Il Papa: "Serve Riferimento Stabile Per Contrastare Guerre e Calamità"
All'Angelus Benedetto XVI ha spiegato come Gesù non sia un veggente e la speranza cristiana sia la risposta al relativismo
«Cari amici - ha detto il Papa all’Angelus, riferendosi all’attualità - anche nei nostri tempi non mancano calamità naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze. Anche oggi - ha proseguito - abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto più a causa del relativismo in cui siamo immersi. Maria madre di Gesù ci aiuti ad accogliere questo centro nella Persona di Cristo e nella sua Parola»
Gesù non è un «veggente» e se parla della fine del mondo lo fa, rimarca il Papa, per dare una «chiave di lettura essenziale» sul destino dell’uomo.
Anche quando usa espressioni come «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno», ha spiegato Benedetto XVI durante l’Angelus recitato dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro davanti ad alcune migliaia di persone, Gesù «non descrive la fine del mondo, e quando usa immagini apocalittiche, non si comporta come un veggente».
Papa Ratzinger spiegava il brano del Vangelo di Marco che si legge oggi in tutte le chiese cattoliche del mondo, in cui c’è un discorso «escatologico» di Cristo, che spiega «gli ultimi tempi».
«Al contrario, - ha proseguito Benedetto XVI dopo aver ricordato che Gesù non è un veggente - . Egli vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare, oggi e domani, per entrare nella vita eterna».
«Tutto passa - ci ricorda il Signore -, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento. In base a questo saremo giudicati».
(Chiamati alla Santità)
La figura della beata Maria Crescencia Perez, religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto, elevata ieri all’onore degli altari, a Pergamino, in Argentina, è stata ricordata oggi dal Papa dopo l’Angelus. «Vissuta nella prima parte del secolo scorso - ha ricordato Benedetto XVI - è modello di dolcezza evangelica animata dalla fede. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza». Una suora che «aveva il cuore in cielo», ha definito la nuova beata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha presieduto il rito.
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