" PARROCCHIA SANTI ANDREA E GIOVANNI BATTISTA "
MIRACOLO EUCARISTICO DI BOLSENA
Anno 1263, miracolo del corporale insanguinato
(da tale avvenimento ha avuto origine la festa cattolica del Corpus Domini)
"Cari figli, ringraziate con me l’Altissimo per la mia presenza con voi. Gioioso è il mio cuore guardando l’amore e la gioia che avete nel vivere i miei messaggi. In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati affinché si sveglino dal sonno dell’incredulità. Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio cuore Immacolato perchè possa guidarvi tutti verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
pubblicata a Radio Maria il giorno venerdì 17 giugno 2011 alle ore 14.54
Da trent’anni a tu per tu con la Regina della Pace
Il veggente Ivan ci spiega l’evento Medjugorje
Intervista di Riccardo Caniato
«Madre, com’è possibile che tu sia così bella?». Era tanto tempo che Ivan Dragigevic, veggente di Medjugorje, teneva in serbo la domanda, finché, durante un’apparizione, abbagliato dall’estasi, non poté più resistere dal formularla. E la Madonna rispose: «Sono bella perché amo. Se ami, vedrai che diventi bello; amate e sarete belli anche voi».
Ricordando l’episodio Ivan prova ancora meraviglia: «Non so come abbia trovato il coraggio di rivolgermi a Lei così, perché all’epoca ero timoroso di tutto». Da ragazzo, infatti, era talmente timido che, quando la Vergine cominciò a manifestarsi, il 24 giugno 1981, scappò a capofitto giù dal Podbrdo, il Colle delle Apparizioni, con seri rischi di rompersi le ossa. E, tre giorni più tardi, non si sa se più per paura della folla che già affluiva da tutta l’Erzegovina o della polizia comunista, pronta a reprimere qualsiasi forma di culto pubblico, neppure si presentò all’appuntamento con gli altri cinque compagni d’avventura. Così avvenne che, quel sabato 27, la Gospa – «Madonna», in croato – apparve pure a lui, da solo, inaugurando le visite personali, divenute in seguito caratteristiche di questa sua imponente mariofania; ancora oggi, infatti, si mostra ai veggenti, ormai adulti, sposati e con figli, a tu per tu nelle loro case o là dove si trovano. «Lei ha un’attenzione particolare per ciascuno e per le famiglie: ovunque si prega, anche se non lo vediamo, si fa presente Gesù, come è scritto nel Vangelo», ci spiega il nostro accreditato interlocutore, a cui la Madonna, così come a Marija e a Vicka, appare ogni giorno.
Trent’anni sono passati e Ivan è totalmente diverso: non più l’adolescente scarno, ma un uomo di robusta costituzione: con le mani grandi, tipiche della sua gente, che da generazioni le impasta nella terra; e gli occhi scuri, che ti scrutano senza le ritrosie di un tempo. Nel 1993 ha sposato Laureen Murphy, Miss Massacchussets 1990, una ragazza statunitense, gioiosa – oltre che bella, anche lei –, da cui ha avuto tre femmine e un maschio; e da dopo le nozze si divide tra Boston e Medjugorje, dove lo si può incontrare da maggio a settembre, «quando non sono in giro per testimoniare». Sì, perché, nonostante la timidezza, la Madonna gli ha dato questo preciso mandato e, per la sua disponibilità e la conoscenza delle lingue il veggente viaggia molto, specialmente nei Paesi anglofoni; e la sua presenza è segnalata perfino in Australia e in Nuova Zelanda: si direbbe sia diventato una sorta di ambasciatore di Medjugorje. La persona giusta, ci siamo detti a Oggi, per approfondire i trent’anni dell’evento.
Ivan, le tue emozioni sono sempre le stesse dal 1981? E la Madonna è cambiata?
La Gospa è sempre sé stessa: una ragazza nel cuore degli anni, ma di una profondità di sguardo che la rende ai miei occhi una donna di grande maturità. Ha il manto grigio e il velo bianco e, nelle feste, come Natale e Pasqua, porta vesti d’oro; gli occhi sono azzurri e le gote appena tinte di rosa; in testa ha una corona di dodici stelle e i piedi poggiano su una nuvola che la sospende da terra, a ricordo che è creatura del Cielo e immacolata. Detto questo, non posso trasmettervi la sua essenza, rendere quanto sia bella, quanto sia viva. E così è per le mie emozioni: ogni giorno davanti a me si manifesta qualcosa che non ha pari sulla terra. La Vergine per sé stessa è il Paradiso: la sua presenza ti dona una tale gioia, ti trapassa di una tale luce! Ma anche il contesto è sublime: a volte mi mostra delle persone felici sullo sfondo, o degli angeli splendenti in un luogo ineffabile, pieno di fiori. Quando l’apparizione finisce per me è difficile riadattarmi, perché nulla cosa al mondo, nell’arte o in natura, ha quei colori, quei profumi e raggiunge tale perfezione d’armonia.
La Madonna è per te un’amica, una sorella…? Che cosa provi quando ti parla?
Anche se la vedo giovanissima, la sento come Madre. La mia mamma terrena si è presa cura di me fino a quel giorno sul Podbrdo, poi è toccato alla Gospa, per sua iniziativa. Entrambe sono ottime madri, perché mi hanno educato con passione a ciò che è vero. Ma da quando ho sperimentato l’amore della Madonna, vivo ogni momento della giornata nell’attesa che Lei venga, perché le sue benedizioni, le sue preghiere, i suoi consigli sono nutrimento e cardini per la vita mia e della mia famiglia. Non c’è niente di più dolce e sconvolgente di quando si rivolge a me dicendo: «Caro figlio!». È il primo messaggio: siamo figli di Dio, amati – lo capisci? – siamo figli della Regina della Pace, che colma la strada dal Cielo alla terra perché ci ama; e, amandoci, desidera guidarci, perché sa ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Con che animo ti prepari all’anniversario? C’è un regalo che vorresti fare a Maria?
Ho l’occasione per rivivere ciò che di straordinario la Madonna ha fatto con me: sarei scappato via, tanto mi sentivo indegno e inadeguato; invece, godo ancora della sua presenza. Ogni sera si scomoda per me: ma se lo fa è per tutti, perché tutti credano che Dio è un Padre buono. E noi dovremmo solo ricambiare, dire di sì al suo amore. Questo sarebbe il regalo più bello per i trent’anni di Medjugorje.
Che cosa fa e dice la Madonna durante i vostri incontri?
Soprattutto prega, mostrandoci la via per comunicare con Dio. E la preghiera può essere di intercessione, anche per le intenzioni che le presento, o di ringraziamento o di lode. Talvolta il colloquio si fa personale e Lei mi mostra con delicatezza dove ho sbagliato; e, così facendo, porta avanti la mia crescita spirituale. Se all’apparizione assistono altre persone, prega su di loro, con particolare attenzione ai malati, sacerdoti e consacrati.
Ma perché appare da così tanto tempo?
Perfino dei vescovi mi hanno fatto questa domanda; c’è chi osserva che i messaggi sono ripetitivi e chi obbietta che il credente non ha bisogno delle apparizioni, perché le verità di fede e quanto serve per la salvezza sono già contenuti nella Bibbia, nei Sacramenti e nella Chiesa. Ma la Gospa ha risposto loro con un’altra domanda: «È vero: tutto è già dato; ma voi vivete veramente le Sacre Scritture, vivete l’incontro con Gesù vivo nell’Eucaristia?». Certamente i suoi messaggi sono evangelici; il problema è che non viviamo il Vangelo. Lei parla un linguaggio semplice, accessibile, e si ripete con sconfinato amore, perché sia chiaro che è tutti che vuole raggiungere, nel desiderio che tutti, poi, si sentano cercati e suoi. Non fa differenze di razza o di ceto; si comporta, piuttosto, come una mamma quando i figli non studiano o li vede perdersi dietro a cattive compagnie… «Voi parlate tanto, ma non vivete»: la fede non è un bel discorso, ma vita incarnata, e la Madonna ci suggerisce: «Siate un segno vivo; pregate, perché si realizzino i progetti di Dio, per il bene vostro e di chi vi è caro, per il mondo intero». Ci vuole tutti santi.
C’è un incontro con Lei che ricordi in modo particolare?
Quando è Natale e la Vergine fa visita alla mia famiglia con la sua: mostrandosi con san Giuseppe e il piccolo Gesù in braccio. E poi non dimenticherò che cosa è accaduto il 2 aprile 2005. Il Santo Padre Giovanni Paolo II era da poco spirato ed è sopraggiunto raggiante, durante l’apparizione, in vesti candide e d’oro: una grazia indimenticabile, segno di vita eterna.
Per i tuoi famigliari, che non vedono, questi appuntamenti quotidiani non risultano talvolta un bell’impegno?
Non sentiamo la fatica né contiamo il tempo quando facciamo le cose con amore. Se avessimo amore per Dio non ci staccheremmo più da Lui. Quando sono a casa la mia famiglia partecipa sempre alle apparizioni: aspettiamo la Madre celeste recitando il Rosario o meditando le Scritture o con la preghiera spontanea. E dopo l’apparizione ringraziamo insieme; e io condivido ciò che la Madonna ha fatto e ha detto.
Di fronte alla tragedia del Giappone, alle morti innocenti, come si può riconoscere l’amore di Dio?
La sofferenza esiste perché il mondo è soggetto al Male; ma Gesù lo ha sconfitto con la Risurrezione, annientando la morte. Tuttavia Lui stesso è dovuto passare misteriosamente da questa esperienza, mostrandoci che è mediante la Croce che si glorifica Dio. Nella misura in cui offriamo al Signore il nostro patire possiamo comprendere la verità di questa affermazione.
Il mondo intero è sconvolto da guerre, omicidi, lotte di potere... La Madonna denuncia le colpe dell’uomo contemporaneo?
I conflitti oggi nascono, innanzitutto, in seno alle famiglie; e la Madonna soffre per i bambini non nati e per le gravi crisi coniugali: gli uni e le altre sottendono che l’uomo rifiuta la vita, dono del Padre dei Cieli, e si oppone alla fedeltà del suo amore per noi. E ciò si ripercuote anche nei rapporti fra gli Stati: anche qui l’assenza di Dio provoca il deserto dei cuori. Quanti potenti, presidenti perfino, spendono parole grandi sulla pace; ma poi la pace non c’è e sottobanco si vendono armi e si favoriscono guerre. Il Vangelo parla chiaro: «La pace che dà il mondo è effimera»; purtroppo i governanti non riconoscono più che ogni potere è concesso da Dio a servizio del bene comune.
È giunto, dunque, il tempo dei 10 segreti? Dobbiamo aspettarci un castigo?
I segni dei tempi mostrano che il mondo è tribolato e i segreti di Medjugorje contengono certamente anche profezie di eventi dolorosi. Tuttavia il settimo segreto è stato mitigato dalle preghiere e ogni volta che Lei mi appare riconosco la speranza e la luce del Paradiso che albergano nei suoi occhi. La Madonna non viene per castigarci, per giudicarci, ma perché facciamo buon uso della libertà e riprendiamo la via della pace e della verità, riallacciando il dialogo e il rapporto filiale con il Creatore di tutto. Non a caso si è presentata a Medjugorje come Regina della Pace e le sue prime parole sono state: «Cari figli, sia pace tra l’uomo e Dio e tra gli uomini».
Riccardo Caniato
(**) Ecco le parole di Ivan:
“Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all’inizio, come sempre, ci ha salutato tutti col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.
Poi la Madonna ha stesso le mani ed ha pregato su tutti noi qui ed in modo particolare ha pregato su di voi malati presenti.
Poi la Madonna ha detto:
“Cari figli, anche oggi la Madre con amore vi invita: decidetevi per mio Figlio, incamminatevi insieme a Lui. Seguite i miei messaggi, specialmente in questi giorni che verranno, rinnovate i miei messaggi nelle vostre famiglie. Pregate, cari figli, affinché mio Figlio nasca nei vostri cuori, nelle vostre famiglie. Sappiate, cari figli, che la Madre prega per voi e che vi ama con amore materno. Perciò perseverate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata”.
Poi la Madonna ci ha benedetti tutti con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché fosse benedetto. Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed in modo particolare ho raccomandato tutti voi malati presenti. Poi è seguita una mia conversazione con la Madonna e della Madonna con me, che resta solo tra noi. Dopo questa conversazione, la Madonna ha continuato a pregare ed ha pregato in particolare per la pace: per la pace nei nostri cuori e per la pace nelle famiglie. Poi se n'è andata in preghiera nel segno della luce e della croce col saluto: "Andate in pace, cari figli miei".
«TESTIMONI DEL RISORTO.
ANCHE SU INTERNET»
“Il web non come uno spazio virtuale da occupare ma un ambito in cui offrire la nostra testimonianza, e dove riportare senso, dialogo e relazioni”.
Questo, in una frase, quanto è scaturito dal Convegno nazionale “Testimoni Digitali” organizzato dalla CEI a Roma nei giorni 22-23-24 aprile.
Difficile descrivere in così poche righe quanto detto dai numerosi e prestigiosi relatori che si sono alternati durante i lavori. Essi hanno di volta in volta indicato le linee guida che la Chiesa del nuovo millennio deve seguire per poter affrontare le sfide missionarie, educative ed etiche della Rete internet. “Bisogna rompere il silenzio su temi come vita, famiglia, solidarietà per essere sale di sapienza senza conformismi” – ha dichiarato il Card. Bagnasco –, che ha definito Internet “luogo per annunciare Cristo e l’uomo”.
La rete è infatti sempre più un “luogo” da frequentare per stare in contatto con gli altri, e poiché la Chiesa ha nell’annuncio di un messaggio e nelle relazioni di comunione due pilastri fondanti del suo essere, Rete e Chiesa sono destinate ad incontrarsi.
Sentir dire che “è urgente annunciare Cristo anche su internet”, da cristiano che da anni vi opera – seppur in maniera amatoriale ma allo stesso tempo appassionato –, mi ha reso molto felice.
Il Convegno ha sicuramente fornito una iniezione di fiducia che adesso va trasferita nelle diocesi.
È indispensabile che ognuno di noi – presbiteri e laici, uomini e donne, giovani ed adulti, insegnanti e catechisti, operatori della comunicazione e scettici del mondo digitale – rifletta sul grande potenziale costituito dalle tecnologie digitali e su come esse stiano modificando non soltanto il nostro modo di informarci e di comunicare, ma anche e più in profondità le stesse relazioni tra persone. In sinergia con quanto proposto dall’attuale Piano Pastorale della Chiesa di Mazara del Vallo “Comunicazione e Missione”, impegniamoci, quindi, a lasciare sul web tracce visibili di Cristo.
Ma occorre essere preparati e soprattutto attenti a puntare l’attenzione sull’uomo.
“Non ci si può accontentare – come ha detto Mons. Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali – di dare una verniciatura digitale alla testimonianza cristiana illudendosi che sia sufficiente adottare qualche nuovo strumento di comunicazione per rendere l’azione più accattivante e accettata”. La questione è ben più profonda. Siamo chiamati a dare un’anima alla rete.
O Signore,
tu ci hai insegnato che l’amore più grande
è dare la vita per i propri amici.
Aiutaci a scoprire nel volontariato l’opportunità
di incontrare non solo la sofferenza umana,
ma di vivere l’amore.
Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni povero
il tuo volto e la tua presenza.
Apri le nostre menti a valorizzare
l’unicità di ogni persona,
con la sua storia e cultura.
Apri i nostri orecchi
ad accogliere con gentilezza
le voci che chiedono ascolto.
Apri i nostri cuori
ad offrire speranza dove c’è paura,
solidarietà dove c’è solitudine,
conforto dove c’è tristezza.
Aiutaci, o Signore, a testimoniare il vangelo
con un sorriso, una parola, un gesto di affetto.
Donaci l’umiltà di riconoscere che noi non siamo la luce,
ma strumenti della Tua luce,
non siamo l’amore,
ma espressioni del Tuo amore.
Amen
«Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!».
Il tuo più grande amico, un amico che forse tu ancora non conosci, ti è stato mandato da Dio. È nato da una semplice donna. La stessa nascita è un fatto che confonde la ragione dei savi e di cui nessun scienziato sulla terra ha mai penetrato il segreto. Ha rivestito la natura umana al fine di potere riscattare la razza umana. È divenuto Figlio dell'uomo affinché noi potessimo divenire figli di Dio. È vissuto in povertà, è cresciuto nell'oscurità. Una volta sola, in gioventù, ha oltrepassato la frontiera della sua provincia. Egli non ha avuto i vantaggi di un'alta istruzione e di un'educazione distinta, essendo la sua famiglia senza beni di fortuna e senza influenza. Eppure, ancora ragazzo, è stato motivo di terrore per un re. Ancora ragazzo Egli ha stupito e messo in imbarazzo i dottori della legge. In età matura ha comandato alla natura stessa, ha camminato sulle onde del mare, ha ordinato alle tempeste di calmarsi, ha reso la salute del corpo a delle moltitudini, ha risuscitato dei morti col solo potere della Sua Parola.
Egli non ha mai scritto un solo libro, tuttavia nessuna biblioteca potrebbe contenere i libri che sono stati scritti al Suo riguardo.
Egli non ha mai composto un inno, tuttavia il numero delle melodie che celebrano le Sue lodi è tale che tutti i compositori riuniti non potrebbero eguagliarlo.
Egli non ha mai studiato né esercitato la medicina, ma chi potrebbe mai dire quanti cuori spezzati dalla sofferenza hanno, in ben diciannove secoli, trovata presso di Lui la loro guarigione?
Egli non ha mai comandato un esercito, né arruolato un solo soldato, né maneggiato una sola arma, eppure nessun capo ha mai avuto al suo seguito tanti volontari.
Anzi, nel mondo intero, dei ribelli hanno deposto le armi della rivolta e sottomessa la loro volontà alla Sua senza un gesto di violenza, con la sola opera della dolcezza.
Egli ha cambiato la Sua veste in porpora con l'umile abito dell'artigiano. Egli era ricco e si è fatto povero per amore di noi, e quanto povero! Domandatelo a Maria, domandatelo ai pastori ed ai magi…Egli ha dormito nella mangiatoia che apparteneva ad un altro. Egli ha attraversato il lago di Genezaret nella barca di un altro. Egli ha fatto il suo ingresso a Gerusalemme, il giorno delle Palme, sull'asino di un altro. Egli è stato sepolto nella tomba di un altro.
Dei grandi uomini sono nati e sono stati dimenticati. Lui solo non passa e non passerà giammai. Erode non ha potuto ucciderlo e Satana non ha potuto ostacolare l'opera Sua. La morte non è stata capace di distruggerlo, né la tomba di trattenerlo sotto il Suo potere, Egli è il Cristo incomparabile, l'Ammirabile annunciato dalla voce del profeta dei tempi antichi. La sua persona è il grande miracolo della storia della razza umana; sul suo viso d'uomo s'irradia la gloria eterna dell'altissimo. Sopra una croce da schiavi e criminali Egli è morto, o peccatore, per la tua anima perduta. Egli vi è morto di morte orribile, schiacciato sotto il peso del peccato NOSTRO, del peccato TUO.
Pazientemente, anno dopo anno, lungo i sentieri del dubbio ove tu fuggivi i Suoi passi, il SUO CUORE FEDELE ha cercato TE e tu non lo sapevi. Ora la Sua voce parla a TE. Apri il cuore TUO.
Non tardar più.
Egli ha sofferto la morte per darti la vita.
Oggi, proprio oggi, Egli vuole sentire che anche TU lo chiami e lo chiamerai sempre: "MIO SALVATORE".