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sabato 12 ottobre 2013

Il 13 Ottobre 2013 Papa Francesco Consacrerà il Mondo al Cuore Immacolato di Maria


"il Papa consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria"


La consacrazione si terrà a Roma, il 13 ottobre 2013, davanti all’immagine della Madonna di Fatima, venerata nel Santuario della Vergine, in Portogallo.

L’immagine della Madonna del Rosario di Fatima, dovrà lasciare  Portogallo per essere portata in Vaticano. Papa Francesco vuole consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria.

La Giornata Mariana che si terrà in Vaticano,  domenica 13 ottobre, avrà la presenza di centinaia di movimenti e istituzioni che hanno una speciale devozione alla Madonna. In questa occasione, il Papa celebrerà una Santa Messa che è inserita nel calendario dei grandi eventi 

dell’ “Anno della Fede”.

Come parte del fine settimana mariano, il sabato, 12 ottobre, si terranno diversi incontri di preghiera presso la tomba di San Pietro. La Giornata Mariana si concluderà con la Messa del 13 ottobre, presieduta da Papa Francesco, in Piazza San Pietro. L’immagine della Madonna di Fatima si recherà a Roma su richiesta di Papa Francesco, che ha dimostrato la devozione alla Vergine dal primo giorno del suo pontificato.

L’immagine deve lasciare il Santuario di Fatima, in Portogallo, la mattina del 12 ottobre e ritornerà da Roma nel pomeriggio del 13 ottobre.

(Programma)

"Sabato 12 OTTOBRE"

Ore 8.00 – 12.00

Pellegrinaggio alla Tomba dell’Apostolo Pietro

Ore 9.00 – 12.00

Adorazione eucaristica e celebrazione del sacramento della riconciliazione in alcune chiese limitrofe a Piazza San Pietro

Ore 17.00


Accoglienza della statua originale della Madonna di Fatima in Piazza San Pietro alla presenza di Papa Francesco

Catechesi mariana

Dalle ore 19.00

Sosta della statua della Madonna di Fatima al Santuario del Divino Amore e inizio del momento di preghiera “Con Maria oltre la notte” * che prevede:

a) Recita del Santo Rosario in collegamento con i santuari mariani nel mondo (ore 19:00)

b) Veglia di preghiera (dalle ore 22.00)

"Domenica 13 OTTOBRE"

Mattina

Ore 8.00

Arrivo in Piazza San Pietro

Ore 10.00


Recita del Santo Rosario

Ore 10.30


Santa Messa in Piazza San Pietro presieduta da Papa Francesco

venerdì 4 ottobre 2013

Papa Francesco: La Chiesa Si Spogli Dalla Mondanità Spirituale Che Uccide L’anima e Le Persone




Spogliarsi della mondanità spirituale che uccide l’anima, le persone e la Chiesa. E’ l’esortazione che Papa Francesco ha levato, stamani, nella Sala della Spoliazione dell’arcivescovado di Assisi, un luogo che evoca il gesto dirompente dello spogliamento di San Francesco, un luogo che mai un Papa aveva visitato prima. Il Pontefice, parlando ai poveri assistiti dalla Caritas locale, ha ribadito che “è triste trovare un cristiano mondano” e ha ricordato la tragedia di Lampedusa, sottolineando che oggi è un giorno di pianto. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Per la prima volta un Papa, e un Papa che si chiama Francesco, visita il luogo in cui il Poverello d’Assisi si spogliò di tutto per seguire Gesù. Basterebbe già questo per definire storica l’occasione. Lo sa bene il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, che nel suo saluto iniziale coglie la portata di questo evento salutando il Papa con queste parole:

“Benvenuto in questa Sala della Spogliazione. Sei il primo Papa che visita questo luogo! Qui il gesto sconvolgente dello spogliamento del giovane Francesco: rinunciò a tutto per possedere tutto, mettendosi, come Cristo, dalla parte degli umili e dei poveri”.

Papa Francesco, che ha davanti a sé i poveri assistiti ogni giorno dalla Caritas diocesana, decide dunque di lasciare il testo preparato per il discorso e di parlare a braccio, anzi forse sarebbe più giusto dire di parlare “da cuore a cuore”. E subito confida, sorridendo, di essere consapevole che da parte dei media c’era grande attesa per quello che avrebbe detto in un luogo così simbolico:

“Questi giorni scorsi sui giornali, sui mezzi (di comunicazione ndr), si facevano fantasie… ‘Il Papa andrà a spogliare la Chiesa, lì!’. ‘Di che spoglierà la Chiesa?’. ‘Spoglierà gli abiti dei vescovi, dei cardinali; spoglierà se stesso…’”.

Questa, ha ripreso, “è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi”. Ma, ha aggiunto, “la Chiesa siamo tutti”, “dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa”. E, ha avvertito, “tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù, che ha fatto una strada di spogliazione, lui stesso”. Gesù, ha detto il Papa, è “diventato servo, servitore”, “ha voluto essere umiliato, fino alla Croce”. "E se noi vogliamo essere cristiani - ha ammonito - non c’è un’altra strada”:

“Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano, dicono, ‘senza Croce, senza Gesù, senza spogliazione?’ E diventeremo cristiani di pasticceria, come belle torte, come belle cose dolci… Bellissimo, ma non cristiani davvero!”.

“Qualcuno – ha dunque aggiunto - dirà: ‘Ma di che cosa deve spogliarsi la Chiesa?’”:

“Deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella Chiesa, tutti: il pericolo della mondanità. Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo. La mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E’ un idolo! E l’idolatria è il peccato più forte, eh!”.

Quando nei media, ha proseguito, “si parla della Chiesa: credono che la Chiesa siano i preti, le suore, i vescovi, i cardinali e il Papa”. Ma, ha evidenziato, “la Chiesa siamo tutti noi” e “tutti noi dobbiamo spogliarci di questa mondanità: lo spirito contrario allo spirito delle Beatitudini; lo spirito contrario allo spirito di Gesù”:

“La mondanità ci fa male. E’ tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro di quella sicurezza che gli dà - sicuro secondo lui! - la fede e sicuro della sicurezza che gli dà il mondo. Non si può lavorare dalle due parti. La Chiesa, tutti noi, deve spogliarsi della mondanità, che la porta alla vanità, all’orgoglio che è l’idolatria”.

Il Papa ha ricordato che Gesù stesso dice che non si possono “servire due padroni”. O servi Dio o servi il denaro. Nel denaro, ha detto, c’è “tutto questo spirito mondano”: “Denaro, vanità, orgoglio”. “E’ triste – ha soggiunto - cancellare con una mano quello che scriviamo con l’altra. Il Vangelo è il Vangelo! Dio è l’unico! E Gesù si è fatto servitore per noi e lo spirito del mondo non c’entra qui”. Oggi, ha detto ancora rivolgendosi direttamente ai poveri nella Sala, tanti di voi, sono stati spogliati da “questo mondo selvaggio che non dà lavoro, che non aiuta”. A questo mondo, è stata la sua denuncia, “non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo; non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare pane a casa”:

“…non importa che tanta gente debba fuggire dalla schiavitù, dalla fame e fuggire cercando la libertà e con quanto dolore, tante volte, vediamo che trovano la morte, come è successo ieri a Lampedusa. Ma oggi è un giorno di pianto!”

“Queste cose – ha detto ancora – le fa lo spirito del mondo”. Una considerazione corredata da una vibrante denuncia:

“E’ proprio ridicolo che un cristiano, un cristiano vero, che un prete, che una suora, che un vescovo, che un cardinale, che un Papa vogliano andare sulla strada di questa mondanità, che è un atteggiamento omicida. La mondanità spirituale uccide! Uccide l’anima! Uccide le persone! Uccide la Chiesa!”

Quando Francesco ha fatto il gesto di spogliarsi, ha poi osservato il Papa, “era un ragazzo giovane, non aveva forza”; “è stata la forza di Dio che lo ha spinto a fare questo”. Oggi, ha concluso, “chiediamo la grazia per tutti i cristiani” che il Signore ci salvi dallo spirito del mondo:

“Che il Signore ci dia a tutti noi il coraggio di spogliarci, ma non da 20 lire, no, no… Spogliarci dello spirito del mondo, che è la lebbra, il cancro della società! E’ il cancro della Rivelazione di Dio! Lo spirito del mondo è il nemico di Gesù! Chiedo al Signore che, a tutti noi, ci dia questa grazia di spogliarci”.

Nel discorso non pronunciato ma dato per letto, Papa Francesco sottolinea che la scelta di essere povero di Francesco “non è una scelta sociologica, ideologica, è la scelta di essere come Gesù” di “seguirlo fino in fondo”. La spogliazione di Francesco, osserva, ci dice che bisogna mettere Gesù al primo posto e spogliarsi “dall’io orgoglioso”, “dalla brama di avere, dal denaro che è un idolo che possiede”. Tutti, avverte, “siamo chiamati ad essere poveri” a “condividere con chi è privo del necessario, toccare la carne di Cristo”. Il cristiano, soggiunge, “non è uno che si riempie la bocca coi poveri”, è “uno che li incontra che li guarda negli occhi, che li tocca”. Sono qui, aggiunge il Papa, “non per fare notizia, ma per indicare che questa è la via cristiana, quella che ha percorso San Francesco”.

“Di che cosa deve spogliarsi la Chiesa?”, è l’interrogativo che il Papa pone a sé e a tutti i cristiani. “Spogliarsi – risponde - di ogni mondanità spirituale, che è una tentazione per tutti”. Spogliarsi, aggiunge, “di ogni azione che non è per Dio, non è di Dio; dalla paura di aprire le porte e di uscire incontro a tutti, specialmente dei più poveri, bisognosi, lontani, senza aspettare”. Certo, avverte il Papa, “non per perdersi nel naufragio del mondo, ma per portare con coraggio la luce di Cristo, la luce del Vangelo, anche nel buio, dove non si vede, dove può succedere di inciampare”. E incalza: “Spogliarsi della tranquillità apparente che danno le strutture, certamente necessarie e importanti, ma che non devono oscurare mai l’unica vera forza che porta in sé: quella di Dio”. Spogliarsi, avverte ancora il Papa, “di ciò che non è essenziale, perché il riferimento è Cristo; la Chiesa è di Cristo!” E conclude: “Tanti passi, soprattutto in questi decenni, sono stati fatti. Continuiamo su questa strada che è quella di Cristo, quella dei Santi”.


Fonte: Radio Vaticana

martedì 1 ottobre 2013

Oggi Martedì 1 Ottobre 2013 (Santa Teresa del Bambin Gesù)


Oggi Martedì 1 Ottobre 2013 (Santa Teresa del Bambin Gesù)

"Una vocazione sbocciata grazie a Santa Teresa del Bambino Gesù"

Una sera, dinanzi ad un prestigioso hotel di Parigi, si fermò un taxi dal quale scese un importante uomo d'affari francese. Entrò nella hall dell'albergo e si diresse verso la reception, ma a un certo punto ebbe l'impressione di essere osservato da qualcuno alle spalle. Si voltò e vide che si trattava di una giovane suora. Non essendo esperto di abiti religiosi non riconobbe che si trattava di una carmelitana scalza. Del resto quell'imprenditore era talmente occupato nei suoi affari che non si interessava di ordini religiosi, chiese e monasteri. Fatto sta che la suora continuava ad osservarlo e gli sorrideva con candore celestiale. L'imprenditore pur non conoscendo quella misteriosa monaca, sollevò il cappello per salutarla, poi si voltò e si avvicinò alla reception per sbrigare le pratiche di accettazione. Mentre firmava il registro sbirciò alle sue spalle per vedere se la giovane suora fosse ancora lì, ma non la vide più, pertanto domandò all'impiegato chi fosse quella ragazza in abito religioso, ma il dipendente dell'hotel alzando le spalle gli rispose che nell'ultima mezz'ora non era entrata nessun'altra persona all'infuori di lui.

Alcuni giorni dopo, mentre era a casa di amici, l'uomo d'affari osservò un'immagine di una suora: con grande stupore riconobbe che era la stessa che gli aveva sorriso nell'albergo. Domandò chi fosse e gli risposero che si trattava di Santa Teresa del Bambino Gesù.

Qualche tempo dopo quell'uomo abbandonò il mondo imprenditoriale ed entrò nell'abbazia di Aiguebelle. Dopo la visione di Santa Teresa di Lisieux si era riavvicinato alla Religione, e aveva sentito la chiamata di Dio alla vita monastica. Non indossava più costosi e raffinati abiti civili, ma un saio con uno scapolare scuro e una cintura di cuoio. Inoltre aveva la testa rasata e la barba lunga. Era divenuto monaco trappista. Nel silenzio e nel raccoglimento del monastero aveva finalmente trovato quella pace interiore che le ricchezze che aveva posseduto nel mondo, non erano state in grado di dargli.