con esso si intende simboleggiare il cammino di ogni essere umano nella ricerca assidua della verità e nella costruzione fattiva della giustizia e della pace. Si svolgerà in silenzio, lasciando spazio alla preghiera e alla meditazione personale. All’ombra della Basilica di San Francesco, là dove si sono conclusi anche i precedenti raduni, si terrà il momento finale della giornata, con la rinnovazione solenne del comune impegno per la pace.

Quella Domenica 27 Ottobre 1986, Assisi: “Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace”

Assisi Preghiera per la Pace-1986

Giovanni Paolo II incontra i leader religiosi di tutto il mondo, Assisi 27 Ottobre 1986

Il 27 Ottobre 1986, Papa Karol Wojtyła sceglie Assisi per invitare, prima volta nella storia, tutti i rappresentanti delle principali religioni mondiali a pregare insieme per la pace. Con il suo gesto, in questo giorno, il Venerabile Giovanni Paolo II ci ha indicato la via da seguire per giungere alla pace. Alla “Giornata di preghiera per la Pace” partecipano 50 rappresentanti delle chiese cristiane, oltre ai cattolici e 60 delle altre religioni. Da allora si parla dello ‘Spirito di Assisi’ per descrivere la particolare atmosfera che favorisce il dialogo interreligioso e il confronto, superando differenze e diffidenze, anche per lo speciale rispetto da parte di tutti i credenti e i costruttori di pace per la figura di San Francesco.

Francesco e la Pace

San Francesco e la PaceFrancesco, avendo vissuto sulla propria pelle l’esperienza della guerra ne conosceva di persona il tormento, travaglio che lasciò segni ben chiari nella sua vita e lo condusse alla ricerca della pace e quindi alla testimonianza dei suoi valori attraverso quello spirito di pace che offrì al mondo. Sin dall’inizio, lui e i suoi frati s’impegnarono in una predicazione di pace, fino a fare di ciò un tratto distintivo della loro scelta di vita. Scrivendo la sua Regola, nella “non bollata” come nella definitiva, Francesco dava origine ad uno stile di vita che, attraverso atteggiamenti concreti e quotidiani, era capace di promuovere la pace. Tommaso da Celano, ricorda come “il valorosissimo soldato di Cristo, Francesco, passava per città e villaggi annunciando il regno dei cieli, predicando la pace, insegnando la via della salvezza e la penitenza in remissione dei peccati”. La pace fu tema prediletto dal Santo nelle sue predicazioni, ciò che si può ben comprendere se pensiamo alle lotte che insanguinavano le città d’Italia nel medioevo. Tommaso da Spalato, che vide Francesco predicare a Bologna il 15 agosto 1222, narra che “tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace. Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irridibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace”. Al vescovo e al podestà di Assisi insegnò a perdonarsi per amor di Dio, così come ha lasciato scritto in quel Cantico che ancora oggi allieta il cuore di milioni di uomini: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore”. Ai suoi frati diceva: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza”. Egli c’insegna così che per essere costruttori di pace bisogna aver pace nel cuore, poiché non si può portare pace se non si è in pace con se stessi e con Dio. Francesco attraverso la preghiera invoca la pace come dono di Dio, nel suo testamento dice: “Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: il Signore ti dia pace”. All’Eremo delle Carceri, luogo dove Francesco si ritirava in preghiera, vi è una lapide con questa frase: “Ubi Deus ibi Pax”, questo rimanda alla relazione profonda che esiste tra la preghiera e la pace. La preghiera come base della affinità religiosa tra gli uomini e del conseguente auspicio della pace del mondo. San Bonaventura, nell’Itinerarium presenta Francesco come “l’Araldo della pace”. Il saluto di pace e le iniziative a favore della pace erano così parte integrante dello stile di vita e della missione dei primi Frati che questo li portò ad essere riconosciuti come un vero movimento di pace, tanto che lo stesso Tommaso da Celano (cf 1Cel 24 – FF 360) ci presenta la fraternità primitiva come una “Pacis legationem”, ossia, traducendo letteralmente, “ambasciata di pace” e ancora Celano (cf 1Cel 29 – FF 366) descrive il primo invio missionario dei frati, il cui obiettivo è diffondere in tutto il mondo l’annuncio di pace. Per questo lo “Spirito di Pace” è diventato lo “Spirito di Assisi” il Genius Loci che ispira i sentimenti di pace, di verità, di giustizia, di amore, di libertà, di fratellanza, di carità, di raccoglimento e di preghiera che tutti possono avvertire come una presenza costante. Qui dove l’ordine francescano ha trovato origine, Assisi non è ricordo, ma perenne esperienza di vita perché qui nacque e qui continua a vivere in spirito d’amore San Francesco. Assisi è il miracolo di questa presenza francescana, è il miracolo di un amore che non si è spento, è incontro mistico universale, è spiritualità di pace. La pace che deve riflettersi nelle strutture umane, non poteva avere altra ambasceria di pace se non qui. Scrive Cesare Angelini in “Frammenti del Sabato”: «Qui, uno è subito preso di lui, da lui, il capo spirituale della città. Veramente il luogo possiede una presenza che costringe o meglio abbatte: – il soprannaturale è penetrato nel naturale, insostenibile quasi alla nostra misura, ma è una prima impressione che passa perché anche il credere qui è un modo leggero; più che un intendere è un amare… – E’ la novità di Assisi e il beneficio del Santo, il quale ci ha insegnato che più giova parlare a Dio che parlare di Dio».

Dal discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai rappresentanti delle Chiese cristiane e comunità ecclesiali e delle religioni mondiali convenuti in Assisi, domenica, 27 ottobre 1986, piazza inferiore della Basilica di San Francesco:

Papa Giovanni Paolo II«… Per la prima volta nella storia ci siamo riuniti da ogni parte, Chiese Cristiane e Comunità Ecclesiali e Religioni Mondiali, in questo luogo sacro dedicato a San Francesco per testimoniare davanti al mondo, ciascuno secondo la propria convinzione, la qualità trascendente della pace.

… La sfida della pace, come si pone oggi a ogni coscienza umana, comporta il problema di una ragionevole qualità della vita per tutti, il problema della sopravvivenza per l’umanità, il problema della vita e della morte. Di fronte a tale problema, due cose sembrano avere suprema importanza e l’una e l’altra sono comuni a tutti noi. La prima, come ho appena detto, è l’imperativo interiore della coscienza morale, che ci ingiunge di rispettare, proteggere e promuovere la vita umana, dal seno materno fino al letto di morte, in favore degli individui e dei popoli, ma specialmente dei deboli, dei poveri, dei derelitti: l’imperativo di superare l’egoismo, la cupidigia e lo spirito di vendetta. La seconda cosa comune è la convinzione che la pace va ben oltre gli sforzi umani, soprattutto nella presente situazione del mondo, e che perciò la sua sorgente e realizzazione vanno ricercate in quella Realtà che è al di là di tutti noi. È questa la ragione per cui ciascuno di noi prega per la pace. Anche se pensiamo, come realmente pensiamo che la realizzazione tra quella realtà e il dono della pace è differente, secondo le nostre rispettive convinzioni religiose, tutti però affermiamo che tale relazione esiste. Questo è quanto esprimiamo pregando per essa.

… Sia che impariamo a camminare assieme in pace e armonia, sia che ci estraniamo a questa vicenda e roviniamo noi stessi e gli altri. Speriamo che questo pellegrinaggio ad Assisi ci abbia insegnato di nuovo ad essere coscienti della comune origine e del comune destino dell’umanità. Cerchiamo di vedere in esso un’anticipazione di ciò che Dio vorrebbe che fosse lo sviluppo storico dell’umanità: un viaggio fraterno nel quale ci accompagniamo gli uni gli altri verso la meta trascendente che egli stabilisce per noi. Preghiera, digiuno, pellegrinaggio. Questa giornata di Assisi ci ha aiutato a divenire più coscienti dei nostri impegni religiosi. Ma ha anche reso il mondo, che ci ha seguito attraverso i mezzi di comunicazione, più cosciente della responsabilità di ogni religione nei confronti dei problemi della guerra e della pace. Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace.

… La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita quotidiana. A seconda del loro modo quotidiano di vivere con gli altri, gli uomini scelgono a favore della pace o contro la pace.

… Ciò che abbiamo fatto oggi ad Assisi, pregando e testimoniando a favore del nostro impegno per la pace, dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita. Ciò che infatti abbiamo fatto oggi è di vitale importanza per il mondo. Se il mondo deve continuare, e gli uomini e le donne devono sopravvivere su di esso, il mondo non può fare a meno della preghiera. Questa è la lezione permanente di Assisi: è la lezione di san Francesco che ha incarnato un ideale attraente per noi; è la lezione di santa Chiara, la sua prima seguace. È un ideale fatto di mitezza, umiltà, di senso profondo di Dio e di impegno nel servire tutti. San Francesco era un uomo di pace. Ricordiamo che egli abbandonò la carriera militare che aveva seguito per un certo tempo in gioventù, e scoprì il valore della povertà, il valore della vita semplice e austera, nell’imitazione di Gesù Cristo, che egli intendeva servire. Santa Chiara fu per eccellenza la donna della preghiera. La sua unione con Dio nella preghiera sosteneva Francesco e i suoi seguaci, come ci sostiene oggi. Francesco e Chiara sono esempi di pace: con Dio, con se stessi, con tutti gli uomini e le donne in questo mondo. Possano quest’uomo santo e questa santa donna ispirare tutti gli uomini e le donne di oggi ad avere la stessa forza di carattere e amore per Dio e per i fratelli, per continuare sul sentiero sul quale dobbiamo camminare assieme. …».

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