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lunedì 28 febbraio 2011

Messaggio Della Regina Della Pace Del 25 Febbraio 2011

"Cari figli, la natura si risveglia e sugli alberi si vedono le prime gemme che porteranno un bellissimo fiore e frutto. Desidero che anche voi, figlioli, lavoriate sulla vostra conversione e che siate coloro che testimoniano con la propria vita, così che il vostro esempio sia il segno e l’esortazione alla conversione per gli altri. Io sono con voi e davanti a mio Figlio Gesù intercedo per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Marija Pavlovic Legge il Messaggio del 25 Febbraio 2011



Marija Pavlovic Legge il Messaggio Del 25 Febbraio 2011 che ha Ricevuto Dalla Regina Della Pace, a Radio Maria.

Video Commento di Padre Livio al Messaggio del 25 Febbraio 2011



Commento di Padre Livio al Messaggio del 25 Febbraio 2011 da Medjugorje.

venerdì 25 febbraio 2011

Apparizione a Mirjana 2 Febbraio 2011


Apparizione della Regina della Pace a Mirjana il 2 Febbraio 2011 al Sacro Monte di Orta (No) Chiesa dei Santi Nicolao e Francesco.

giovedì 24 febbraio 2011

I Sette Doni Dello Spirito Santo


Consiglio:

E' il primo dono dello Spirito Santo. Nella Bibbia indica il progetto di Dio su ogni persona. Questo dono aiuta a conoscere ciò che Lui si aspetta da ognuno. Ci facilita la vita mettendoci accanto persone di Sua fiducia (genitori, catechisti, amici, suore, Don...) che indicano la strada giusta da seguire. Lui si aspetta però anche che i ragazzi sappiano dare consigli ai compagni di viaggio con le parole e con i viaggi.

Sapienza:
Secondo la Bibbia è il secondo dono dello Spirito Santo. Serve a capire come funziona la vita e ad ordinare le cose secondo una classifica giusta riservando il primo posto a Dio. Spiega come le piccole e grandi gioie aiutano a vivere meglio ma non durano per sempre. Per questo la persona saggia costruisce la casa sulla roccia e non sulla sabbia. La sapienza ti permette di vedere le cose con il Cuore stesso di Dio... Cioè come le comprende Lui.

Fortezza:
La Fortezza è il terzo dono dello Spirito Santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti della vita, di noi stessi e con Dio. Dà ai ragazzi energia sufficiente per non comportarsi da "pecoroni" che imitano i modi sbagliati dei prepotenti. Questo dono insegna loro a sostituire l'amore per la forza con la forza per l'amore.

Intelletto:
L'intelletto è il quarto dono dello Spirito Santo che fa riconoscere la presenza di Dio nei diversi episodi della giornata. Non si ferma al look, ma dà importanza a ciò che è 'dentro'. La persona intelligente non dà peso all'apparenza, ai pettegolezzi, alla banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole che ascolta e che dice.

Pietà:
E'il quinto dono dello Spirito Santo. Aiuta a riconoscere Dio come un padre buono che pensa a tutti, con cui si può dialogare volentieri e si fa il possibile per accontentarLo. Uno dei modi più belli è di riconoscere tutti i Suoi figli come fratelli e sorelle. Se li amiamo, ha detto Gesù, si ama anche il Padre che è nei cieli.

Timor di Dio:
Il Timor di Dio è il sesto dono dello Spirito Santo e fa capire che Dio deve essere rispettato. Non è un Tipo suscettibile che spaventa e castiga, ma neppure Uno che può essere facilmente ingannato e raggirato. E' il Dio Amore di cui bisogna parlare bene nei discorsi e nei fatti. Dio non vuole spaventare nessuno, vuole solo che noi ci assumiamo la nostra responsabilità, usiamo bene della nostra libertà aprendo a Lui il nostro cuore.

Scienza:
E' il settimo dono e nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e di amore totale verso Dio. Se conosci Dio vedi le persone e le cose in ralazione con Lui. L'amore per le creature deriva dall'amore per il Creatore. Per questa ragione rispetta la natura, comprende gli altri e con essi cammina verso la felicità, verso l'Amore (con la A maiuscola) che è alla base di ogni amore. Questo è il vero "scienziato" che migliora la sua vita e quella degli altri.

mercoledì 23 febbraio 2011

Le Beatitudini

Vedendo che c'era tanta gente Gesù sali verso il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono a lui, ed egli cominciò a istruirli con queste parole:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli

Beato chi è umile, chi sente il suo nulla ma confida in Dio.
Beato chi sente la sua dipendenza completa da Dio.
Beato chi accetta il progetto di Dio su di lui.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati
Beato chi sa piangere sui propri errori.
Beato chi sa piangere con chi piange.
Beato chi paga, soffre e lotta contro le ingiustizie e per i mali del mondo.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra
Beato chi sceglie la mitezza, la benevolenza, la pazienza, l’umiltà.
Beato chi ha il cuore grande.
Beato chi rifiuta la violenza.
Beato chi sa perdonare.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati
Beati coloro che hanno la brama della santità, che aspirano all’autenti­cità evangelica, che scelgono il Vangelo senza accomodamenti né attenuazioni.
Beato chi desidera ardentemente ciò che Dio desidera.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia
Beati quelli che si sforzano di essere un riflesso della bontà di Dio.
Beati quelli dal cuore grande e misericordioso verso i loro fratelli.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Beati quelli che hanno il cuore sincero perché possono accostarsi a Dio.
Beato chi è autentico nei pensieri e nei fatti perché è accolto da Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
Beati i costruttori di pace e di concordia perché hanno in loro qualcosa della bontà di Dio.
Beati i portatori di pace perché somigliano a Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli
Beati quelli che san pagare per la loro fede.
Beato chi è fedele alla volontà di Dio ed è pronto anche a soffrire per essere fedele alla volontà di Dio.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perche grande e la vostra ricompensa nei cieli.

La Legge Delle Beatitudini

lunedì 21 febbraio 2011

I Sette Peccati Capitali



* Superbia (desiderio disordinato di essere superiori agli altri, fino al disprezzo degli ordini e delle leggi).

* Avarizia (desiderio disordinato dei beni temporali).

* Lussuria (desiderio disordinato del piacere sessuale).

* Invidia (tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio).

* Gola (abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola).

* Ira (disordinato desiderio di vendicare un torto subito).

* Accidia (torpore malinconico e l'inerzia che prende coloro che sono dediti a vita contemplativa).

venerdì 18 febbraio 2011

Santa Gianna Beretta Molla

Preghiera a Santa Gianna Beretta Molla

(04/10/1922 - 28/04/1962)

Donna meravigliosa amante della vita,
sposa, madre, medico professionista esemplare
offrì la sua vita per non violare il mistero della dignità della vita.

"Preghiera"

Dio, che ci sei Padre,
ti diamo lode e ti benediciamo
perché in Santa Gianna Beretta Molla
ci hai donato e fatto conoscere
una donna testimone del Vangelo
come giovane, sposa, madre e medico.
Ti ringraziamo perché,
anche attraverso il dono della sua vita,
ci fai imparare ad accogliere ed onorare ogni creatura umana.
Tu, Signore Gesù,
sei stato per lei riferimento privilegiato.
Ti ha saputo riconoscere
nella bellezza della natura.
Mentre si interrogava sulla sua scelta di vita,
andava alla ricerca di te e del modo migliore per servirti.
Attraverso l’amore coniugale si è fatta segno
del tuo amore per la Chiesa e per l’umanità.
Come te, buon samaritano, si è fermata
accanto ad ogni persona malata, piccola e debole.
Sul tuo esempio e per amore,
ha donato tutta se stessa, generando nuova vita.
Spirito santo, fonte di ogni perfezione,
dona anche a noi sapienza, intelligenza e coraggio perché,
sull’esempio di Santa Gianna e per sua intercessione,
nella vita personale, familiare, professionale,
sappiamo metterci al servizio di ogni uomo e donna
e crescere così nell’amore e nella santità.
"Amen"

(Con approvazione ecclesiastica)

mercoledì 16 febbraio 2011

Beata Alexandrina Maria Da Costa


Alexandrina Maria Da Costa (1904-1955)

ALESSANDRINA MARIA DA COSTA nacque a Balasar, in provincia di Oporto e Arcidiocesi di Braga il 30 marzo 1904, e fu battezzata il 2 aprile seguente, sabato santo. Venne educata cristianamente dalla mamma, insieme alla sorella Deolinda. Alessandrina rimase in famiglia fino a sette anni, poi fu inviata a Pòvoa do Varzim in pensione presso la famiglia di un falegname, per poter frequentare la scuola elementare che a Balasar mancava. Qui fece la prima comunione nel 1911, e l’anno successivo ricevette il sacramento della Confermazione dal Vescovo di Oporto.
Dopo diciotto mesi tornò a Balasar e andò ad abitare con la mamma e la sorella nella località “Calvario”, dove resterà fino alla morte. Cominciò a lavorare nei campi, avendo una costituzione robusta: teneva fronte agli uomini e guadagnava quanto loro. La sua fu una fanciullezza molto vivace: dotata di un temperamento felice e comunicativo, era molto amata dalle compagne. A dodici anni però si ammalò: una grave infezione (forse una febbre intestinale tifoidea) la portò ad un passo dalla morte. Superò il pericolo, ma il fisico resterà segnato per sempre da questo episodio. Fu all’età di quattordici anni che avvenne un fatto decisivo per la sua vita. Era il sabato santo del 1918. Quel giorno lei, la sorella Deolinda e una ragazza apprendista erano intente nel loro lavoro di cucito, quando si accorsero che tre uomini tentavano di entrare nella loro stanza. Nonostante le porte fossero chiuse, i tre riuscirono a forzare le porte ed entrarono. Alessandrina, per salvare la sua purezza minacciata, non esitò a gettarsi dalla finestra, da un’altezza di quattro metri. Le conseguenze furono terribili, anche se non immediate. Infatti le varie visite mediche a cui fu sottoposta successivamente diagnosticarono con sempre maggiore chiarezza un fatto irreversibile. Fino a diciannove anni poté ancora trascinarsi in chiesa, dove, tutta rattrappita, sostava volentieri, con grande meraviglia della gente. Poi la paralisi andò progredendo sempre di più, finché i dolori divennero orribili, le articolazioni persero i loro movimenti ed essa restò completamente paralizzata. Era il 14 aprile 1925, quando Alessandrina si mise a letto per non rialzarsi più, per i restanti trent’anni della sua vita. Fino al 1928 essa non smise di chiedere al Signore, mediante l’intercessione della Madonna, la grazia della guarigione, promettendo che, se fosse guarita, sarebbe andata missionaria. Ma, appena capì che la sofferenza era la sua vocazione, l’abbracciò con prontezza. Diceva: “Nostra Signora mi ha fatto una grazia ancora maggiore. Prima la rassegnazione, poi la conformità completa alla volontà di Dio, ed infine il desiderio di soffrire”. Risalgono a questo periodo i primi fenomeni mistici, quando Alessandrina iniziò una vita di grande unione con Gesù nei Tabernacoli, per mezzo di Maria Santissima. Un giorno in cui si trovava sola, le venne improvvisamente questo pensiero: “Gesù, tu sei prigioniero nel Tabernacolo ed io nel mio letto per la tua volontà. Ci faremo compagnia”. Da allora cominciò la prima missione: essere come la lampada del Tabernacolo. Passava le sue notti come pellegrinando di Tabernacolo in Tabernacolo. In ogni Messa si offriva all'Eterno Padre come vittima per i peccatori, insieme a Gesù e secondo le Sue intenzioni. Cresceva in lei sempre più l’amore alla sofferenza, a mano a mano che la vocazione di vittima si faceva sentire in maniera più chiara. Emise il voto di fare sempre quello che fosse più perfetto. Dal venerdì 3 ottobre 1938 al 24 marzo 1942, ossia per 182 volte, visse ogni venerdì le sofferenze della Passione. Alessandrina, superando lo stato abituale di paralisi, scendeva dal letto e con movimenti e gesti accompagnati da angosciosi dolori, riproduceva i diversi momenti della Via Crucis, per tre ore e mezzo. “Amare, soffrire, riparare” fu il programma che le indicò il Signore. Dal 1934 - su invito del padre gesuita Mariano Pinho, che la diresse spiritualmente fino al 1941 - Alessandrina metteva per iscritto quanto volta per volta le diceva Gesù. Nel 1936, per ordine di Gesù, essa chiese al Santo Padre, per mezzo del padre Pinho, la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Questa supplica fu più volte rinnovata fino al 1941, per cui la Santa Sede interrogò tre volte l'Arcivescovo di Braga su Alessandrina. Il 31 ottobre 1942 Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria con un messaggio trasmesso a Fatima in lingua portoghese. Questo atto lo rinnovò a Roma nella Basilica di San Pietro l’8 dicembre dello stesso anno. Dal 27 marzo 1942 in poi Alessandrina cessò di alimentarsi, vivendo solo di Eucaristia. Nel 1943 per quaranta giorni e quaranta notti furono strettamente controllati da valenti medici il digiuno assoluto e l'anuria, nell'ospedale della Foce del Douro presso Oporto. Nel 1944 il nuovo direttore spirituale, il salesiano don Umberto Pasquale, incoraggiò Alessandrina, perché continuasse a dettare il suo diario, dopo aver constatato le altezze spirituali a cui era pervenuta; ciò che essa fece con spirito di obbedienza fino alla morte. Nello stesso anno 1944 Alessandrina si iscrisse all’Unione dei Cooperatori Salesiani. Volle collocare il suo diploma di Cooperatrice “in luogo da poterlo avere sempre sotto gli occhi”, per collaborare col suo dolore e con le sue preghiere alla salvezza delle anime, soprattutto giovanili. Pregò e soffrì per la santificazione dei Cooperatori di tutto il mondo. Nonostante le sue sofferenze, ella continuava inoltre ad interessarsi ed ingegnarsi a favore dei poveri, del bene spirituale dei parrocchiani e di molte altre persone che a lei ricorrevano. Promosse tridui, quarant'ore e quaresimali nella sua parrocchia. Specialmente negli ultimi anni di vita, molte persone accorrevano a lei anche da lontano, attratte dalla fama di santità; e parecchie attribuivano ai suoi consigli la loro conversione. Nel 1950 Alessandrina festeggia il XXV della sua immobilità. Il 7 gennaio 1955 le viene preannunciato che quello sarebbe stato l’anno della sua morte. Il 12 ottobre volle ricevere l’unzione degli infermi. Il 13 ottobre, anniversario dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima, la si sentì esclamare: “Sono felice, perché vado in cielo”. Alle 19,30 spirò. Nel 1978 le sue spoglie vennero traslate dal cimitero di Balasar alla chiesa parrocchiale, dove oggi, in un cappella laterale, riposa il corpo di Alessandrina. Sulla sua tomba si leggono queste parole da lei volute: “Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano. Ma non peccate più; non offendete più il nostro Gesù!. E’ la sintesi della sua vita spesa esclusivamente per salvare le anime”. A Oporto nel pomeriggio del giorno 15 ottobre i fiorai rimasero privi di rose bianche: tutte vendute. Un omaggio floreale ad Alessandrina, che era stata la rosa bianca di Gesù.

Qui Potete Scaricare La Biografia Con La Preghiera Per Chiedere L'Intercessione

Alexandrina Maria Da Costa Biografia

Gianna Jessen La Bambina Di Dio



Gianna Jessen Sopravvissuta All'Aborto Salino

In una conferenza a Melbourne nel 2008, Gianna Jessen racconta la sua storia di bambina non voluta, nata nonostante il tentativo di aborto della madre, Gianna si definisce "una ragazza dura a morire". Cosa disse la Beata Madre Teresa di Calcutta sulla testimonianza di Gianna Jessen: "Dio sta usando Gianna per ricordare al mondo che ogni essere umano è prezioso per lui. È bello vedere la forza dell’amore di Gesù che egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera per Gianna, e per tutti quelli che la ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto con il potere dell'amore".

Qui Potete Scaricare La Sua Testimonianza
Io Gianna Jessen Sopravvissuta All’aborto

lunedì 14 febbraio 2011

Esercizi Spirituali Calendario 2010/2011


Per informazioni, prenotazioni o sapere se saranno predicati esercizi in altri periodi dell’anno potete telefonare e contattare: Padre Pablo Scaloni a questo numero: Cell: 340.7896848

qui potete scaricare tutte le altre informazioni:
Esercizi Spirituali

Famiglia Prado



Famiglia Prado San Rafael Argentina 15 Figli Tra Cui 8 Religiosi

Una Giornata In Seminario

venerdì 11 febbraio 2011

Preghiera Per La Giornata Del Malato

11 Febbraio

"Preghiera"

Signore, accogli le preghiere e i lamenti
di coloro che soffrono e
di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.
Tu che hai percorso la via del calvario
e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza
conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.
Dona loro:
la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese
il coraggio necessario per affrontare le avversità
la fiducia per credere in ciò che è possibile
la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto
la fede per confidare nella tua Provvidenza.
Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti
e strumenti della tua guarigione.
Benedici quanti nelle nostre comunità
si adoperano per accompagnare i malati
perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana
e si accostino con umiltà al mistero del dolore.
Aiutaci Signore a ricordarci
che non siamo nati felici o infelici,
ma che impariamo ad essere sereni
a seconda dell'atteggiamento che assumiamo
dinanzi alle prove della vita.
Guidaci, Signore,
a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.

Beata Vergine Maria di Lourdes

Preghiera alla Beata Vergine Maria di Lourdes


Preghiera alla Beata Vergine Maria di Lourdes


(Festa l'11 Febbraio)

Docili all'invito della tua voce materna, o Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai tuoi piedi presso la grotta, ove ti degnasti di apparire per indicare ai peccatori il cammino della preghiera e della penitenza e per dispensare ai sofferenti le grazie e i prodigi della tua sovrana bontà.
O candida visione di Paradiso, allontana dalle menti le tenebre dell'errore con la luce della fede, solleva le anime affrante con il celeste profumo della speranza, ravviva gli aridi cuori con l'onda divina della carità. Fa' che amiamo e serviamo il tuo dolce Gesù, così da meritare la felicità eterna. Amen.

mercoledì 9 febbraio 2011

Preghiera a Santa Apollonia

Santa Apollonia Vergine e Martire
Patrona Dei Dentisti

Al tempo dell'imperatore Filippo ad Alessandria ci fu una tremenda persecuzione contro i cristiani.
Tra gli altri, fu martirizzata l'anziana vergine Apollonia, alla quale ruppero tutti i denti.
Poi accesero un gran fuoco e la minacciarono di arrostirla, se non avesse bestemmiato contro Gesu'.
Apollonia finse di acconsentire, chiese un poco di tregua, approfittandone poi per gettarsi volontariamente tra le fiamme. Era l'anno 249.
Per il particolare supplizio subito, è stata scelta quale patrona dei dentisti (e dei loro pazienti)

"Preghiera"

O gloriosa Santa Apollonia, per quell’acutissimo dolore che voi soffriste quando, per ordine del tiranno, vi furono strappati i denti che tanto aggiungevano di decoro al vostro angelico volto, otteneteci dal Signore la grazia di essere sempre liberati da ogni molestia relativa a questo senso, o per lo meno soffrirla costantemente con imperturbabile rassegnazione. E per quello inaudito coraggio con cui al primo impulso dello spirito santo, vi slanciaste spontaneamente in mezzo al fuoco, senza che i carnefici vi trascinassero dentro, otteneteci dal Signore la grazia di secondare prontamente le divine ispirazioni e di sostenere, non solo con rassegnazione, ma ancora con allegria tutte le croci che egli si degnerà di inviarci. Amen.
Gloria al Padre...

martedì 8 febbraio 2011

Santa Giuseppina Bakhita 8 Febbraio

M. Bakhita nacque a Olgossa di Darfur nel Sudan nel 1869. A nove anni fu rapita e venduta come schiava. Fu riscattata dal console italiano a Khartum, Callisto Legnani che la offrì all'amico veneziano Augusto Michieli. Questi la lasciò libera e nel 1890 ricevette il battesimo e la cresima dal patrarca di Venezia. Il 7 dicembre 1893 chiese di entrare come novizia tra le figlie di S. Maddalena di Canossa e nel 1896 fece la sua professione religiosa.
Nel 1902 entro in convento a Schio (Vicenza), dove prestò servizio prima come cuoca, poi in sacrestia e quindi come portinaia. Ricca di dolcessa e umanità Giuseppina fu conosciuta da tutti come "Madre Moretta". All'inizio della seconda guerra mondiale si ammalò. Morì a Schio l'8 febbraio 1947. Il processo per la causa di canonizzazione iniziò dodici anni dopo la sua morte e il 1 dicembre 1979 la chiesa emanò il decreto sull'eroicità delle sue virtù. Beatificata da Giovanni Paolo II nel 1992 è stata elevata agli onori degli altari il 1 ottobre 2000 dallo stesso pontefice. La divina Provvidenza che "ha cura di fiori del campo e degli uccelli dell'aria", ha guidato questa schiava sudanese attraverso innumerevoli e indicibili sofferenze, alla libertà umana e a quella della fede, fino alla consacrazione di tutta la propria vita a Dio per l'avvento del Regno.

"Preghiera"

O Dio , Padre di misericordia , che ci hai donato SANTA GIUSEPPINA BAKHITA quale sorella universale , evangelico modello di fede semplice e di operosa carità , dona anche a noi la volontà di credere ed amare secondo il Vangelo , ed esaudisci le preghiere di chiunque invoca la sua intercessione.
Per Cristo nostro Signore . Amen .
Gloria al Padre .....

lunedì 7 febbraio 2011

La Passione Di Cristo

sabato 5 febbraio 2011

Messaggio Per La 33ª Giornata Nazionale Per La Vita (6 Febbraio 2011)

“Educare Alla Pienezza Della Vita”

L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione.
Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto.
Come osserva Papa Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita» (Lettera alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008). Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro.
Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: «l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa» (Gaudium et spes, n. 36).
Occorre perciò una svolta culturale, propiziata dai numerosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto.
Vogliamo di cuore ringraziare le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta.
Quest’azione di sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità. «L’uomo – afferma Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 6 agosto 2010, n. 1).
È proprio la bellezza e la forza dell’amore a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono. Ci piace sottolineare il contributo di quei nonni che, con abnegazione, si affiancano alle nuove generazioni educandole alla sapienza e aiutandole a discernere, alla luce della loro esperienza, ciò che conta davvero.
Oltre le mura della propria casa, molti giovani incontrano autentici maestri di vita: sono i sacerdoti che si spendono per le comunità loro affidate, esprimendo la paternità di Dio verso i piccoli e i poveri; sono gli insegnanti che, con passione e competenza, introducono al mistero della vita, facendo della scuola un’esperienza generativa e un luogo di vera educazione. Anche a loro diciamo grazie.
Ogni ambiente umano, animato da un’adeguata azione educativa, può divenire fecondo e far rifiorire la vita. È necessario, però, che l’anelito alla fraternità, posto nel profondo del cuore di ogni uomo, sia illuminato dalla consapevolezza della figliolanza e dalla gratitudine per un dono così grande, dando ali al desiderio di pienezza di senso dell’esistenza umana. Il nostro stile di vita, contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, diventa così un inno di lode e ci rende seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.

Roma, 7 ottobre 2010
Memoria della Beata Vergine del Rosario

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

Qui Potete Scaricate Gratis Il Messaggio Della Giornata Per La Vita

venerdì 4 febbraio 2011

Coroncina di Padre Pio al Sacro Cuore di Gesù

CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÙ
Recitata Tutti i Giorni da Padre Pio

1) O mio Gesù, che hai detto: "In verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto!", ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia...
• Recitare: un Padre Nostro, Ave Maria e Gloria
• Infine: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

2) O mio Gesù, che hai detto: "In verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome, Egli ve la concederà!", ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia...
• Recitare: un Padre Nostro, Ave Maria e Gloria
• Infine: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

3) O mio Gesù, che hai detto: "In verità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai!", ecco che, appoggiato all'infallibilità delle tue sante parole, io chiedo la grazia...
• Recitare: un Padre Nostro, Ave Maria e Gloria
• Infine: Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo per mezzo dell'Immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera Madre.
• S. Giuseppe, padre putativo del S. Cuore di Gesù, prega per noi.
Recitare Salve o Regina

La presente coroncina era recitata, ogni giorno, da Padre Pio, per tutti quelli che si raccomandavano alle sue preghiere. I fedeli sono invitati ad unirsi spiritualmente a lui, recitando anch'essi, quotidianamente, la stessa preghiera.

Video Commento di Padre Livio al Messaggio del 2 Febbraio 2011 a Mirjana

giovedì 3 febbraio 2011

San Biagio 3 Febbraio

mercoledì 2 febbraio 2011

Messaggio Del 2 Febbraio 2011 a Mirjana

"Cari figli, vi radunate intorno a me, cercate la vostra strada, cercate, cercate la verità, ma dimenticate la cosa più importante: dimenticate di pregare correttamente. Le vostre labbra pronunciano parole senza numero, ma il vostro spirito non prova nulla. Vagando nelle tenebre, immaginate anche Dio stesso secondo il vostro modo di pensare e non quale è veramente nel Suo Amore. Cari figli, la vera preghiera proviene dalla profondità del vostro cuore, dalla vostra sofferenza, dalla vostra gioia, dalla vostra richiesta di perdono dei peccati. Questa è la via per la conoscenza del vero Dio e con ciò stesso anche di se stessi, perché siete creati a Sua immagine. La preghiera vi condurrà al compimento del mio desiderio, della mia missione qui con voi, l’unità nella famiglia di Dio. Vi ringrazio".

La Candelora 2 Febbraio

Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39)

popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.

Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania), e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nel suo Itinerarium Egeriae (cap. 26). La denominazione di "Candelora" data popolarmente alla festa deriva dalla somiglianza del rito del Lucernare, di cui parla Egeria: "Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima" (Itinerarium 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali (antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio). Ma la somiglianza più significativa tra le due festività si ha nell'idea della purificazione: nell'una relativa all'usanza ebraica:

Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione (Levitico 12,2-4)